5 giugno 2024

La maledizione degli spareggi. In serie A salgono tre società con proprietà straniere e due con stadi non a norma. Avvantaggiato chi non rispetta le regole?

Sono passati già alcuni giorni ma la delusione non è ancora passata. Si dice che nello sport si vince e si perde, ma quando sei costretto a commentare dalla parte dello sconfitto anche il più sacrosanto dei principi diventa indigesto. La Cremonese dunque non ce l'ha fatta, rimane in sere B anche nella prossima stagione. La squadra di Stroppa ha raggiunto la finale playoff contro il Venezia ed è uscita sconfitta dopo due autentiche battaglie. Allo Zini ha attaccato senza riuscire a segnare un gol, al Penzo ha perso 1-0 pur avendo dominato la partita. Nel calcio però le occasioni da rete e il possesso palla non contano, vince chi la mette dentro. E in 180 minuti la Cremonese non ci è riuscita. Certo che il campionato i grigiorossi non l'hanno perso nella finalissima, lo hanno gettato al vento prima quando hanno lasciato sei punti alla retrocessa Feralpi Salò, sei al Sud Tirol e tre alla pure retrocessa Ternana. Se avesse conquistato solo la metà di quei punti in palio probabilmente sarebbe salita direttamente in serie A. Comunque è un inutile esercizio quello di guardarsi alle spalle, il passato è passato e non si può più cambiare. Resta comunque negli occhi della tifoseria (sempre più di categoria superiore) un campionato giocato da protagonista, sempre nei primi posti della classifica. L'arrivo in panchina di Stroppa dopo l'incerto inizio con Ballardini ha dato gioco e certezze ad un gruppo costruito per fare il salto di categoria. Il tecnico di Paullo ha portato i suoi giocatori dall'undicesimo al quarto posto finale, ha regalato spettacolo, ha esaltato il popolo grigiorosso. Ovviamente commettendo anche qualche errore tattico, frutto di un integralismo che ormai tutti i tecnici si portano in dote. L'equivoco della mancanza di due punte vere in campo non ha convinto e i numeri lo confermano: Coda ha segnato 17 gol, la seconda punta (Vazquez) solo tre. E il migliore dei centrocampisti (Castagnetti) ne ha messi a segno 4. Difficile con questi numeri arrivare alla promozione, nonostante la difesa meno battuta del campionato.

Personalmente comincio a maledire gli spareggi. Nei quasi 50 anni di attività giornalistica al seguito dei grigiorossi ho provato più delusioni che gioie in queste sfide finali. Dall'Olimpico di Roma (con Catania e Como) al Cittadella allo Zini, da Varese alla umiliante retrocessione a Lecco. E molte altre. Nella bacheca dei ricordi positivi ovviamente rimangono Wembley, lo spareggio per la serie A vinto a Pescara con la Reggina e lo spareggio per la serie B vinto a Perugia con il Livorno. 

Comunque adesso si deve guardare avanti. La Cremonese ha una proprietà forte economicamente e ambiziosa. Bene ha fatto il patron (termine che a lui non piace) Giovanni Arvedi a portare subito l'incoraggiamento ai dirigenti e alla squadra. Non si tratta di stravolgere tutto, di mettere in atto una rivoluzione. Quasi tutti i giocatori sono di proprietà e quasi tutti hanno grandi qualità. Ora si tratta solo di procedere a tre o quattro innesti mirati per poter proseguire un lavoro iniziato l'anno scorso. Con chi e come lo deciderà la società, non è compito di noi commentatori.

Chiudo con una considerazione proccupante. In serie A sono salite tre squadre con proprietà straniera (Venezia e Parma americane, Como indonesiana) e due di queste senza stadio a norma.  Non ho nulla contro chi investe soldi nel nostro Paese (anche se mi rimane qualche dubbio sul come) ma sugli stadi una riflessione andrebbe fatta. La Cremonese ha una proprietà non solo italiana ma locale, ha uno stadio omologato per ospitare le Nazionali, ha solidità economica. E' vero che i risultati si ottengono sul campo, ma nel 2024 è possibile che sia sempre avvantaggiato chi non rispetta tutte le regole?

 

Giorgio Barbieri


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