10 febbraio 2021

Il pretone don Camillo e Papa Francesco. Echi dalla Bassa

Chiedo scusa ai lettori, in anticipo, perché di solito, la recensione di un libro non la fa l’autore, che potrebbe avere un giudizio “offuscato” sul volume, ma stavolta, grazie alla gentilissima richiesta del Direttore e, soprattutto, dell’Amico (la A maiuscola è voluta!) Mario Silla, parlerò di un mio libro: un piccolo saggio pubblicato due annetti or sono dall’Editrice Àncora di Milano, dal titolo “Don Camillo, un pastore con l’odore delle pecore”. Titolo voluto a significare che il contenuto riguarda un parallelo fra il pretone guareschiano, personaggio quanto mai realistico, ma pur sempre di fantasia e l’attuale Pontefice Francesco, al secolo Jorge Mario Bergoglio. Vi racconto, in poche parole, la storia di questo libro. Quando padre Gilberto Zini (presidente dell’editrice Àncora) mi propose di scrivere questo libro, vi confesso che l’entusiasmo ebbe la meglio: parlare o, meglio, raccontare di don Camillo era, in fondo praticamente il mio mestiere. Quando, però, facendo mente locale mi resi conto che avrei dovuto tirare in ballo il Papa – e non un papa qualsiasi: Papa Francesco – vi confesso che sentii, come si suo dire, tremare le vene ai polsi. Però, preso il coraggio a due mani (santo cielo, quante frasi fatte che sto scrivendo!) cominciai a ricercare i contatti fra le storie, le favole di Guareschi e ciò che Papa Bergoglio aveva detto, dall’inizio del pontificato, non solo dall’ormai conosciutissimo Convegno nazionale della Chiesa Italiana a Firenze. Mi sorpresi di quante attinenze ci fossero, fra il pensiero di Guareschi (non dimentichiamo che lo stesso scrittore disse che don Camillo, Peppone e il Cristo che parla altri non erano se non tre facce della stessa medaglia: il medesimo Guareschi) e ciò che il Pontefice comunicava, nel suo modo diretto, semplice, parlando al cuore proprio come faceva Giovannino nel suo “Mondo piccolo”. Alla fine, ecco quanto ne è uscito: una sorta di storia senza una collocazione precisa, nel tempo e nei luoghi, una specie di “Mondo piccolo” del terzo millennio, dove le favole le racconta il Pastore venuto “dalla fine del Mondo”, quello stesso papa che a Carpi, conosciuta la gente della Bassa emiliana disse, su per giù: “Non conoscevo la Bassa, ma ora capisco meglio don Camillo e Peppone”. E ancora lui: Francesco che, a Bozzolo, rendendo omaggio a don Primo Mazzolari, disse che le tra note salienti della pastorale di don Primo erano le stesse di don Camillo e di Peppone: il fiume, la pianura e la cascina! Insomma la Bassa, il “Mondo piccolo” dove sono ambientate le storie del pretone e del sindaco comunista. Un luogo speciale, che Guareschi descriveva così: “Qui tira un’aria speciale, che va bene per i vivi e per i morti e qui succedono cose che non succedono da nessun’altra parte…” e solo conoscendo, praticando questo piccolo, grande mondo, scriveva Giovannino, “Si capiscono meglio don Camillo e Peppone e non ci si stupisce che il Cristo parli […].” Papa Francesco li aveva capiti molto prima di venire da queste parti! (Don Camillo, un pastore con l’odore delle pecore. Ancora 15 €)

Egidio Bandini


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