Il Covid ha bloccato l'arte a Cremona ma non nelle altre città che reagiscono con grandi mostre
Il Covid ha fermato Cremona, ma non il resto dell'Italia. Compresa Bergamo, una delle città più colpite dall'emergenza sanitaria, che nel 2021 reagirà all'inerzia culturale proponendo alla Galleria d'arte moderna e contemporanea una straordinaria retrospettiva dedicata a Regina Cassolo Bracchi, legata a doppio filo con la parallela acquisizione da parte della Galleria e del Centre Pompidou di Parigi di un importante nucleo di opere dell’artista. Troppo pretenzioso il confronto con Bergamo? Beh, a Gallarate il Museo d'arte proporrà dal 12 marzo al 5 settembre 2021 la mostra “Impressionisti. Alle origini della modernità” con 180 opere dei grandi protagonisti della pittura francese e italiana provenienti da collezioni pubbliche e private. Troppo scontati gli impressionisti? Parma, capitale della cultura, non si è fatta fermare dal Covid e fino al 3 ottobre 2021 propone alla Nuova Pilotta “L'Ottocento e il mito del Correggio”, dove assieme a quattro capolavori del maestro si presenta il meglio della produzione ottocentesca del ducato. Avrebbe dovuto inaugurare ufficialmente il 26 febbraio ma, dato il permanere della zona arancione in Emilia, apri in sordina senza alcuna inaugurazione ufficiale.
Milano, lo sappiamo, si è mossa per tempo ed a palazzo Reale presenta dal 2 marzo al 25 luglio 2021 “Le Signore dell’Arte. Storie di donne tra ‘500 e ‘600” con 150 opere provenienti da 67 prestatori diversi per raccontare le incredibili vite di 34 grandi artiste, tra cui la nostra Sofonisba Anguissola. Qualcuno dirà: a Milano c'è anche un po' di Cremona, visto che nei laboratori del museo civico è stata restaurata la tavola della Madonna dell'Itria proprietà della Parrocchia S. Maria dell’Alto in Paternò in provincia di Catania, in vista della partenza per palazzo Reale. Certo, si vocifera di una possibile mostra sul periodo siciliano della pittrice cremonese che il Comune avrebbe avuto intenzione di programmare probabilmente in autunno, approfittando della presenza nei laboratori di un'altra opera su Sofonisba, “la Madonna della Raccomandata”. Intanto, però, sull'esempio di Milano, altre città si stanno muovendo nell'esplorazione dell'arte declinata al femminile. E' il caso di Trento che a “Fede Galizia. Amazzone nella pittura” dedicherà al Castello del Buonconsiglio dal 2 luglio 2021 al 24 ottobre 2022 una mostra monografica che ripensa il suo ruolo di artista, che non si è limitato solo al suo ruolo di autrice di nature morte. Forse val la pena ricordare, in attesa che si concretizzi in autunno il discorso su Sofonisba, che dopo l'esposizione milanese rischia inevitabilmente di risultare datato e scarsamente originale, che a Cremona abbiamo una delle più grandi interpreti del genere, Margherita Caffi, nata nel 1647, lodata dallo Zaist e dal Lancetti, autrice di splendide nature morte di grande successo sul mercato antiquario, tre delle quali conservate proprio nella Pinacoteca dell'Ala Ponzone e le altre in raccolte private di Piacenza, Cremona, Milano, Brescia, a cui non è mai stata dedicata una mostra.
Mentre le città vicine si stanno organizzando, a Cremona invece l'unica cosa certa resta il “Biglietto sospeso” che, alla riapertura dei musei, può essere tramutato in un biglietto gratuito con visita guidata. Un po' poco. La situazione è difficile ma nonostante le enormi difficoltà non mancano alcuni grandi progetti espositivi in giro per il paese anche legati alle celebrazioni dantesche per i 700 anni dalla morte del poeta. Noi per il momento ci accontentiamo di mantenere aperta fino ad aprile la sfortunatissima mostra “Orazio Gentileschi. La fuga in Egitto e altre storie dell'infanzia di Gesù”, già sospesa a marzo 2020 a causa del lockdown, poi riaperta dal 10 ottobre. D'altronde la divisione in zone che cambiano colore a seconda del variare dell’indice Rt e dei parametri stabiliti dal Comitato Tecnico Scientifico, lascia un margine di incertezza praticamente ingestibile. Tuttavia, nonostante questo, se sulla programmazione culturale è tutto fermo, i prestiti invece viaggiano. Segno che qualcosa si muove, almeno nelle altre città. E' il caso di Forlì, dove dal 12 marzo al 14 luglio nei musei San Domenico, sarà visitabile “Dante. La visione dell'arte”, una mostra, curata da Antonio Paolucci e Fernando Mazzocca, che deve la propria importanza alla cooperazione tra il museo forlivese e le Gallerie degli Uffizi, che presteranno una serie di importanti opere. Tra le opere prestate, però, ci sarà anche il nostro “Conte Ugolino della Gherardesca con i figli nella torre della fame” di Giuseppe Diotti conservato nella Pinacoteca dell'Ala Ponzone, una delle opere più affascinanti dell'Ottocento che, nell'anno dantesco, forse avrebbe potuto essere valorizzata a Cremona, dove i riferimenti a Dante non mancano di certo: dalla famiglia Cappelletti, a Buoso da Dovara, da Ezzelino da Romano a Pier delle Vigne. A celebrare Dante ci penserà invece la Biblioteca Statale con una mostra a carattere filologico che ruoterà attorno alla monumentale edizione in tre volumi della Divina Commedia illustrata da Amos Nattini, stampata in soli mille volumi nel 1939. La mostra godrà del Patrocinio del Comitato Nazionale delle celebrazioni dantesche del Mibac. E, sempre in tema di Ottocento, già abbiamo lasciato trascorrere in sordina il 2020, duecentesimo della nascita di Felice Giuseppe Vertua, che sicuramente è una presenza tutt’altro che marginale nel panorama del vedutismo lombardo della prima metà del XIX secolo, a cui è stata dedicata una mostra ormai quasi vent'anni fa. In alternativa alle grandi mostre, un settore dove Cremona non è in grado attualmente di competere con altre realtà, l'anniversario avrebbe costituito il pretesto per una riscoperta di artisti locali ma di sicuro impatto emotivo. Non dimentichiamo che con Vertua abbiamo anche Gilio Rimoldi, Francesco Colombi Borde, Giovanni Carnevali, Giulio Gorra autori di immagini dove una comunità può riconoscersi e recuperare quel senso di sé, che il Covid non ha cancellato.
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