I sindaci hanno il polso del territorio, la Provincia sia il luogo di confronto
Il governo e la programmazione di “area vasta” sono oggi, a maggior ragione, necessari alla verifica della mutilazione operata all’ente intermedio tra i Comuni e la Regione dalla Legge n. 56/2014 (Delrio) e della sofferenza della popolazione per la compressione ed il taglio di risorse umane, funzionali ed economiche, in settori chiave della vita quotidiana.
Le strade, le scuole, la cultura, la terra, l’ambiente, l’energia pulita, i fiumi, le aziende, il welfare, il lavoro, i giovani, l’emancipazione e la parità, non meno dell’attrattività, sono la chiave dei Territori.
La pandemia ha evidenziato la stretta necessità del potenziamento della medicina generale e territoriale. Insieme alla sanità pubblica vanno rilanciati i nostri ospedali. Al centro come in periferia interi reparti sono stati dedicati all’emergenza, contribuendo a sperimentare nuove tecniche come la somministrazione di anticorpi monoclonali ed evidenziando il ruolo decisivo dei nostri sanitari e volontari.
Gli investimenti nelle attività ospedaliere, anche con riferimento alle risorse del “recovery fund” affrontano una duplice sfida: la prima all’interno della regione, la seconda all’esterno, con il costante potenziamento delle attività ai confini emiliano e, qui nel mantovano, con il Veneto 1.
I Sindaci, indipendentemente dalla dimensione demografica dei Comuni ed in uno scenario di ripetuti conflitti tra i livelli di governo, rappresentano un anello indispensabile di questa filiera territoriale per fornire risposte credibili alla popolazione.
Per una crescita plurale, nel quotidiano confronto con disparità, carenze, abbandoni e nell’esaltazione delle eccellenze, la Provincia, culla di antica civiltà e di apprezzate produzioni e qualità culinarie, è anche il barometro lombardo delle terre di confine con il Veneto e l’Emilia.
Per reggere la sfida con le altre Regioni e competere con gli investimenti territoriali, infrastrutturali e dei servizi, urge una risposta di qualità ai livelli nazionale e regionale che sappia intercettare le risorse europee e nazionali e con la capacità di rappresentare l’insieme delle nostre comunità 2.
Va raccolta la sfida per le infrastrutture territoriali, riassorbendo le crescenti spinte ad una polarizzazione extra regionale, a livello economico ed occupazionale, riannodando i rapporti con la metropoli milanese, nel dialogo con i governi di Roma e di Milano per intercettare le risorse intensificando l’attività dell’ufficio Bandi Europei 3.
Infruttuoso e perdente un approccio ideologico, polemico e conflittuale, lontano dalle sedi decisionali, in una stagione di intese ampie e di risorse straordinarie per la ripresa produttiva ed occupazionale.
I Sindaci sono il termometro di una conflittualità che si attenua, di un protagonismo dei territori che vuole crescere per la soluzione di problemi concreti, di una risposta alla popolazione, provata dalla pandemia ed attenta alla necessità di ripresa.
Un equilibrio tra le attese e le richieste del Capoluogo e dei centri maggiori con le necessità di decine di Comuni di minore dimensione, per una rappresentazione equilibrata ed armonica delle istanze di tutta la Provincia.
Con la nuova Provincia tornano voce e ruolo delle realtà locali, il rilancio di uffici, settori, dipartimenti e funzioni necessarie, soprattutto per i Comuni di minore dimensione, che non possono vantare una gamma completa di figure in grado di sviluppare le necessarie funzioni.
La Provincia è luogo di dialogo e di spinta di ruoli, iniziative ed azioni, oggi per molti aspetti depotenziate anche per la sovrapposizione di norme che hanno comportato la rarefazione di dirigenti ed uffici ed il taglio marcato degli organici.
La stessa azione sulle tematiche agricole o del governo della sicurezza del territorio, dai corsi d’acqua alle bonifiche, al reticolo idrico minore fino al controllo delle specie invasive non autoctone (nutrie ecc…) richiede un proficuo dialogo con i livelli regionali e nazionali per definire un quadro legislativo ed interpretativo meno contraddittorio, quindi più semplice ed agevole.
La Provincia deve raccogliere fino in fondo la sfida a creare livelli sovracomunali con Unioni, Fusioni, Consorzi, Parchi, Gal, Distretti e Aziende Partecipate: un fenomeno che evidenzia la necessità di una cabina di regia per crescere le capacità operative delle amministrazioni.
I Sindaci con i Consiglieri Comunali, oggi elettori esclusivi del Consiglio Provinciale, raccolgono l’esigenza di una risposta celere alle attese delle imprese, per la regia a livello pianificatorio, infrastrutturale sia tradizionale che della banda larga, delle nuove reti tecnologiche, della digitalizzazione intesa come infrastrutture e loro implementazione per superare il digital divide e per un Green Deal da sviluppare con le aziende energetiche, in linea con l’agenda dell’Unione Europea.
Il rafforzamento dell’Ente intermedio è il presupposto per una risposta organica e tempestiva alle nuove sfide ambientali e produttive del mondo delle imprese e del lavoro 4.
Giuseppe Torchio
(sindaco di Bozzolo)
1 Nel solo ospedale di Guastalla sono stati investiti circa 50 milioni di euro. Non parliamo della seconda Tac a Fidenza. Pertanto non può procedere una politica sanitaria a isorisorse sul nostro territorio.
2 Sul piano infrastrutturale i lavori di adeguamento al Porto, il completamento della Gronda Nord Casalmaggiore – Viadana. Sul piano della progettazione e del finanziamento vanno considerate la realizzazione dell’idrovia padano-veneta con il completamento del sistema intermodale anche con riferimento alle aree interessate dal raddoppio ferroviario (tratto Mantova – Piadena – Cremona - Codogno); l’asse Castelleonese fino a Crema.
Va superata la storica incertezza sul collegamento autostradale Mantova – Cremona ed il raddoppio della Statale 10 Padana Inferiore indispensabile per i rapporti con Milano, e sullo stesso Tibre, in particolare riferimento al tratto compreso tra Piadena, Bozzolo e Marcaria dobbiamo sapere se si fa l’opera o dobbiamo solo bloccare i nostri piani regolatori senza alcuna soluzione. Nella realtà emiliana è stata realizzata la Cispadana senza alcuna protesta, la elettrificazione della Guastalla-Reggio-AV Mediopadana. Va garantito il completamento del secondo tratto del raddoppio ferroviario Mantova-Cremona-Codogno, finora finanziato fino a Piadena, pur in presenza della nomina del Commissario. L’elettrificazione della tratta Ghedi-Asola-Piadena-Parma dopo il collegamento del primo tratto al sistema AV Milano -Venezia.
3 In particolare va completato celermente il trasferimento all’Anas dell’”Asolana”, della “Padana Inferiore”e della “Castelnovese” con la riqualificazione stradale. Inoltre, va definito un impegno chiaro per gli interventi sui ponti fluviali sul Po e sull’Oglio (dopo il finanziamento di Isola Dovarese anche quelli di Calvatone-Acquanegra e di Bozzolo – Marcaria). Proprio il superamento dello storico problema degli attraversamenti fluviali ha registrato negli anni ’60 la singolare convergenza dei parlamentari padani (Onn. Lombardi, Baroni, Amadei, ecc…). Tutt’ora elementi decisivi per la manutenzione e sicurezza. Se non risolti, accentuano la difficoltà di reperire adeguate risorse per la gestione di una rete provinciale di oltre mille chilometri.
4 Last but not least: che fine ha fatto il “patto dello sviluppo” a costo zero, della prima decade del Duemila? Ho letto appelli a riprenderlo da parte delle più importanti associazioni economiche e sindacali ma non ho ancora visto un impegno puntiglioso, complessivo e corale come anche la recente vicenda della Fiera richiederebbe.
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