19 agosto 2022

Porta Mosa, umiliare le mura è umiliare la storia e l'architettura. Serve il vincolo sulla città

Mi capita talvolta di chiedermi se le parole abbiano un significato. Sentendo che l’autorizzazione per realizzare il “progetto del nuovo condominio di Porta Mosa” è stata data in conformità alla legge sulla rigenerazione urbana che permette un ampliamento di cubatura rispetto all'esistente, mi sono chiesta cosa significhi per il legislatore rigenerazione urbana. Già il termine è alquanto ridondante e non nasconde certo le velleità di chi crede di sapere in cosa consista l’identità di un centro urbano. Se prendiamo in considerazione l’etimologia del termine “rigenerazione” questo significa “generare nuovamente”. Ma quando mai secoli di storia, in cui si è sedimentato lo sviluppo di un territorio, possono essere ricompresi in un breve lasso di tempo! S’ignora che la storia ha i suoi tempi ed è contestuale agli accadimenti, non è una rappresentazione, è vita cittadina che si fa cultura. Se le concrete realtà che hanno determinato l’identità della città sono divenute obsolete, non è obsoleta la sua memoria che si legge nei suoi monumenti. Forse è opportuno ricordare che il termine “monumento”, dal verbo latino moneo, significa memoria. Non si comprende perché un tessuto urbano, sviluppatosi attorno alle mura, debba essere considerato disomogeneo quando, al contrario, costituisce memoria attiva di un passato. Se si parte da questo dato di fatto, allora la progettazione non è scelta arbitraria, ma rispettosa di quanto ci è pervenuto. A tale proposito cito solo un nome: Saverio Muratori. L’attenzione al costruito per l’architetto è stato l’incipit della sua progettazione salvaguardando così edifici del passato e attuando innovazione. I suoi studi puntuali hanno convogliato l’attenzione sulla morfologia urbana che deve precedere qualsiasi scelta che venga a modificare l’ambiente ed il paesaggio.  

A noi contemporanei è dato il compito di salvaguardare e non di perpetuare lo scempio ammantandolo di parole che, all’atto dei fatti, sono contradditorie. Infatti, si parla di rigenerazione consentendo d’ampliare la cubatura dell’esistente!  Rigenerare significa forse aumentare i volumi degli edifici facendo perdere loro le originarie caratteristiche?  Non si dica che il progetto è funzionale a ristrutturare fabbricati disomogenei. La disomogeneità in architettura non è di per sé un disvalore, un disvalore è l’addossarsi alle mura, anche solo percettivamente (gestalt), e creare una sorta d’incongruo fondale che, mentre le sovrasta, le umilia distaccandole definitivamente dal tessuto urbano.  Non si dimentichi che la città è una struttura complessa e non può essere oggetto d’interventi estemporanei. 

È qui che si annida il problema più grave: un progetto non può essere preso in considerazione come una scelta da deliberare senza tener presente tutte le sue parti. Umiliare le mura, non è solo umiliare la storia, ma umiliare l’architettura che è tale solo se armonicamente inserita nella struttura urbanistica in cui si deve identificare. 

 Per questo, anche se mi è ben chiaro che quanto dico difficilmente verrà recepito favorevolmente, ripropongo il vincolo per la città e chiedo, a chi di dovere, di far chiarezza sulla mia proposta. Le mie parole potrebbero essere ritenute di parte, chi, come il Soprintendente, è figura istituzionalmente preposta a tale compito sarà certamente più autorevole di me. Si tratta d’evitare falsi allarmismi che servono solo a procrastinare una scelta doverosa. Non si deve infatti presumere che Cremona non abbia una storia e una cultura che la identifichi. Se Mantova o Parma possono fregiarsi d’essere state sedi di importanti governi, Cremona ha nella vita comunale l’aspetto storico-culturale che la identifica. Non è poco: lo si voglia o no, è stata un’esperienza politica di partecipazione che, sebbene molto imperfetta, ha visto i cittadini confrontarsi. La democrazia è uno degli strumenti di governo più delicati perché al suo interno s’insinuano contraddizioni difficilmente superabili, ma la cui consapevolezza mette al riparo da facili scelte sbrigative da cui difficilmente un domani sarà possibile liberarsi. Cremona a buon diritto deve essere conservata per mostrare gli edifici che sono simbolo del suo passato. Il Comune e, ancor prima, la Cattedrale sono tracce di una vita cittadina non certo inferiore a quella delle città limitrofe. 

Non si tratta d’attuare con il vincolo una sorta d’immobilismo urbano, ma di rendere “legalmente” inattive leggi come quella della rigenerazione urbana, norme che vanno a discapito di tutti i cittadini e, a ben vedere, anche dell’erario comunale. Si parla tanto di mettere a disposizione la cultura della Città per favorire il turismo, ma, nel momento di fare scelte virtuose, si preferisce essere succubi di una legislazione perversa. È evidente che Cremona languisce, come è altrettanto evidente che chi dovrebbe essere a presidio di scelte è distratto da altri impegni. 

Mentre l’ambiente è sempre più invivibile a causa dell’inquinamento dell’aria, mentre le piante da poco messe a dimora stanno morendo e sul Torrione di via Ghinaglia in modo esuberante il verde invade il manufatto, non resta che l’amara consolazione di sperare in tempi migliori. Ma temo, come la vecchietta di Siracusa, di dover pregare perché nulla cambi per non dover vivere tempi peggiori.  

Anna Maramotti Politi


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commenti


Pasquino

19 agosto 2022 06:12

Ma come altre istituzioni locali che dormono o fingono di non sapere anche la sovrintendenza fingerà di non sapere ? Di non capire?

François

19 agosto 2022 08:40

Gentile Signora, come sempre grazie per i suoi garbati e qualificati interventi, ma, purtroppo siamo in presenza di amministratori, presenti e passati, che sono avanzi di oratorio, per i quali la massima espressione artistica è rappresentata dalle madonnine di gesso. Per quanto riguarda lo stato di incuria di quel che rimane delle mura cittadine, sono convinto che gli amministratori sopra citati le considerino poco più che una cava di mattoni "antichi" buoni per qualche "fregio" o "archetto" per "rigenerare" qualche edificio che sarebbe, invece, buona cosa far sparire... E gli uffici della Sovrintendenza? Meglio tacere.

Flavio Cocconi

19 agosto 2022 09:01

Sono pienamente concorde con la Dott. Maramotti Politi e , pur essendo un oriundo di Parma e Mantova, mi vergogno profondamente di scelte scellerate d’un tempo e di quelle recenti sulla rigenerazione urbana di Cremona.
Forse sono troppo vecchio per capire …., ma credo che i miei posteri non dimenticheranno il pensiero di “ un viejo niño campesino y loco “.
FLAVIO COCCONI !!!

harry

19 agosto 2022 09:26

Fare nuova la città. Come fece l'ing, Lanfranchi più o meno un secolo fa.

Antonio

22 agosto 2022 09:07

Francamente di questi personaggi che dicono no a tutto e continuano a guardare al passato ne abbiamo le tasche piene, è grazie a loro se abbiamo l’energia più cara d’Europa.

Roberto Regonelli

22 agosto 2022 16:42

Gentile Sig.ra Anna, come in tutte le situazioni, il denaro, gli affari, valgono più di quattro mattoni antichi. Chi detiene il potere, non se ne importa affatto di umiliare le ns. antiche vestigia, né di valorizzarle. Vogliono cancellare l'identità del tessuto urbano, senza porsi tanti scrupoli.
Questa è la realtà dei fatti.

Dirce

27 agosto 2022 16:28

Non per sminuire ma penso che se la signora vede le mura perimetrali di Alatri sviene...

Danilo Codazzi

27 agosto 2022 16:34

Dottoressa, senza tanti giri di parole : a Cremona non abbiamo mai avuto e non abbiamo un gruppo "Volontari delle Mura" come a Pizzighettone che non hanno fatto chiacchere ma lavorato ed adesso i risultati sono là da vedere . Aspettarsi poi che la Politica che si è succeduta nel tempo,si renda conto che bisognerebbe valorizzare le mura di PORTA MOSA , che la tradizione indica come luogo della famosa disfida ed invece è ABBANDONATA a luogo di sgambamento cani, è purtroppo un sogno . Almeno salvare quella parti di mura !!!

michele de crecchio

2 settembre 2022 23:18

Erano certo altri tempi e altre sensibilità quando l'ottimo sindaco Zanoni si impegnò personalmente per far demolire un sopralzo che era stato costruito abusivamente da un industriale cittadino a ridosso delle mura del baluardo di porta Mosa. Mi lascia, di contro, del tutto "basito", la notizia che sta circolando (e che spero sia una "bufala") che proprio un amministratore comunale attualmente in carica sia intenzionato a collocare la propria residenza in uno dei discutibili sopralzi che la stampa cittadina ha recentemente segnalato proprio a carico dello stesso baluardo. Mala tempora currunt....!