22 maggio 2024

Il Cittanova, il grande palazzo storico dimenticato. Persino dall'arte moderna

“Eppur mi son scordato di te” cantava Lucio Battisti da solo o, a volte, in coppia con Mina. Bella canzone, ritmata, figlia del suo tempo e con un testo che lascia spazio a varie interpretazioni, dalla più cinica alla più romantica. A Cremona è cominciata la settimana dedicata all'arte, la Cremona Art Week, forte di opere e installazioni in varie parti della città create da vari autori e portatrici di vari messaggi. Ci sta, una settimana per mettere in mostra arte, anche se a volte di difficile interpretazione, vuol dire bussare ad una porta dietro la quale si può trovare turismo o appassionati del genere che si presentino per aprirla e magari sbirciare dentro. I due occhi sono differenti e appesi davanti alla Loggia dei Militi, in mezzo ai due bulbi oculari - poco sensuali ma probabilmente anche questo fa parte del messaggio stesso - campeggia un fiore che fa da contorno ad una installazione rivolta verso piazza del Duomo. Il fiore potrebbe essere una azalea e a questo punto, visto dove ci troviamo, poteva starci l'immagine di una azalea Cremona, specie che esiste ed è dedicata alla omonima città, un minimo di campanilismo non guasta.

Ci sono parecchie cose in una Art Week delle quali, da ignorante in materia, riesco a cogliere solo in maniera limitata; evidentemente ho limiti enormi a comprendere e una volta superata la mia enorme incapacità valutativa torno a perdermi nel cotto del XIII secolo della Loggia dei Militi che domina la storia artistica di Cremona. Leggo che le opere saranno in 27 zone diverse della città, ci sta benissimo anche questo, i messaggi legati all'arte devono aprirsi al mondo non chiuderlo come una porta dietro la quale non vi è nessuno. Le installazioni dovrebbero essere il trampolino di lancio per far vivere, o far tornare a vivere, piccole parti della città alle quali siamo completamente assuefatti oppure che ignoriamo completamente. Guardo il programma e noto che, tra i puntini blu presenti sulla mappa bianca, ma spero di sbagliarmi, non vi è palazzo Cittanova, del resto non si può avere tutto dalla vita, così come non si può capire fino in fondo l'arte.

Il fatto di aver dimenticato il Cittanova, almeno a livello personale, non ci sta per nulla, è un errore – o una scelta – sbagliatissima abbandonare il palazzo che, più di ogni altra cosa, riesce ad impersonare insieme a piazza del Duomo la storia di una città; è una cosa che non fa un bel vedere, anzi è una porta sbattuta in faccia e chiusa con una serratura a doppia mandata. Pur essendo limitato nel comprendere l'arte mi viene spontaneo pensare che il Cittanova sembrerebbe una location adatta per ospitare una installazione artistica illudendomi, come al solito, che il rapporto storia-arte possa vivere anche per secoli rafforzandosi nel tempo invece di impoverirsi. Il panno umidiccio della storia e dell'arte viene passato con estrema tranquillità su alcune zone per togliere quella polvere che si è depositata nei secoli, è un panno che si dimentica, o forse vuole far dimenticare, come da quel palazzo sia nata una storia unica, storia segnata da un dualismo di pensiero e da un confronto anche feroce tra i cittadini, è un panno umidiccio che mette in disparte come la attuale Cremona sia nata e sia parte anche di quel palazzo.

Sembra quasi che, dopo lustri di chiusura senza alcun senso logico, si dia per scontato che quel palazzo debba sparire dalla topografia cittadina; del resto è soltanto un piccolo ed insignificante ammasso di mattoni in cotto del 1300 circa dal colore unico, non merita di essere scoperto o di venir riscoperto, non merita un paio di occhi provenienti da persone diverse con in mezzo un fiore. Merita soltanto l'oblio e l'assenza di un futuro il Cittanova, quel palazzo è colpevole di non rientrare in quella logica secondo cui una città è bella solo se è nuova, una logica tutta da capire. Ma una città che vuole guardare avanti dovrebbe, prima di tutto, capire cosa può raccontare, non cosa oggi la può rendere “nuova”, perché non vi è nulla di più moderno dei motivi che secoli fa misero le fondamenta per la costruzione di quel palazzo.

Eppure palazzo Cittanova e altri angoli di Cremona rappresentano l'arte secolare che ha saputo dare origine al bene più prezioso di ciò che circonda; il rinnovamento stilistico e di pensiero, rinnovamento che non era soltanto il fatto di aver dato origine ad una nuova città, ma ad una città diversa nel senso buono del termine, una città dove il confronto e il dialogo erano le prerogative necessarie per crescere. Tra una settimana la week sarà finita, rimarrà la Cremona Art, manifestazione che dovrebbe durare per tutte le altre 51 settimane di un anno, manifestazione che non dovrebbe aver bisogno di panni umidicci per tornare a dare valore a quel rapporto tra arte e storia.

Marco Bragazzi


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commenti


Gianluigi Stagnati

22 maggio 2024 06:52

Aggiungo anche l'ex chiesa di San Vitale, ristrutturata anni fa dall'amministrazione provinciale, se non sbaglio, e poi non più utilizzata.

Anna L. Maramotti Politi

22 maggio 2024 07:21

L'amnesia è un problema serio. Si sono dimenticati anche di S. Maria della Pietà e, come è ben noto, di palazzo Affaitati. Eppure quest'ultimo è sede delle più prestigiose sedi della cultura cremonese.
Peccato, opportunità perse !

Paolo

23 maggio 2024 11:05

Palazzo Affaitati, cioè la biblioteca, ha un'opera e diversi eventi

Anna L. Maramotti Politi

23 maggio 2024 12:07

Purtroppo quello che palazzo Affaitati non ha più è il decoro

Anna L. Maramotti Politi

22 maggio 2024 07:52

Povera me!! stavo dimenticando che il Cittanova è un segno della realtà politica del nostro passato in cui il tema del "Comune"era cosa seria. Noi siamo degni eredi di quelle memorie? Che cosa ha lacerato Cremona sino a dividersi? Che ruolo aveva la chiesa di S.Agata rispetto al Duomo? Quali forze hanno consentito di ricomporre il "Comune"? Comune libero"? Oggi cosa significa parlare di una realtà amministrativa libera da orpelli e da lacciuoli ?
Historia docet? Non sembra, ma può servire a riflettere. Il Cittànova oggi è una presenza che deve ritornare ad essere "attiva" : appartiene alla nostra contemporaneità. Gli edifici e le opere d'arte, in genere i segni della cultura, posseggono una qualità intrinseca: alludono al passato, ma sono "presenze vive". Ebbene, oggi costatiamo che la responsabiltà di quelle presenze, che identificano Cremona, non è avvertita.

Giuseppina Morano

23 maggio 2024 07:53

Volevo chiedere : Ma voi come Cittanova avete partecipato e siete stati esclusi? Non hanno apprezzato il palazzo?
Mi dispiacerebbe molto.