Il "caos calmo" grigiorosso
Non vi nascondo che questa sera alla notizia del licenziamento di Corini e il ritorno di Stroppa sono scoppiato a ridere, un ridere nervoso, quasi rabbioso, ma è la conferma dell’inadeguatezza di una dirigenza incompleta e inadeguata, troppe volte giustificata.
Da una sosta a un’altra, da un allenatore al precedente senza quasi accorgersene, senza neppure avere il tempo di vedere e capire. Un allenatore non ha la bacchetta magica, ma il ‘caos calmo’ grigiorosso si è inghiottito pure Corini.
Il risultato è sotto gli occhi di tutti, a partire dall’addio di Pecchia ( e l’accantonamento di Braida), la scelta e la difesa a oltranza di Alvini nonostante i risultati. La conferma di Ballardini per ripartire dalla serie B, fino all’arrivo e alla conferma di Stroppa dopo una stagione oggettivamente fallimentare, che aveva lasciato malumori e dubbi.
Il resto è storia fin troppo recente, e se con il senno di poi tutti sono bravi a scrivere sentenze, la realtà dei fatti è davanti agli occhi di tutti. Confusione e silenzio. Silenzio che giustamente lascia spazio a ogni personale valutazione, la società se ne faccia una ragione, anche per rispetto di tifosi che meritano più chiarezza.
Il ritorno in serie A è arrivato tanto inaspettato quanto meritato: tutto il resto, al netto di una proprietà che ha investito tempo, denaro, è il frutto di una dirigenza inadeguata e incompleta. E’ mancata una figura con l’esperienza necessaria a mantenere il timone saldo nei momenti di burrasca e tracciare la giusta via per un percorso molto più complesso e complicato di quanto qualcuno aveva pensato. Una mancanza amplificata dall’assenza di un presidente, come invece accade nella maggior parte della società, che faccia sentire il suo peso e il suo interesse.
La Cremonese prima che una ‘azienda’ da gestire sotto il profilo economico e organizzativo, è un bene di Cremona e di tutti i suoi tifosi, chi non la pensa così, dirigenti o allenatori e giocatori, ha il destino segnato.
Ora guardiamo avanti, con la speranza che Stroppa sia ‘meno testardo’ sulle sue scelte tattiche e tecniche (altrimenti che senso avrebbe il suo ritorno?) e che la squadra giochi ‘da squadra’ mettendo in campo tutti gli attributi necessari, perché ad oggi non si sono visti.
A tal proposito vale la pena ricordare che il Bari di De Laurentis, dopo essersi giocato (e perso) la finale di playoff di due campionati fa, la scorsa stagione, tra un cambio di allenatore e un altro, si è salvato grazie a una vittoria insperata nella finale di ritorno dei playout a Terni.
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commenti
paolo
11 novembre 2024 21:07
GIACCHETTA ED ARMENIA, DOPO QUESTO ENNESIMO FALLIMENTO SE NE DEVONO ANDARE DA CREMONA
Massimo
13 novembre 2024 07:26
Complimenti Daniele hai scritto la sacrosanta verità.
Tony
13 novembre 2024 14:28
Se avessero più dignità Giacchetta e Armenia si sarebbero dimessi da tempo. La promozione in A è solo frutto dell' era Braida.