25 luglio 2021

Politica. Tra banalità e arroganza

Banalità e retorica a buon mercato. Se si possiedono, la carriera politica è garantita e un posto di dirigente di partito è assicurato. 

«Ci interessa piuttosto un discorso di maggior efficienza aziendale. Fare di più con meno» (La Provincia, 23 luglio). Così parlò Fabio Rolfi, assessore regionale leghista, in visita pastorale nella terra cremonese, a proposito del consumo d’acqua in agricoltura.  Originale e innovativo. Nuova pietra miliare nel pensiero economico.

«L’ambiente non si tutela facendo finta di nulla, ma governandolo» (La Provincia, 23 luglio). Sempre Rolfi in merito a nutrie e cinghiali. Stupefacente. Nessuno ci aveva pensato. Rivoluzione copernicana, Greta Thunberg messa nell’angolo.

«I prodotti vanno fatti bene, ma anche proposti e comunicati bene» (La Provincia, 17 luglio) Grande intuizione di Guido Guidesi sul rapporto con i consumatori.  Anche lui assessore regionale, anche lui leghista, anche lui in missione dalle nostre parti.

Perle di saggezza che ai tempi delle nonne erano esclusive dei pischelli consumatori di quantità industriali di Acutil fosforo e di olio di fegato di merluzzo, dal sapore vomitevole, ma  dalle qualità portentose per rinforzare ossa e intelletto. 

Le affermazioni di Rolfi e Guidesi non sono nulla di speciale. Non fuori dal mondo. Non sballate. Non scandalose.  Semplicemente, non sono all’altezza con la carica di assessore regionale.  Sono banali. Tanto banali da apparire inutili.

Preoccupa invece, l’indifferenza verso la superficialità, l’ignavia collettiva, la mancanza di reazioni che diventano cartina di tornasole del disinteresse per la politica e i suoi rappresentanti. 

Rammarica il silenzio di coloro che hanno ascoltato o letto tali riflessioni senza chiedere: «Ma che cazzo dici assessore?»

 Spaventa la normalità, la sicurezza, la disinvoltura con le quali le ovvietà sono state pronunciate, veicolate, indotte dalla convinzione di incassare un facile consenso.

Avvilisce la politica rappresentata da chiacchiere da bar sport, ridotta all’osso, festival di luoghi comuni.

Se la Lega è banale, il Pd è fucina di originalità e di pensiero forte. È humus per intellettuali e maître à penser. È patria della dissertazione impegnata, del respiro ampio, della visione strategica.   

I piddini sono quelli fichi. Almeno così loro credono. 

Possiedono i cromosomi giusti, sanno di cultura. Per loro la politica è come la Nutella, Bianca di Nanni Moretti docet. La spalmano sul pane a colazione. Pane integrale. Alle feste di partito la sostituiscono con le salamelle e i ristoranti etnici e di tendenza.

I piddini sono un metro avanti agli altri. Almeno così loro credono. 

I piddini volano alto, di sicuro più dei concorrenti. Tre metri sopra il cielo, per citare Moccia,. Almeno così  loro credono. 

Da un po’ di tempo e piuttosto spesso, dimenticano che alle alte quote l’ossigeno nel sangue scarseggia. Che sorgono problemi di respirazione. Che si perde lucidità.

L’ultima crisi da ipossia ipobarica si è verificata con il pellegrinaggio, cappello in mano, di una delegazione del partito al santuario di Umberto Cabini, possibile candidato a sindaco di Crema, oggetto del desiderio sia del centrodestra che del centrosinistra.  

La visita doveva restare segreta, ma un articolo apparso sul settimanale della diocesi cremasca, l’ha resa pubblica, con i nomi dei partecipanti, al summit.

La fuga di notizie non è garbata ai vertici del Pd che hanno preso cappello e scritto una lettera (La Provincia, 23 luglio) firmata da Manuela Piloni e Antonio Geraci, rispettivamente segretario del circolo di Crema e segretario circondariale.

I due politici esprimono il disappunto per l’imprevisto senza precisare il motivo del vorticoso giramento di palle, mascherato dal tono pacato e responsabile del testo.

Forse Piloni e Geraci non hanno gradito lo scarso apprezzamento per la visita del Pd a Cabini, espresso in maniera netta da alcuni esponenti di quella sinistra rossa, che non è il centro azzurro smunto o bianco sporco  ridipinto con una mano di rosa pallido.  Forse non hanno digerito la sorpresa di alcuni lettori, sconcertati di trovare nella delegazione Renato Strada e Agostino Alloni, dinosauri della politica, nient’affatto fuori dai giochi, ma ancora protagonisti del risiko politico locale e determinanti nel movimento delle truppe nonostante da anni siano assenti dalla ribalta pubblica. Forse altro.

  «La notizia – scrivono i due segretari - non è che una delegazione del Partito Democratico sia andata da Cabini, perché a pensarci bene quella delegazione ha fatto ciò che si chiede di fare ad un partito. La vera notizia è che il Partito Democratico non ha incontrato solo Umberto Cabini, ma altri 5/6 possibili candidati».

Con il massimo rispetto per le notevoli competenze e per l’autorevolezza del Pd, ma arrogarsi il diritto di decidere cosa sia o non sia la notizia è eccessivo. Funzionava con L’Unità. Non con l’informazione in provincia di Cremona. Senza scordare che se si dà una notizia occorre essere precisi. Cinque o sei i contattati?  Incertezza da mancanza d’ossigeno? Mah.

Gli effetti dell’alta quota, sono più evidenti nelle righe successive. «L’obiettivo del Partito democratico in questa fase, a parecchi mesi dalle elezioni, non è quello di individuare un possibile candidato, ma quello di mettere in moto un movimento di opinione e di interesse intorno ad un progetto di città».

Se i candidati, qui e ora - domani non si sa -  sono optional come si spiega il pellegrinaggio, mutato in Via crucis, da Cabini e l’incontro con 5/6 rincalzi?  Erano finalizzati alla formazione di una squadra di pallavolo?

La conclusione della lettera è degna di un feuilleton. Fa concorrenza a Carolina Invernizio e a Eugene Sue.

 «Ecco, questo è il racconto che il PD vorrebbe fare, non un racconto di incontri più o meno clandestini o di inutili polemiche di chi vede macchinazioni dove macchinazioni non ci sono. Parlare di futuro, di progetti, di programmi, di coinvolgimento delle persone anche di quelle persone che hanno contribuito a far crescere il PD e la sinistra tutta e che continuano a sostenerlo, non per ricavarne rendite di potere personale, ma solo per spirito di servizio consapevoli di essere un patrimonio di proposte che con esperienza ed intelligenza possono essere ancora utili». 

Emozionante. Da piangere.  

Ma cosa è lo spirito di servizio? Quello della spartizione dei posti nei consigli di amministrazione delle società pubbliche? Quello dell’amnesia collettiva che ha colpito i rappresentati del Pd durante l’assemblea di Padania acque?  Da ridere.

Se la Lega è banale, il Pd è masochista. Si è incartato da solo e, probabilmente, ha perso Cabini.  E’ la politica, bellezza. Almeno oggi.  In provincia di Cremona

Antonio Grassi


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commenti


Annamaria

25 luglio 2021 08:27

Splendido intervento e pure divertente, se non ci fosse da piangere per la situazione così ben descritta……