12 maggio 2024

Padania Acque, l'autonomia dei sindaci. Pizzetti non li ha visti arrivare

Può succedere a chiunque di fare pipì fuori dal vasino. Alcune volte anche controvento. Quasi mai fuori e controvento contemporaneamente.

Luciano Maverick Pizzetti, piddino, top gun della politica cremonese, è riuscito nell’impresa di fare pipì fuori dal vasino e controvento. 

Giovedì nel tardo pomeriggio, a Cremona Fiere, dopo l’approvazione unanime del bilancio, l’assemblea dei soci-sindaci di Padania Acque ha rinnovato, con un astenuto e nessun contrario, il consiglio di amministrazione in scadenza. Un altro dei soci presenti ha dichiarato di non partecipare alla votazione del nuovo organismo direttivo. Ha argomentato la propria scelta senza toni polemici e con precisione. Si è dichiarato soddisfatto degli ottimi risultati ottenuti dagli amministratori uscenti, ma avrebbe preferito una loro conferma per un tempo inferiore ai tre anni indicati dallo statuto della società.

Prima della votazione, su richiesta di un sindaco, è stato concesso all’assemblea un timeout di alcuni minuti.  Tempo impiegato per un confronto e un sondaggio tra i presenti e capire le intenzioni di voto, incarico affidato a Mirko Signoroni, presidente della Provincia.

Al termine dell’intervallo, il Nando Pagnoncelli di casa nostra ha preso la parola e comunicato che la stragrande maggioranza degli interpellati era orientata a riconfermare presidente, consiglieri e amministratore delegato per i prossimi tre anni.

È seguita la votazione, liscia come l’olio. Pratica archiviata. Sorrisi e strette di mano. Chiarezza e trasparenza. Nomina rispettosa della scadenza naturale del mandato. 

I soci di Padania Acque sono 114 comuni, ai quali si aggiunge l’amministrazione provinciale - maggiore azionista - per un totale di 115.

I partecipanti all’assemblea presenti rappresentavano il 91,82 per cento del capitale sociale.  Il socio che si è astenuto detiene una quota dello 0,9331 per cento.  L’altro che non ha votato ha in carico lo o,7138 per cento. Se si sommano le due percentuali si ottiene l’1,6529 per cento. Se si toglie questa percentuale a quella del 91,82 per cento dei presenti in assemblea, si arriva alla percentuale del 90,1671 che ha rinnovato la fiducia agli amministratori in scadenza.  Un consenso schiacciante, ottenuto in un clima sereno e nessuna lacerazione tra i votanti. Una indicazione precisa per i nominati: il diritto e il dovere di rimanere in carica fino alla fine del mandato. 

Il mattino seguente, sulla stampa è comparsa una dichiarazione di Pizzetti con parole dure sul rinnovo dei vertici societari. Non sui nominati e non sul loro operato. 

Una valutazione tranchant. Livorosa verso i sindaci-soci. Un giramento di coglioni. Una reazione da pugile in difficoltà. Alle corde. Balena arpionata.  Leone in gabbia. Jena Plisskens in fuga da New York.  Qualcosa della serie: quando il gioco si fa duro i duri cominciano a giocare. Al cinema vincono sempre. Nella realtà qualche volta perdono. 

Atteggiamento da giacobino o inquisitore, senza essere né Saint Just, né Torquemada. Più cremonese. Più annacquato. Più sottile. Più sintonico con la Repubblica del Marubino.

Spruzzata di dietrologia e complottismo di chi vede trame in ogni istante e luogo. 

Oppure niente di tutto questo, ma banale avvertimento di un politico bene informato e reticente a rivelare ciò che sa.  

 Nel linguaggio comune, un pizzino per qualcuno. In quello più intellettuale, un metamessaggio.  

«A giudicare – ha chiosato l’ex parlamentare Pd - in modo più benevolo, considero questa scelta (il rinnovo del consiglio di amministrazione, ndr) una pagina opaca della politica locale. Se cambio prospettiva, la considero una pagina del tutto negativa della politica locale» (La Provincia, 10 maggio 2024).

Bontà sua e un ringraziamento per la benevolenza, anche se frega poco della clemenza pizzettiana. Al contrario stimola curiosità. 

In modo benevolo, lui come considera il comportamento della politica in occasione del tradimento del referendum sull’ubicazione dell’inceneritore a San Rocco?  Voltafaccia che lo ha visto, insieme al suo partito, in prima linea. 

Se cambia prospettiva, come giudica la vicenda della doppia chiamata alle urne per l’elezione del presidente della provincia? Pagina non solo negativa, ma tra le più buie della storia locale. Pagina con protagonista il Pd. Pagina non opaca, ma smaccatamente alla luce del sole. Sfacciatamente sprezzante nei confronti di sindaci e consiglieri comunali. Concentrato di arroganza e prepotenza. 

Se la scelta del nuovo consiglio di amministrazione di Padania acque è opaca, allora non è trasparente.  Se non è trasparente, allora nasconde qualcosa, anche di legittimo, da non pubblicizzare. Se non è da pubblicizzare allora provoca mal di pancia a qualcuno. Qual è l’entità oscura che ha scatenato l’ira funesta del giustiziere Luciano. Qual è il qualcuno?

Pizzetti non è uno quaquaraquà qualsiasi. Non è un superficiale. È intelligente. Pesa le parole al nanogrammo. O possiede le prove dell’opacità da lui denunciata e le riferisce. O la bilancia si è rotta e lui ha fatto pipì fuori dal vasino.

Chi sono i registi che giovedì hanno organizzato la votazione opaca?  Chi sono i carbonari che hanno coinvolto la stragrande maggioranza dei sindaci in un’azione, secondo Pizzetti, poco ortodossa. O il pubblico ministero rivela i nomi o ha fatto pipì fuori dal vasino. 

Quali i motivi-interessi alla base di un comportamento censurabile, ma non illegale, per un pubblico amministratore?   O Pizzetti li elenca, o ha fatto pipì fuori dal vasino.

Per giustificare il j’accuse non basta all’ex parlamentare evidenziare che «di qui a un mese sarai scaduto ma non lasci nessuna voce in capitolo a chi verrà dopo di te in merito a chi guiderà la società; non lasci ai nuovi eletti la potestà di eleggere gli amministratori che, appena insediati, resteranno alla guida per altri 35 mesi. Una condotta, questa, che chiama in causa i partiti».

In un’epoca in cui i partiti sono il punching ball di tutti gli incazzati in circolazione, sparare su di loro è troppo facile. È sparare sulla Croce Rossa. Anche poco elegante per chi al partito deve la sua brillante carriera.  

Cosa pensano i sindaci del Pd presenti a Cremona Fiere e indirettamente accusati dal compagno Pizzetti di avere scippato un diritto ai futuri colleghi? 

In ogni storia opaca c’è sempre un dettaglio che porta un po’ di luce. Il particolare si trova in fondo all’intervista.  Al termine di una tiritera su democrazia, etica e politica, spremuta di banalità e di luoghi comuni.

«C’è – spiega Pizzetti - un’etica in politica come nell’azione pubblica. Qui da una parte c’è il valore della rappresentanza dei cittadini, si chiama democrazia, dall’altro chi procede a scelte importanti anche se tra meno di un amen potrebbe non essere più lì. Insomma, come dire, conti te e il resto non conta niente. Prendiamo l’ente provinciale e il Comune di Casalmaggiore, che è il secondo azionista di Padania Acque: chi dice che di qui a mese avranno gli stessi amministratori? Quanto fatto è legittimo, certo, ma, ripeto, è lontano dall’etica della politica. E per alcuni è cinismo di potere».

Il dettaglio è Casalmaggiore. In questa città un candidato sindaco è un renziano. «Italia Viva appoggia Luciano Toscani; non è una novità inattesa, certamente, dato che Toscani è uno dei renziani della prima ora, ma comunque un appoggio significativo giunto a Casalmaggiore dalla coordinatrice nazionale di Italia Viva Raffaella Paita e dal presidente provinciale Giovanni Biondi» (OglioPo News, 17 aprile). 

A Cremona «i candidati di Italia Viva confluiranno nella lista civica ‘Cremona sei tu» (La Provincia, 16 aprile), capolista Pizzetti.

Per Sherlock Holmes, Philip Marlowe, ispettore Coliandro e qualsiasi altro investigatore della domenica, è semplice notare alcune coincidenze non casuali.  

Primo. Tra i tanti comuni soci di Padania Acque che andranno alle elezioni a giugno, Pizzetti ha citato Casalmaggiore. 

Secondo. Uno dei candidati sindaco di Casalmaggiore è sostenuto da Italia Viva.

Terzo. La Repubblica del pomodoro ha un peso azionario importante (7,1019 per cento del capitale sociale) in Padania Acque. 

Quarto. I candidati di Italia Viva sono nella lista di Pizzetti a sostegno di Virgilio.

Quinto. Biondi, una ventina d’anni fa, è stato presidente dell’ATO (ambiti territoriali ottimali per la gestione del servizio idrico integrato).

Il cerchio è chiuso. Cinque indizi, cinque coincidenze, non una prova. Ma quanto basta per ipotizzare Biondi cavallo su cui puntava e punta Pizzetti per una poltrona in Padania Acque. Obiettivo per ora ciccato. Fallimento, probabile causa della sbroccata contro i sindaci. Pipì fuori dal vasino.  Democrazia, etica e politica e bla, bla bla? Maquillage di qualità per mimetizzare la meta. Per rivendicare un domani, nell’eventualità di una vittoria di Toscani e Virgilio, un posto nel consiglio di amministrazione di Padania Acque.  Se così fosse la pipi sarebbe anche controvento. 

Una verità è assodata. I sindaci-soci hanno agito in autonomia. Pizzetti non li ha visti arrivare. Elementare Watson.

 

Antonio Grassi


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commenti


Teresa

12 maggio 2024 07:13

Non li ha visti arrivare e forse non sa che non tutti aderiscono o sono espressione di un partito! Ottima replica a chi ha davvero un concetto padronale della politica e pretende di dare lezioni di etica.

Tiziano Guerini

12 maggio 2024 08:07

Una sola cosa: fra un mese la metà di quei sindaci non saranno più in carica.

François

12 maggio 2024 10:11

Questo lo decideranno gli elettori e le elettrici. Non lei.

Pasquino

12 maggio 2024 15:32

Se è vero ciò che " ipotizza" Grassi si evidenzia lo schifo della politica e anche dei suoi uomini più rappresentativi in provincia
Per fortuna anche i "grandi" prima o.poi sono destinati a scomparire Un ciao a Pizzetti

cp

12 maggio 2024 15:32

“Pisciare controvento” è un ottima metafora: “soddisfare un proprio bisogno senza rendersi conto della realtà” questa sembra davvero la lettura più corretta di quanto accaduto. Ci vedo una seconda metafora insita nell’articolo, la metafora del “politico”: colui che fa le leggi, ma poi chiede di non applicarle quando vanno contro i propri “Interessi” etici.
Legittimo invece che chi è investito dalla legge dell’onere decisionale, decida e, se pensa che un gruppo di persone abbia operato bene, li confermi, perché hanno operato bene, non perché piacciono a qualcuno. Li hanno visti operare per il bene comune, hanno lavorato bene e li hanno confermati, chi più di loro può dare un giudizio di merito? Quelli che non sanno nemmeno chi siano però hanno le indicazioni “eticamente più giuste” ? Totò risponderebbe: “ma mi faccia il piacere!!!!!”

Pierpa

12 maggio 2024 18:38

Bellissima descrizione delle miserie non della politica, ancorché locale, ma del "maneggio". Effetto forse di una sindrome tipica di potenti grandi d piccoli: credere nella propria immortalità e quindi insostituibilità. Solo una pecca (a mio avviso) nell'articolo, quando si parla di "compagno" Pizzetti. Gauleiter ci stava meglio.

Sebastiana

17 maggio 2024 15:30

Tipico linguaggio vetero maschilista. Tengo ad informare che fare pipì controvento e fuori dal vasino riguarda esclusivamente il maschio ( alfa, beta e gamma) e non il gender fluid. Le donne, ad esempio, non incorrono in queste amenità, e forse neppure alcuni/e tra la celebrata popolazione LQBT+qualcos'altro di difficile definizione. Attento, Grassi, ti aspettiamo sotto casa in giornate ventose per mostrarti la realtà attuale.