6 febbraio 2024

La curiosa vicenda della “candidatura” di Virgilio e il silenzio del Pd

In un tempo in cui non ho vissuto, la politica era forse cosa fin troppo seriosa. Seriosa, perché seria dovrebbe – condizionale oggi d'obbligo – esserlo sempre. Ebbene, in quel tempo che non ho vissuto mi è stato detto che nei partiti – in taluni ancora più che in altri – una legge non scritta prevedeva che all'interno delle segreterie ci si potesse anche scannare fino all'ultima sillaba a patto che fuori da quella porta, la porta della sede di partito, si uscisse con una voce sola. Una soltanto. Il che non è altro che la semplice traslazione in ambito politico del comune detto secondo il quale i panni sporchi si lavano in famiglia.

Ora, qui di panni sporchi, per quanto ne so io non ce ne sono e tantomeno è mia intenzione insinuarlo. Fatto è che la candidatura di Andrea Virgilio a sindaco è quantomeno singolare. Nei modi, intendo. Per carità, uscire con un video, oggi come oggi, è naturale. Piaccia o meno, ma la politica oggi si fa anche così – si fa soprattutto così: a suon di social. Ciò che mi lascia un poco frastornato è il modus nel suo complesso. Traduco: Virgilio, persona più che rispettabile e candidato assolutamente spendibile, se ne esce con un video in cui si mette “a disposizione” per la candidatura a sindaco, precisando che sarà poi il suo partito, il Pd, a decidere. Corsa in avanti di Andrea? Ci può stare, per carità. 

Però. Però il partito, il suo partito, in sei giorni (il video è del 30 gennaio) non spende una parola. Non una dichiarazione della segreteria, non una nota di un notabile del Pd. Silenzio. Intendiamoci, non è che uno si aspetta che dalla sede del Pd partano salve di cannone o un tripudio di fuochi d'artificio che nemmeno Napoli campione d'Italia. Ma uno straccio di dichiarazione che faccia capire ai cittadini se Virgilio è effettivamente il candidato del Pd... quello mi parrebbe il minimo sindacale. Insomma, dateci una mano a capire, ecco. 

No, anche perché oggi che ti arriva in redazione? Arriva una lettera del direttivo di Fare Nuova la città, che è la lista civica di Gianluca Galimberti – la civica con la quale Galimberti si è candidato con l'appoggio del Pd, tanto per ricordare – nella quale il direttivo dice tutto entusiasta sì a Virgilio candidato sindaco. E lo fa perché qualche giorno prima lo stesso Virgilio, posato il telefonino con cui ha girato il video, si è messo al pc (inteso come computer, non sia mai che uno pensi al Partito Comunista) e che ha fatto? Ha scritto una lettera a Fare Nuova la Città – la civica del sindaco, repetita iuvant – chiedendo supporto alla sua candidatura.

Ora, io non sono una cima, perciò ne esco un filo stordito. Ma 'sto povero Virgilio, che deve fare per avere un benestare dal suo stesso partito? Voglio dire, a me pare che di questo passo finirà per scrivere una lettera a noi cittadini (un sms agli amici magari), a tutti, per dire che sì ecco insomma io vorrei candidarmi sindaco e se mi sostenete mi fate cosa gradita.

Sta bene. Ma così c'è un po' da perderci il filo, o sbaglio? Insomma, anche a noi poveri cronisti, una mano datecela una volta tanto, che qui non si sa più a quale iperbole ricorrere quando si scrive di Virgilio. Scrivo candidato o scrivo candidato in pectore? Scrivo che s'è messo a disposizione o scrivo che insomma ha fatto un video, una lettera, qualche intervista epperò lui stesso ancora non s'azzarda a uscire dritto, liscio con la medaglietta del candidato sindaco?

Che dite, dal Pd? Ce la date una mano?

Federico Centenari


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commenti


Carlalberto Ghidotti

6 febbraio 2024 18:32

A mio avviso meno nominano il Piddì a trazione Schlein e più possibilità hanno di arrivare (non dico vincere) 😉