6 settembre 2023

Il declino delle Terme di Salso e Tabiano, per fortuna rimane l'acqua che cura

Un certo disagio mi accompagna  mentre, dopo quindici anni d’assenza,  calpesto l’erba inaridita del parco, un tempo rigoglioso, che conduce al celebre complesso termale di Tabiano. Tutto racconta di trascuratezza e abbandono, a cominciare dalla  fontanella Liberty del vecchio caffè, da anni dismesso, che non zampilla più acqua ma decrepite erbacce, cotte e stracotte dal sole di troppe estati. Rifiuti abbandonati, potature mancate, tracce di fuochi incautamente accesi. Il parco è ormai una spelacchiata foresta di Sherwood da cui sbucano a ogni passo migranti africani che, piaccia o no, sono la nuova etnia rampante del terzo millennio salsese. La residuale quota dei nativi locali, in palese declino, cautamente indietreggia.

Nessun corpo a corpo, meglio limitarsi a dotare le finestre di sbarre. Impressionante la caporetto economica del distretto Salsomaggiore-Tabiano, in passato perla di un turismo termale che fra aprile e ottobre calamitava  un bel mondo che sarebbe ripartito con  corde vocali rimesse a nuovo e magari un ritratto del pittore Pagano in valigia. L’artista tuttora espone in un ingrigito spazio delle terme ma a differenza dei tempi d’oro non ha più tavolino riservato ogni sera e champagne in ghiaccio nello storico Gran caffè del teatro di Salso.

Un declino di queste dimensioni viene ovviamente da lontano ed è figlio di una combinazione singolarmente avversa di fattori. A cominciare dalla crisi di quel prodigo stato sociale che a occhi chiusi e borsa aperta, dunque sbagliando, rimborsò per decenni cure termali a piè di lista. Ma contò anche  la modificata geografia termale di una clientela che, ormai culturalmente estranea al fascino ‘Belle epoque’ dei vecchi soggiorni curativi, ha via, via preferito altre direzioni, Romania in testa.   Giocò in fine il crescendo rossiniano –dall’Ici all’Imu-  delle tasse locali sugli immobili che,  agendo su un sistema alberghiero già in sofferenza agli inizi del duemila,  gli ha vibrato il colpo di grazia: panico diffuso, raffica di svendite, decisione di molti albergatori di garantirsi un minimo di  redditività convertendo  i piani bassi degli hotel in parcheggio di richiedenti asilo, nella patetica speranza che gli avventori paganti ai piani alti non s’avvedessero della curiosa convivenza. Fu uno spericolato compromesso fra gli opposti istinti della sopravvivenza e dell’autodistruzione. Quale dei due abbia vinto si intuisce al primo colpo d’occhio. Per carità, niente di male nel preferire il sicuro uovo di oggi all’incerta gallina di domani. Il guaio è che rinunciare alla gallina non necessariamente garantisce che si disporrà dell’uovo.

Ed eccoci alla domanda centrale: quale è stato, nel processo sommariamente richiamato, il ruolo di politici e amministratori, cioè di chi era istituzionalmente delegato a tutelare gli interessi del territorio e a cercare le vie e i mezzi per superare le criticità e le secche in cui si era arenato? A parte un paio di parentesi e la recente svolta delle amministrative di maggio, coalizioni di centro sinistra hanno pressoché ininterrottamente governato il comune negli ultimi  trent’anni.  Niente di nuovo sotto il sole.  La travagliata vicenda del distretto Salsomaggiore-Tabiano  perde a questo punto ogni singolarità e appare perfettamente in linea col più generale trend di un sistema Paese da decenni afflitto da  gravi carenze di visione strategica e capacità di programmazione della rotta nazionale  sui tempi medio-lunghi.  Inadeguate classi dirigenti hanno allegramente cavalcato gli anni d’oro senza convertirne i profitti in investimento strategico sul futuro. E, a crisi deflagrata, non s’è trovato di meglio che privatizzare e svendere asset strategici e beni della collettività per un piatto di lenticchie, retoricamente travestendo un banale bisogno di far cassa, e di farla in fretta, da geniale tributo alla religione del mercato e della sua intelligenza spontanea. In verità la conversione liberal della vecchia sinistra statalista è stata vistosamente tardiva. E come tutte le conversioni tardive ha messo capo a una quantità di fin troppo zelanti devoti. Pascoli sterminati si sono aperti a qualunque privato, portatore o meno di autentiche capacità imprenditoriali, consentendogli di brindare e soprattutto pasteggiare sul fallimento del sistema pubblico.  Una Tabiano ridotta a ombra di se stessa e una Salso incartata nell’eterno standby che tuttora avvolge la ‘art deco’ delle splendide terme Berzieri,  attendono l’alba della rinascita.  Potrà venirgli dal gruppo di imprenditori piacentini che ha rilevato i due distretti termali ormai integrati?  Lo scetticismo è d’obbligo di fronte al desolante minimalismo che attualmente penalizza le terme di Tabiano suggerendo che per i nuovi strateghi  fare impresa  significhi sottrarre invece che aggiungere, spennare fino al minimo sindacale i complessi  termali acquisiti invece che potenziarne attrattive e servizi.  Cancellata l’aria condizionata, frequentatori e personale sanitario languono in un’insopportabile pentola a vapore, persino il bar è scomparso dalle uniche terme europee che non trovano imbarazzante negare ai frequentatori il conforto di un decente caffè consumato in condizioni decentemente confortevoli. Inutilizzati i piani superiori, trionfo di marmi e vetrate un tempo tirate a lucido, i pazienti sono inspiegabilmente spinti nei sotterranei. E per una sconcertante modifica del protocollo sanitario, personalmente sperimentata, può accadere di accedere a terapie senza preventiva visita di controllo, manco una distratta guardatina alle condizioni di naso e gola. Lontani anni luce i tempi in cui i luminari di fama internazionale della direzione sanitaria incrociavano ricerca scientifica e osservazione sperimentale dei benefici termali. 

Niente di diverso peraltro da quel che accade nel resto del Paese e nella varietà dei suoi settori. E’ la fine di un mondo, di un’intera civiltà sociale  che, pur fra contraddizioni e limiti, aveva espresso serietà professionale, competenza e saputo ragionare anche in termini di autentico bene comune.  Sulle sue macerie le spa fioriscono e si moltiplicano come viole a primavera. Presto rientrerà in questa categoria anche la gloriosa piscina Jodium di Salsomaggiore: acque termali, misure olimpioniche,  ambiente spartano e tariffe popolari. Un perfetto mix che oltre al servizio sul territorio, ha per decenni consentito la riabilitazione motoria di una quantità di gente proveniente da ogni parte d’Italia. Essere un vanto e un’eccellenza è una colpa da scontare? Evidentemente sì se dal maggio del 22 è abbandonata alle ragnatele in nome dell’unica logica che non pare incontrare ostacoli: quel che risponde all’interesse collettivo ma non produce soddisfacente profitto si taglia. Cari colleghi politologi, ormai non ho più dubbi:  per capire le due fasi dell’Italia contemporanea bastano due semplicissime parole. Prima fase: l’era dell’arrosto, poca retorica del ‘sociale’ ma fatti  e concreti servizi a disposizione della comunità. Seconda fase:  l’era del fumo, ovviamente successiva alla sparizione dell’arrosto ormai divorato fino all’ultimo boccone. Ma attenzione: i venditori di fumo lo confezionano in così seducenti involucri  da riuscire a spillare all’ingenuo avventore termale fior di quattrini affinché un ispirato maestro di vita, incrociando con mirabile sforzo scientifico dati di inoppugnabile validità  come segno zodiacale o fisiognomica, gli riveli se per il recupero della salute fisica e interiore gli è più utile fiutare basilico o rosmarino.

Ma per fortuna sulla fiera delle umane pochezze, svetta e s’impone  una confortante verità:  l’acqua termale non è cambiata, è sempre lei, e continua a fare miracoli. In fondo, è questo quel che conta. 

Ada Ferrari


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commenti


Maurizio Dami

7 settembre 2023 13:50

Purtroppo dopo la fine del Termalismo assistito, ne Politici ne molti Imprenditori ( non tutti) hanno saputo affrontare il nuovo turismo che avanza
E tanti Salsesi hanno preferito affittare appartamenti a " cani e porci", snaturando socialmente il paese .
Ps immigrazione è un altra storia.

Francesco

8 settembre 2023 12:15

Tutto vero. Peccato che non ci sia un accenno su Galileo Chini, artista che con la sua arte ha dato una forte identità alle terme Berzieri.

Alberta

8 settembre 2023 12:53

Il declino si è avuto non tanto x la mal amministrazione , ma piuttosto dal fatto che il sistema sanitario non ha piu provveduto alle cure gratuite .

Bianca Maria Bergonzi

8 settembre 2023 13:28

Condivido ogni singola parola, meriterebbe anche un ulteriore approfondimento aggiungere la questione legalita' del territorio

Gian Luca

8 settembre 2023 13:58

Buongiorno sono di Roma.

Questa estate - 2023 - viaggiando in moto da solo ho voluto visitare questo magnifico posto, che secondo me è patrimonio dell'umanità.

Sono rimasto male per non aver potuto visitare l'edificio simbolo di Salsomaggiore che ritengo sia in ristrutturazione.

Fate del tutto per far si che possa essere fruibile alle visite, perché è qualcosa di meraviglioso.

Grazie

Gian Luca

Bruno Orzi

9 settembre 2023 06:38

IMPECCABILE.....e assolutamente preciso....

Giovanna

9 settembre 2023 16:01

Quanta verità. Dal lontano 1990 già si sentiva che sarebbe cambiato qualcosa. E così è stato incredibile e vero che un posto splendido e che offre tanti benefici sia diventata terra di nessuno.
Non capiscono che hanno un tesoro sotto i loro piedi e non sfruttono quello che altri farebbero salti di gioia per avere un tesoro (che tante persone hanno sperimentato, io per prima) ,immenso. Un dispiacere vedere un declino che Salsomaggiore e Tabiano non meritano Fate qualcosa al più presto . Grazie!!!!!

Giuseppe Zagheni

10 settembre 2023 10:52

Tutto il disastro è cominciato con l'avvento del liberismo anche in Italia ,Soprattutto con i governi Berlusconi ma anche gli altri ci hanno messo del proprio. Principalmente rimane una questione di una pochezza imprenditoriale sia pubblica che privata .

Gian Luigi

24 settembre 2023 07:07

Brava , hai scritto un bellissimo articolo.
Da bambino andavo con i miei genitori zii e cugine a Salsomaggiore 15 gg tutti gli anni a settembre per 15 anni .
Era stupendo tenuto da dio , c’era bella gente , bei locali , bei negozi.
Alberghi lussuosi ,la splendida piscina…
Ci torno tutti gli anni un giorno , è una di quelle cose che mi da un misto di incazzatura e tristezza ,deserto .
Negozi chiusi rimane solo il parco
Credo sia n esempio della peggiore amministrazione possibile , e nella nostra avanzata Emilia, vedere L hotel Et de Milan modello film dell orrore .
Tristezza ed incazzatura
Vergogna

Claudio Bettinsoli

2 ottobre 2023 14:23

Mi occupo del Settore Benessere e rilevo che le difficoltà incontrate dagli Istituti Termali sono in prevalenza legate alla mancata considerazione del Mondo che cambia -

La Gestione di molti Centri Termali è stata, per decenni affidata a Direttori Scientifici che se da un lato brillano per capacità Sanitare, dall'altra difettano di Managerialità mirata senz'altro al Profitto, perché anche le Terme, come qualsiasi altra Attività, vivono di Fatturati.

Purtroppo l'Assistenzialismo di Stato si è negli anni trasformato in un comodo divano, su cui si sono accomodate molte Amministrazioni Regionali, Provinciali e Locali che tuttavia sono incolpevoli, perché impegnate a capire, interpretare e applicare Regolamenti che, messi impilati uno sull'altro, creerebbero una scala che arriva al Cielo; facendo perdere la Pazienza persino ai Santi.

Paradossalmente non mancano i Progetti e le Persone competenti, ma la realtà è data dal soffocante abbraccio d’improduttiva pedanteria e contraddizioni che circonda oggi i Centri Termali d'Italia.

E’ sufficiente leggersi un normalissimo Bando di Gara per capire quanto sia logorroica o soffocante la Burocrazia che scrive di andare avanti e contemporaneamente scrive di andare indietro – che scrive di restare immobili e al contempo impone di non stare fermi.

Lavorando nel Settore, so di cosa parlo e posso garantire che sono a decine i Centri Termali in difficoltà.

Se non addirittura chiusi.

In compenso sono un buon argomento pre-Elettorale che, ovviamente, ad Elezioni avvenute ed essendo argomenti “pre- elettivi”, tutto decade nel nulla - sino alla successiva Pre-Elezione.

Marco

18 novembre 2023 01:53

La situazione del termalismo in Italia è catastrofica. Lo è pressoché OVUNQUE, anche in altre località un tempo famosissime, quali Chianciano o Montecatini.
La responsabilità è dello Stato, a cominciare dallo sventurato governo che decise di non sovvenzionare più le cure termali.
Quel governo pensó evidentemente di far bene, risparmiando , ma in realtà commise un errore drammatico: scambió per spreco di denaro ciò che invece era un INVESTIMENTO STRATEGICO.
Le cure termali sono un investimento triplo: in salute , perché se praticare assiduamente consentono di mantenere la popolazione in buona salute e prevenire o curare malattie.
Economico, perché fanno risparmiare enormemente sulla spesa sanitaria per farmaci e giorni di astensione del lavoro per malattia. Nuovamente economico, perché il termalismo è fondamentale settore turistico . È stato calcolato che ogni euro investito nelle terme ne genera ben 7 sul territorio.
Va poi detto che siamo un Paese afflitto da abnorme disoccupazione giovanile e viviamo in un periodo storico in cui abbiamo impellente necessità di economia green : le terme costituiscono un'industria capace di dare lavoro ai giovani,a bassissimo impatto ambientale.
Del resto, basterebbe considerare il solo vantaggio in termini di benessere e salute pubblica , per deciderai a investire nel settore.
Se solo ai politici attuali interessasse qualcosa della salute pubblica, argomento ormai passato in ultimo piano, soppiantato dal quasi unico interesse della nostra classe politica: spartirsi cadreghe, potere e denari.
Mi sia consentito di rammentar una verità storica: vi fu un tempo in cui il "famigerato" governo fascista si adoperò in ogni modo per favorire il termalismo, mediante corposi investimenti e progetti imponenti.
Proprio a Salsomaggiore realizzó persino una linea ferroviaria e una stazione!
Non si pretende tanto...ma vedere estinguersi le terme italiane nell'indifferenza generale è davvero troppo !