1 dicembre 2025

Nucleare, l'alternativa all'Eldorado?

Leggendo l’articolo “Nucleare sostenibile in riva al Po. Eldorado o supposta?” di Antonio Grassi ed il commento ad esso di Cinzia, sembra che entrambi temano la “supposta” non come aggettivo (supposta ipotesi), ma come sostantivo (farmaco).

Cerco di rincuorarli, in modo faceto, mostrando che un centinaio d’anni fa sarebbe stato (col senno di poi) deleterio; allora la prescrizione avrebbe riguardato ciò che è in figura: un medicinale “tradizionale” ma con l’aggiunta di radio, elemento radioattivo tremendo.

Già, perché tra il 1910 ed il 1930 la moda del “radioattivo è bello” dilagò anche in prodotti integrati con sostanze radioattive estremamente pericolose, poi, visti gli effetti nefasti, scomparvero i più scemi, i più inutili.

I prodotti interessarono, per citarne solo alcuni (gli esempi sono moltissimi): farmaci, dentifrici, creme di bellezza od oftalmiche, biscotti, bevande, bende elastiche, corpetti, perfino mutande, preservativi, sigarette, lamette da barba.

Allora, c' è andata bene?

 

Nella foto le vecchie supposte al radio

Pieremilio Priori


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commenti


Cinzia

1 dicembre 2025 19:01

Carinissima risposta ...ma mi corre l obbligo di fare notare che Madame Curie che non ringrazieremo mai abbastanza, ci ha lasciato la pelle per colpa degli effetti collaterali dell esposizione a radiazioni, ma allora non si sapeva nulla di tutto ciò.
In seguito gli interessi economici hanno prevalso sulle conseguenze e non era volontà dei potenti divulgare nel dettaglio ciò che si andava man mano scoprendo.
Negli anni 70 e dopo Chernobyl le notizie hanno iniziato a circolare e la gente ha potuto farsi un idea che ha abbondantemente espresso nel referendum.
Tutto questo per dire che oggi l informazione c è o è reperibile ...e scusatemi il francesismo ma non c è bisogno di assaggiarla la merda per sapere che è grama.

PPriori

2 dicembre 2025 07:20

Accanto al ricordo di madame Curie io metterei anche quello dei Liquidatori: migliaia di persone che operarono al recupero delle macerie dell’edificio del reattore esploso a Chernobyl, iniziando dal tetto da cui dovevano spazzare di sotto, con badile o con le mani, tutto quello che lo ricopriva, con turni di alcuni minuti, tanto elevata era la radioattività. Anche loro furono ignari del pericolo (oggi si direbbe non informati, né formati); ne morirono a centinaia (migliaia?), ma a differenza di Curie morirono non con la gloria dei due premi Nobel, impensabile per una donna ad inizio del 1900, ma solo per un non cercato encomio pubblico (forse neppure firmato da Gorbaciov) per gli “eroi” morti e qualche benefit per i reduci o eredi.

Manuel

2 dicembre 2025 17:59

Egregio Priori,
tra le diverse argomentazioni, pareri, puntualizzazioni, tutti interessanti, che ci ha riservato negli ultimi giorni, quest’ultimo mi ha colpito particolarmente.
Un grazie di cuore per le esposizioni tecniche e la sensibilità.
Mi inchino.