Padania Acque è un asset strategico di proprietà dei cittadini della provincia di Cremona a cui diamo acqua eccellente a prezzi contenuti
I recenti interventi sulla stampa nazionale e al forum di The European House Ambrosetti da parte di Renato Mazzoncini, amministratore delegato di A2A, sui temi della siccità e delle infrastrutture idriche, hanno posto l’accento su alcune delle criticità strutturali che caratterizzano il nostro Paese. La punta dell’iceberg di tali criticità è rappresentata dai dati – non certo nuovi - relativi alla dispersione idrica, superiore al 40% a livello di media nazionale, con punte che sfiorano il 50% nel Centro e Sud Italia. Un dato che impressiona, soprattutto se confrontato con quello europeo - attestato mediamente nell’intorno del 25% - e che non è più tollerabile, vista la sempre più diffusa siccità che dovremo fronteggiare in futuro. Nel suo ragionamento, Mazzoncini individua nella scarsità degli investimenti sulle infrastrutture idriche – latu sensu - la principale causa delle suddette criticità. In effetti, il confronto degli investimenti pro-capite italiani con quelli degli altri paesi europei evidenzia un ulteriore divario: a fronte dei circa 50 € annui investiti dagli operatori nazionali, in Europa si investe molto di più: 78 € pro-capite, secondo l’ultimo dato pubblicato da Ambrosetti. La media italiana peraltro non inganni, poiché nasconde al suo interno realtà molto diverse: laddove il servizio idrico integrato è ancora gestito in economia dai Comuni, gli investimenti pro-capite non superano infatti gli 8 € l’anno. Minori investimenti significano un più basso tasso di sostituzione degli impianti, da cui discendono una loro maggiore vetustà e livelli di performance insoddisfacenti. Confronto per confronto, vale però la pena di ricordare che il nostro Paese ha un livello tariffario tra i più contenuti del Vecchio Continente: in Italia, 1.000 litri di acqua potabile del rubinetto costano in media 2,1 euro, a fronte degli oltre 3,5 euro della media Europea: una differenza superiore ai 2/3.
Fin qui i problemi. Quali le possibili soluzioni?
Per l’amministratore delegato di A2A, occorre affidare il servizio idrico a gestori industriali in grado di mobilitare le risorse finanziarie e le competenze tecniche necessarie a colmare il gap di investimenti che caratterizza il comparto italiano. Una soluzione che il territorio della provincia di Cremona ha scelto di intraprendere una decina di anni fa, affidando a Padania Acque la gestione del servizio. Fu una scelta coraggiosa, dagli esiti non scontati, ma che a distanza di un decennio si è rivelata la scelta giusta. Alcuni numeri: le perdite idriche nella nostra provincia sono al 24%, in linea col benchmark europeo; gli investimenti pro-capite nell’ultimo quadriennio hanno superato i 55 euro annui (oltre il 10% in più della spesa nazionale), con una tariffa che è circa il 20% inferiore alla media italiana. Non è un caso che, solo l’anno scorso, l’ARERA - l’autorità nazionale che regola, tra gli altri, anche il comparto idrico – abbia premiato Padania Acque come il miglior gestore italiano per la qualità tecnica. A ciò si aggiungano le numerose certificazioni ottenute negli ultimi anni, ulteriori garanzie circa la qualità degli impianti, l’eccellenza del laboratorio di analisi e la salute e la sicurezza sul lavoro, oltre a una solida reputazione, che ha anche superato i confini nazionali: ne siano prova la visita ai nostri impianti da parte di Mekorot, il gestore idrico nazionale di Israele, o l’intervento di Padania Acque – unica azienda italiana invitata - all’Industry Leadership Forum lo scorso febbraio in Florida sui temi dell’innovazione digitale applicata alla gestione della risorsa idrica.
Qual è la ricetta? Una gestione efficiente, i continui investimenti in nuove tecnologie, lo sviluppo costante delle competenze dei propri collaboratori, un bilancio solido: questo il mix di ingredienti che ha consentito di mobilitare le ingenti risorse finanziarie necessarie alla realizzazione degli investimenti previsti dal Piano d’Ambito. Investimenti che, seppur poco visibili perché realizzati prevalentemente nel sottosuolo, infrastrutturano il nostro territorio e contribuiscono a migliorarne la qualità della vita e la competitività.
Senza dimenticare un ultimo ingrediente: Padania Acque è un asset strategico di proprietà dei cittadini della provincia di Cremona. Sono loro gli stakeholder a cui paghiamo annualmente il dividendo sotto forma di un’eccellente qualità dell’acqua di rete, di un efficace sistema di raccolta e depurazione dei reflui e di un livello tariffario moderato.
Il Presidente di Padania Acque
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