31 marzo 2023

Il Governo approva il disegno di legge contro il cibo sintetico, una vittoria di Coldiretti e dei Cittadini

L’approvazione da parte del Consiglio dei Ministri del disegno di legge contro la produzione e commercializzazione del cibo sintetico in Italia è un importante traguardo raggiunto. E’ una vittoria, grande e vera, per la nostra agricoltura e per tutti i cittadini. Un risultato nel quale Coldiretti ha fortemente creduto, sostenuta dalle oltre 500mila firme raccolte in tutta Italia.

Anche in provincia di Cremona il nostro impegno in questa battaglia è stato forte e determinato. Coldiretti Cremona ha raccolto le firme nelle piazze, in occasione di tutti i nostri eventi e appuntamenti sul territorio, nei mercati di Campagna Amica, presso i nostri uffici. Nello stesso tempo abbiamo dialogato con le Istituzioni locali, in primis i Comuni, perché sostenessero, con l’approvazione di una delibera, questo nostro impegno per ottenere una legge che dicesse un no, forte e chiaro, al cibo sintetico nel piatto.

Il Disegno di legge “Disposizioni in materia di divieto di produzione e di immissione sul mercato di alimenti e mangimi sintetici”, approvato dal Governo, è frutto della nostra determinazione, della lungimiranza del Governo italiano, e della ferma richiesta partita da oltre mezzo milione di italiani, che hanno firmato la petizione promossa da Coldiretti per salvare il Made in Italy a tavola dall’attacco delle multinazionali. Una petizione sottoscritta anche dalla premier Giorgia Meloni e dal ministro dell’Agricoltura e della Sovranità alimentare Francesco Lollobrigida, in occasione della loro presenza ai Villaggi Coldiretti. La petizione ha ricevuto l’adesione anche di altri ministri e sottosegretari, parlamentari nazionali ed europei, governatori, sindaci, personalità della cultura, dello sport e dello spettacolo, rappresentanti istituzionali di Regioni e Province, imprenditori e numerosi vescovi. Anche in terra cremonese la nostra mobilitazione ha coinvolto cittadini, sindici, rappresentanti del tessuto produttivo, sociale, civile.

E’ una vittoria vera. Nel rispetto del principio di precauzione, il ddl punta a tutelare la salute umana e il patrimonio agroalimentare attraverso il divieto di produzione e commercializzazione di alimenti sintetici. Il divieto comprende sia gli alimenti destinati al consumo umano sia i mangimi animali. In caso di violazione delle norme, sono previste sanzioni amministrative pecuniarie da un minimo di 10.000 euro fino ad un massimo di 60.000 euro, ovvero fino al 10 per cento del fatturato totale annuo, con l’indicazione comunque di un tetto massimo, oltre alla confisca del prodotto illecito. Si prevedono ulteriori sanzioni amministrative che intervengono sulla possibilità di svolgere attività di impresa, inibendo l’accesso a contributi, finanziamenti o agevolazioni erogati da parte dello Stato, da altri enti pubblici o dall’Unione europea, per un periodo da uno a tre anni.

Un ringraziamento doveroso va al Governo Italiano, per aver accolto il nostro appello a fermare una pericolosa deriva che mette a rischio il futuro della cultura alimentare nazionale, delle nostre campagne e dell’intera filiera del cibo Made in Italy e la stessa democrazia economica.  E il Governo ci ha dato atto di essere stati la prima linea di questa battaglia, quando - subito al termine del Consiglio dei Ministri che ha approvato il DDL - la presidente del Consiglio Giorgia Meloni e il ministro dell’agricoltura Francesco Lollobrigida hanno raggiunto il presidio dei giovani agricoltori Coldiretti, giunti da tutta Italia e raccoltisi davanti a Palazzo Chigi (unici presenti) a sostegno del disegno di legge.

Giusto ricordare che le firme a supporto della nuova normativa sono state raccolte lungo tutto il Paese da Coldiretti insieme a Campagna Amica, World Farmers Markets Coalition, World Farmers Organization, Farm Europe e Filiera Italia.

Se mi è consentita una battuta, vorrei aggiungere che con piacere apprendiamo che altri soggetti provinciali (che certamente non erano con noi nelle piazze a raccogliere le firme, né ci hanno sostenuto nel dialogo con le Istituzioni locali teso a condividere il valore della battaglia contro il  cibo sintetico) ora condividono la soddisfazione per questa grande vittoria dell'agricoltura e dei cittadini. C'è persino chi si professa "tra i primi a sollevare il problema", laddove prima dichiarava "il cibo sintentico un falso problema". Benvenuti dalla parte giusta della battaglia a difesa del vero made in Italy.

Concludo dicendo che è nostro compito mantenere alta l’attenzione. Perché l’azione continua. Interessi economici colossali ispirano l’operazione che vorrebbe portare sulle tavole europee e mondiali quelli che abbiamo chiamato “cibi Frankenstein”. Dalla “pseudo-carne” prodotta in laboratorio al “finto-latte” senza mucche fino al “cosiddetto-pesce” senza mari, laghi e fiumi.

Prodotti che potrebbero presto inondare il mercato europeo sulla spinta delle multinazionali e dei colossi dell’hi tech.

Dopo l’autorizzazione per il consumo umano concessa dall’autorità alimentare americana Fda ai filetti di “pollo” creati in laboratorio dalla Upside Foods e a quelli della Good Meat, il rischio è una diffusione anche nell’Unione Europea, dove già quest’anno potrebbero essere introdotte le prime richieste di autorizzazione all’immissione in commercio che coinvolgono Efsa e Commissione Ue.

Ma la verità è che non si tratta di carne, bensì di un prodotto sintetico e ingegnerizzato, che non salva l’ambiente perché consuma più acqua ed energia di molti allevamenti tradizionali, non aiuta la salute perché non c’è garanzia che i prodotti chimici usati siano sicuri per il consumo alimentare e, inoltre, non è accessibile a tutti poiché è nelle mani di grandi multinazionali.

E dopo la finta-carne la sperimentazione si è estesa al finto-pesce ed al finto-latte, mettendo a rischio la naturalità degli alimenti più presenti nella dieta.

Cibi in provetta, dietro i quali c’è una precisa strategia delle multinazionali, che con abili operazioni di marketing puntano a modificare stili alimentari naturali fondati sulla qualità e la tradizione. Ci sono interessi miliardari. Il nostro impegno contro questo “cibo Frankenstein” - questa mostruosità contro natura, che minaccia la nostra agricoltura, il nostro territorio, la nostra stessa identità - anche in Europa, deve dunque continuare.

Direttore Coldiretti Cremona

 

Paola Bono


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