Nuovo ospedale. Toh, anche in Francia la battaglia contro il mercato immobiliare della Sanità
La cittadina francese di Langres, nella regione della Alta Marna, sabato 23 settembre era completamente bloccata. Un pacifico corteo di protesta, che ha richiamato migliaia di persone, ha percorso i viali e le piazze cittadine per opporsi alla costruzione di nuovi ospedali con in testa, riconoscibili grazie alle fasce tricolori, i rappresentanti politici di vario livello e di differente estrazione partitica.
Il francese non è lingua che conosco per cui decido di chiedere chiarimenti ad una persona che lo parla decisamente – ma ci vuole poco – meglio di me. La storia degli ospedali in quella regione parte nel 2021, quando viene approvato il progetto di ristrutturazione di uno dei due ospedali locali e la costruzione di due nuovi presidi nella Alta Marna. Progetti, soldi da investire, tempi; secondo i fautori di questa nuova linea sanitaria nel 2028 i nuovi presidi, con preventivo di 140 milioni di euro, di quella regione dovrebbero essere pronti, per la ristrutturazione di uno tra i due esistenti la procedura di studio comincerà nel 2029. Arriveranno strutture moderne ma magari più piccole, tecnologicamente avanzate con intelligenza artificiale e telemedicina 24 ore al giorno, saranno specializzati in determinati ambiti come la chirurgia d'emergenza o le prestazioni legate alla natalità.
Tutto bello, entusiasmante, moderno, in grado di spazzare via a colpi di affascinanti slide quel vecchiume strutturale che sembrava degno di un ospedale da Terza Repubblica e, per convincere tutti, ma proprio tutti, nelle sale cittadine arriva l'immancabile e colorato rendering che, sulla carta, garantisce lo spostamento delle strutture in aree distanti dal paese ma il mantenimento del numero di posti letto. Ma se tutto è così cristallino e bello da vedere, con tanto di posti letto mantenuti, perché protestare bloccando un intero paese? La risposta è tra le righe dei pensieri di Jacques de La Palice, meglio conosciuto come lapalisse, se, ad esempio, vi erano 100 posti letto per 10000 persone in prossimità di quel paese, adesso vi saranno, sempre come esempio, 100 posti per 30000 persone e svariati chilometri da percorrere per svariati tipi di prestazioni. Non è la stessa cosa e non è così scontata come verità, come ammetterebbe lo stesso La Palice. La paura della cittadinanza è quella che gli ospedali esistenti vengano “dimenticati” in materia di servizi per la cittadinanza; dato che si punta alla “new medicine” senza investire in quella già esistente le persone, stante ai progetti, ipotizzano la chiusura di vari reparti per trasformarne uno in un centro per la riabilitazione, dato che molti altri servizi sanitari verranno spostati nelle nuove strutture a chilometri di distanza.
I cittadini di Langres e paesi limitrofi si troverebbero spiazzati, dal punto di vista sanitario dovrebbero percorre chilometri per raggiungere i reparti, magari puntando sugli ospedali nazionali ingolfando, paradossalmente, l'accesso a quelle strutture con maggiore gamma di servizi. Il pollo di Trilussa rende sempre bene l'idea di un qualcosa che fa felice poche persone a scapito di altri. Henri Linares, sindaco di Humes-Jourquenay, con molta chiarezza afferma “Perché non possiamo finanziare le attrezzature giuste nel luogo giusto? Basterebbe ascoltare i sanitari che chiedono di investire sulle strutture esistenti e rendere fruibili i servizi necessari alla popolazione”, l'alternativa proposta, ma sembrerebbe scartata dalle scelte politiche, era quella di costruire un ospedale in zona che sia in grado di accentrare i servizi agli utenti, non si spezzettare i reparti in zone sempre più lontane.
I dirigenti e le associazioni della Alta Marna, con gli abitanti di Langres in prima fila guidati da Mathieu Thiébaut, parlano di un “Mercato immobiliare della sanità. Con quella che sembra la progressiva chiusura dell'ospedale pubblico di Langres, partita con la dismissione dei reparti legati alla natalità, non è arrivata nessuna informazione o confronto con le scelte calate dall'alto, non sappiamo cosa verrà offerto nei nuovi presidi. Nel frattempo vi è il fuggi-fuggi dei pazienti che rischia di rendere sempre meno appetibile questa zona accentrando i problemi sugli ospedali più grossi”.
Sabato 23 settembre, a Langres, cittadini, politici e medici hanno sfilato per mantenere la parità di accesso alle cure per tutti i cittadini, pilastro fondamentale di ogni società civile.
Deja vu.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
commenti
Pierpa
26 settembre 2023 12:37
Cos'altro aggiungere? Abroghiamo l'art. 32 della Costituzione, roba vecchia, e affidiamo la sanità ad architetti, designer & c.
Gianluca
2 ottobre 2023 19:59
Sull'esempio virtuoso dei cittadini di Langres, anche noi Cremonesi dobbiamo manifestare contro il criminoso progetto di abbattimento del nostro glorioso Ospedale Maggiore. Facciamoci sentire!!!!