Ospedale in affanno con l'influenza e vogliamo costruirne uno più piccolo? Dati inutili e talvolta comici della relazione tecnica
In occasione della recente visita alla nostra Provincia l’assessore Regionale alla Sanità ha presentato il nuovo Direttore Generale dell’ASST (il principale responsabile dell’organizzazione e funzionamento dell’assistenza sanitaria locale) non solo come valido dirigente sanitario ma anche come un esperto di cantieri. Una battuta che rilancia l’interrogativo se la Sanità pubblica possa giovarsi, oltre che di autorevoli professionisti, anche dell’opera di abili capomastri. Delusi quelli che speravano che l’obiettivo della Sanità pubblica fosse quello di migliorare la qualità dell’assistenza e della cura: sembra che ormai la scelta sia quella di costruire, costruire e ancora costruire. Ovviamente con i soldi delle nostre tasse, denari sui quali il cittadino onesto non ha alcun controllo e che invece suscitano l’interesse di molti, in particolare degli “stakeholder” termine che si potrebbe tradurre come “quelli che già si stanno affilando le unghie”.
Potremmo anche fermarci qui, in fondo siamo abituati a stare chinati in avanti e a lasciarli fare e tuttavia, in un sussulto di dignità, vale la pena di leggere e commentare la relazione tecnica che giustifica la costruzione del nuovo Ospedale di Cremona. Si tratta di 71 pagine zeppe di dati, spesso inutili, talvolta comici.
Lo sapevate che la popolazione della Provincia di Cremona da qui fino al 2040 potrà rimanere stabile, oppure aumentare o magari diminuire?
Lo sapevate che 37,5 è un numero più basso di 31,9?
Lo sapevate che il numero di posti letto ospedalieri attuale è inferiore a quanto stabilito dalla legge?
Lo sapevate che l’Ospedale di Cremona non ha i requisiti per diventare DEA di II livello?
Lo sapevate che nel 2019 (ultimi dati disponibili) i cremonesi hanno scelto di farsi ricoverare in altri Ospedali più di 14.000 volte?
Lo sapevate che apparentemente nessuno dei Dirigenti della Sanità locale si è mai posto questo problema?
Visto poi l’invecchiamento della popolazione, è prevedibile che d’ora in avanti il numero dei ricoveri e delle giornate di degenza siano destinato ad aumentare. Sembra un ragionamento elementare e tuttavia il documento sostiene che le giornate di degenza ed i ricoveri potrebbero sì aumentare, però magari potrebbero anche diminuire. A questo punto forse sarebbe stato meglio consultare una cartomante, magari costava meno.
Viene finalmente chiarito che i posti letto del nuovo ospedale saranno molti meno degli attuali e che il numero dichiarato (551) in realtà comprende sia quelli dell’ospedale di Cremona (445) che quelli dell’Ospedale Oglio Po (106). Forse, distratto dalle nuove nomine della Sanità regionale, nessuno si è accorto che nel periodo Natale-Capodanno 2023 l’ospedale attuale (con circa 500 pazienti ricoverati) è andato in crisi per una normale epidemia influenzale. Evidentemente le raccomandazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità e le nuove proposte del Piano Pandemico nazionale (che prevede, tra l’altro, il potenziamento strutturale dei posti letto previsti dal DL 34/2020) non se le fila nessuno. Infine, a beneficio degli appassionati della rubrica “Spigolature” sulla Settimana Enigmistica, vale la pena di elencare le conclusioni della relazione tecnica e le motivazioni che giustificano la costruzione di un nuovo edificio ospedaliero a Cremona (tra parentesi i commenti di chi scrive):
1) consolidamento del ruolo centrale del presidio di Cremona all’interno della rete ospedaliera aziendale – (adesso invece è diverso?)
2) potenziamento dell’attività sanitaria dell’Ospedale con aumento del numero di prestazioni erogabili: attività interventistica, diagnostica, endoscopica, dialisi – (piccolo dettaglio: nessuno si è accorto che se mancano personale ed attrezzature non si può potenziare un bel niente e che i muri, da soli, non servono a nulla?)
3) potenziamento delle dotazioni dell’Ospedale nell’ottica del parziale recupero di mobilità passiva e anche del possibile riconoscimento del presidio come DEA di II livello – (si tratta di un problema già risolto: Il DEA di II livello è stato assegnato a Mantova e quindi, a norma di legge, non c’è spazio per farne un altro a Cremona)
4) implementazione di un modello organizzativo delle attività sanitarie che favorisca la centralità del paziente e bla, bla.. – (un impegno sulla organizzazione del lavoro è proprio quello che è mancato sino ad ora e comunque è del tutto indipendente dalla struttura edilizia, visto che è in relazione alle capacità ed alla professionalità di chi dirige la Sanità pubblica)
5) erogazione dell’attività post-acuta in setting più appropriato e ben definito – (si tratta del territorio? Case di Comunità? Ospedali di Comunità? Senza personale? Senza organizzazione? Senza finanziamenti? Senza miracoli?).
www.vittorianozanolli.it
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commenti
Innominato
25 gennaio 2024 14:40
Personaggi strapagati che non conoscono neppure i numeri dei malati dei ricoveri delle necessità che vengono a pontificare e decidere sulla pelle dei cittadini
Il nuovo che avanza
Manuel
25 gennaio 2024 17:56
... e intanto si “ autorigenerano” appalti a favore di piccole e grandi ristrutturazioni del moribondo ospedale di Cremona.
Franco Toscani
26 gennaio 2024 15:18
Bravo Pietro! Sono completamente d'accordo. I veri motivi devono essere dunque altri. Quali? Credo siano evidenti a tutti. Ma forse a dirli si rischia una querela.
Dina Rosa
27 gennaio 2024 17:18
Una bella analisi, dott. Cavalli, molte grazie.