Karate Kid 40 anni dopo, quando un film racconta un mondo che cambia (o no?)
In questo weekend di riposo forzato dovuto a un po' di influenza non ho potuto fare molto altro che una lunga maratona di film, e aggiungo che Dio benedica la Smart TV il cinema e chi li ha inventati entrambi.
Tra la infinita scelta di film nuovi e oggettivamente orribili che le varie piattaforme offrono ho notato Karate Kid Legends, uscito esattamente 40 anni dopo il mitico film anni 80 che fece impazzire buona parte della mia generazione.
Il film del 1984 era il perfetto prodotto dell'America di Ronald Reagan, ricchissima ipercompetitiva e in cui tutto era possibile, il mix ideale tra la terra delle opportunità e la vittoria assicurata. Del resto era in corso la guerra più lunga e competitiva della Storia , la Guerra Fredda con L'URSS in cui anzitutto si sfidavano due modelli opposti di società.E proprio in quegli anni si decise chi avrebbe vinto.
Hollywood del resto è solo una mega industria, e come tutte le mega industrie è sempre andata a braccetto con la politica, sempre molto ben allineata con le necessità politiche degli USA, dalla vittoria in guerra al sostegno al capitalismo, dalle crociate anti comuniste fino alle ultime tendenze di ammenda totale sul razzismo. Ma sempre rigorosamente mainstream e soprattutto attentissima ad ingraziarsi chi ha più soldi in giro per il mondo.
Il Karate Kid degli anni 80 era un italo americano senza soldi e senza padre, che traslocava nella terra del sogno americano, quella California un po’ snob dove ad aiutarlo trova un altro immigrato, un giapponese stavolta. Quindi gli italo americani negli anni 80 erano ancora un po’gli sfigati da coccolare e i giapponesi ci facevano un figurone…del resto erano gli anni in cui il boom nipponico strabiliava il pianeta, e i moderni samurai si compravano mezza Europa, dagli immobili in via Montenapoleone fino alle collezioni di impressionisti pagandole a peso d'oro. E gli USA li coccolavano perché la loro tecnologia gli cambiava la vita, ma sempre ricordandogli Hiroshima e Pearl Harbour, in perfetto stile Yankee, perché va bene lisciare il pelo ma sempre col randello in mano come insegnava Teddy Roosevelt.
Sono passati 40 anni.cambia la ricetta ma il sapore è sempre lo stesso: guarda caso il Karate Kid di oggi è un cinese (e l'attore è proprio pechinese) , ed il suo maestro è nientemeno che Jackie Chan, il più famoso cantonese del cinema mondiale, nato e cresciuto nella Hong Kong Britannica che ancora oggi sopporta male di essere tornata cinese. Del resto il grosso del debito americano lo hanno in pancia i cinesi che oramai comandano mezzo mondo, gli italiani e i giapponesi non contano più nulla, e allora ecco che Hollywood si adegua come sempre al mainstream razziale e sopratutto finanziario.
In fondo è sempre “The old American way”: storie di ingiustizia, lacrimoni, rassicurazioni finali e vai con gli affari.
(La foto del professor Martelli è di Daniele Mascolo)
Sovrintendente agli Archivi del Comune di Milano
Docente di archivistica all'Università degli studi di Milano
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