La dieta? La inizierò da lunedì!
La dieta si inizia sempre di lunedì, mai una volta che dopo essersi pesati sulla bilancia e aver costatato amaramente un peso eccessivo si dica: incomincio subito! Le decisioni importanti, solitamente, si procrastinano sempre il più tardi possibile. È indubbio che il presente ci fa paura, ci inquieta, perché pretende una responsabilità e una consapevolezza chiare, delle decisioni repentine, un coinvolgimento totale. Il Demonio è terrorizzato dal presente e cerca in tutti in modi o di imprigionarci nel passato facendoci vivere solo di ricordi, di nostalgie, di malinconie e di rimpianti – uno dei casi più frequenti è l’incapacità di elaborare il lutto – o di proiettarci continuamente nel futuro facendoci immaginare un destino diverso, una felicità altra!
Cristo, invece, ci chiede di vivere intensamente il presente perché solo in esso possiamo esercitare realmente la nostra responsabilità, mettere in gioco i nostri talenti, instaurare relazioni arricchenti, contribuire alla costruzione del bene comune e, perché no, fronteggiare anche le fragilità e le debolezze! Solo nel presente possiamo decidere la nostra identità, il nostro futuro.
Quando Gesù annuncia l’avvento del Regno proclama qualcosa di meraviglioso e di tremendo insieme: Dio, in questo momento, nel presente, sta agendo in maniera definitiva e compiuta. E in effetti la presenza di Gesù conferisce alla storia quella pienezza di verità, quell’esaustività di comunicazione tra Cielo e terra che mai si erano vista! Gesù è il vertice e il compimento di quel lungo, complicato, ma esaltante cammino di salvezza iniziato da Abramo, proseguito da Mosè, richiamato costantemente dai profeti, atteso dai giusti, temuto dai malvagi. Cristo è l’ultima Parola: nessuno ha mai raccontato il Padre in maniera puntuale e completa come Lui. Non ci sono più segreti da rivelare o annunci da proclamare: tutto è stato svelato nel Vangelo!
Dicendo che il tempo è compiuto, Gesù ci rammenta che Dio sta decidendo di salvarci adesso momento e che quindi abbiamo il dovere di fare una scelta di campo adesso: senza reiterare quelle fatte ieri o senza posticiparle a domani! Tali scelte non hanno essenzialmente un connotato etico come intendeva Giovanni - nel capitolo terzo di Luca il Precursore offre dei consigli morali alle varie categorie di persone che lo interrogano per prepararsi alla venuta del Messia – bensì un carattere esistenziale: fare, cioè, della persona di Cristo il centro di tutta la vita! Tant’è vero che subito dopo, ai due fratelli pescatori, Andrea e Pietro, dice: “Venite dietro a me!”.
In pratica se per il Battista convertirsi vuol dire emendarsi dal male e dal peccato, per Gesù convertirsi significa decidersi per Lui, scegliere Lui come perno della propria vita, abbandonarsi totalmente al suo amore! Continueremo a peccare? Certamente, ma avremo anzitutto la consapevolezza chiara di fare il male e poi di poter invocare da Cristo la guarigione da questo male. Convertirsi vuol dire anche riconoscere che dal peccato ci si può anche liberare!
Gesù non chiede la patente di buona condotta a quelli che chiama, anche perché probabilmente ben pochi avrebbero potuto presentare l’ambito documento: Giuda era un ladro, Levi un esattore disonesto, Pietro un codardo e un superficiale, Giacomo e Giovanni dei superbi pretenziosi…
A Gesù non servono dei “perfetti”, individui moralmente ineccepibili, ma degli uomini che pongono tutta la loro fiducia in Lui; persone disposte ad entrare in intimità con la sua persona, a giocare la propria esistenza con la sua! Discepoli, che nonostante la propria pochezza, hanno il coraggio di prendere sul serio le sue parole. È chiaro che più staranno con Gesù, più sperimenteranno la sua premura e attenzione verso di loro, più contempleranno la sua umanità autentica e matura, più vedranno quanto efficace e rivoluzionario è l’amore di Dio, più comprendere quanto sia conveniente la sua proposta di vita e più si lasceranno coinvolgere e plasmare nell’intimo di loro stessi.
Il sugo della storia – come direbbe Manzoni - è sempre il medesimo: ci si converte non perché impauriti da lugubri annunci di castighi e punizioni, ma perché si è scoperto che l’esistenza che si vive è infinitamente più triste, incompleta, incolore rispetto a quella che Gesù promette. C’è una forza, un’energia, un amore che soltanto Cristo può svelarci!
Questa profonda verità dirada i tanti dubbi che ci assalgono ogni volta che siamo chiamati ad essere annunciatori di Cristo! Se si dovesse aspettare ad annunciare il Vangelo solo quando si è raggiunta la perfezione morale, probabilmente dovremmo tacere per sempre! Una cosa, però, è possibile fare: annunciare Gesù proprio a partire dalla propria indegnità. Sono pieno di peccati, il mio cuore è colmo di ipocrisie e di menzogne, i miei comportamenti sono spesso desolanti e vergognosi, ma di una cosa sono certo: Dio continua ad amarmi nonostante tutto e non c’è nulla – se non la mia libertà – che possa separarmi da Lui. Potremmo dirlo agli altri e sarebbe una magnifica testimonianza di fede umile e matura!
E questo devo impararlo a fare oggi, nel presente, in questo tempo compiuto dall’amore di Dio.
P.s.: ad onor di cronaca della dieta sono anche stufo!!!
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commenti
Myriam Gregori
21 gennaio 2024 13:12
Don Claudio sa entrare nell’’intimità e scardinare dei nostri precostrutti . Ritengo vero che a volte ci si senta talmente indegni, che non ci soffermiamo a pensare alle nostre debolezze perché ci fanno paura così come l’avvicinarci alla parola di Dio.
Da “saputelli “ diventiamo codardi . Grazie Don e prenda un po’ il largo dalla dieta …. Abbiamo
Bisogno di sorridere , non di fare calcoli anche a tavola …