13 giugno 2021

Le promesse di Fontana, gli spot d'antan e la gente indifferente

Attilio Fontana, governatore della Lombardia venne e vide. Non vinse. Però bevve. Già, bevve un bicchiere di latte insieme a Riccardo Crotti, presidente dell’Associazione Libera agricoltori. (La Provincia 9 giugno). Un brindisi al color bianco.  Cin, cin e viene da piangere e scuotere la testa.

Gesto simbolico e patetica sceneggiata, lo spottone a buon mercato a favore della Cremona agricola, non è parso una brillante idea. Vecchio, stantio e ammuffito, il copione sarebbe stato perfetto per la Settimana Incom, un tempo storico cinegiornale filogovernativo, oggi reperto archeologico.

Ai cittadini non frega una ceppa se Fontana beve un bicchiere di latte, o un calice di prosecco, o una lattina di bibita energizzante insieme al presidente di un’associazione agricola, tra l’altro non la più rappresentativa. 

Lo show sarebbe passato inosservato se il governatore avesse riempito il resto della visita pastorale di contenuti significativi. Così non è stato. Molto rumore per nulla, ma Shakespeare non c’entra.

Fontana ha svolto il compitino in modo impeccabile. Ha recitato la parte senza sbavature, ma privo d’entusiasmo. Ha timbrato il cartellino e, con il minimo sindacale, si è guadagnato la pagnotta. Ha fatto l’elenco della spesa e incolonnato gli impegni della Regione per la provincia di Cremona, senza aggiungere novità rilevanti a quanto già si sapesse. Un ragioniere. 

La lista è oggettivamente lunga e onerosa da finanziare. E’ scritta sulla carta e dovrà concretizzarsi e qui, dicevano le maestre di un tempo, casca l’asino, che, per evitare equivoci, non è riferito a Fontana, ma è un modo dire.

Il passaggio di Fontana a Cremona è stato un bicchiere d’acqua fresca, finalizzato a rassicurare i politici e gli amministratori locali. Una passerella. Un atto dovuto, ricco di generiche banalità.

 «Il futuro è oggi e lo dobbiamo costruire insieme. Governo, Regione, Comuni e Parti Sociali: tutti dobbiamo suonare insieme la sinfonia del domani».

Attenzione a non stonare.

«Occorre allargare l’orizzonte, con rinnovata creatività e andando anche oltre le abitudini consolidate, e scommettere sulla capacità di intercettare la ripresa».

Il passaggio di Fontana a Cremona è stato una serie di promesse molte delle quali ancora in fase embrionale. Promesse con un però di troppo che le ferma o le rallenta.

 «Regione Lombardia conferma la realizzazione del Presst a Crema e la messa a disposizione delle risorse necessarie, ferma restando la necessità di individuare, insieme al Comune, la soluzione più adeguata alla sua localizzazione». 

Per la verità il comune di Crema aveva indicato l’ex tribunale, ma la Regione l’ha bocciato.

«Sono state avviate le procedure per la realizzazione di un nuovo monoblocco presso l’Ospedale di Cremona (circa 300 milioni di euro): un edificio che vuole essere all’avanguardia in termini energetici e ambientali. L’intervento è attualmente in valutazione circa il corretto dimensionamento e le più adeguate fonti finanziarie; sarà fondamentale concordare con il comune un veloce percorso di autorizzazione per realizzare l’opera nei tempi dettati dal PNRR»

Detto in parole semplici, non si conosce ancora né la grandezza del nuovo ospedale, né il tipo di finanziamento. Campa cavallo, che l’erba cresce.

Il passaggio di Fontana a Cremona è stato una corsa su un’autostrada che è tra color che son sospesi. Forse un ologramma,

«Autostrada Cremona-Mantova (109 milioni di euro sulla l. 9/2020). Abbiamo avuto un confronto costante e continuo col concessionario per valutare il piano economico-finanziario. Siamo vicini ad un accordo finale che ci permetterà di individuare nuove modalità per realizzare un’opera prevista dagli strumenti di programmazione regionale e richiesta dal territorio, che vale oltre 800 milioni di euro». 

Un dato è certo, ancora nulla è certo.

Il passaggio di Fontana a Cremona non ha suscitato grande reazioni politiche. Non si sono letti e raccolti entusiastici commenti, ma neppure feroci stroncature. Forse una.

E’ stata notata una copertura straordinaria dell’evento da parte di alcuni organi d’informazione, bulimici nel fagocitare e riportare ogni dettaglio dell’evento, pisciatine comprese.

L’onorevole Luciano Pizzetti , il Mazzarino del Pd cremonese, ancorché  la sua   porpora sia un po’ sbiadita,  è tuttora molto ascoltato. Anzi, secondo alcuni è un possibile candidato sindaco del capoluogo. Sempre misurato nelle valutazioni, non ha esitato a promuovere l’azione di Fontana: «Nel complesso il mio giudizio sull'operato della Regione, sia per quanto riguarda l'autostrada che per il nuovo ospedale di Cremona, è positivo». (Cremonasera 9 giugno).

Meno conciliante Vittore Soldo.  Segretario provinciale del Pd, è molto impegnato a dimostrare le sue indubbie capacità, ma non è ancora nella top five dei politici provinciali, ammesso che esistano i top. 

«Da parte di Fontana e Guidesi (assessore regionale allo sviluppo economico ndr), oltre agli annunci, non abbiamo sentito grandi dettagli: sappiamo che Regione Lombardia si è presa l’impegno di un nuovo ospedale per Cremona e del Presst di Crema, così per l’Autostrada Cremona-Mantova ma non sappiamo né i dettagli e nemmeno i tempi di queste importanti operazioni che si svolgeranno sul nostro territorio». (Cremona oggi,  10 giugno)

Ha ragione Pizzetti o Soldo?  O hanno ragione entrambi? In politica tutto è possibile. E il Pd  ha modificato i cromosomi che il Pci gli aveva trasmesso. Non è più granitico. Friabile sarebbe ingiusto. Confuso si avvicina alla realtà.

Tranchant Marco Degli Angeli, consigliere regionale 5 stelle. 

«L'ennesimo annuncio riguardante l'autostrada Cremona Mantova fatto dal presidente Fontana è tragicomico. Tutto è ancora nella nebbia dell'incertezza». (Cremonasera 9 giugno).

Cosa rimane di Fontana a Cremona? Poco. Un bicchiere di latte, molte promesse, la copertura mediatica. L’indifferenza dei cittadini. E’ il dato più importante. Più preoccupante. Più sconcertante. Più pericoloso. E’ la certificazione del distacco tra istituzioni e popolo. Soprattutto tra regione e popolo. Ed è il popolo che incarna l’identità di un territorio. Probabilmente a Milano l’hanno dimenticato. Ma anche Cremona perde colpi.

Antonio Grassi


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