Progressisti democratici, europeisti, atlantisti contro conservatori, sovranisti, isolazionisti. Si sta di qua o di là il 25 settembre
Beppe Torresani da Crema (92 anni), decano dei giornalisti cremaschi (e italiani e lombardi), opinionista diretto e politologo attento, penna acuta e mente lucida, ecco, con la consueta appassionata, passione ha detto la sua con il seguente intervento in relazione alle imminenti elezioni politiche del 25 settembre. Ma più che una missiva, il mitico Beppe ha scritto uno “scomodo”, verosimile scenario: perché o stiamo di qua, o di là il prossimo 25 settembre. Spazio ora a Beppe Torresani …
Il tempo vola. Tra due settimane saremo chiamati alle urne. Stavolta la campagna elettorale è più breve. Abbiamo così evitato troppo fregnacciari sulle piazze. Non abolito, il Rosatellum è ritornato con il suo effetto negativo. Poiché nessuno può vincere da solo, i partiti sono obbligati a trovare alleanze. Particolarmente singolare e sintomatico il caso PD. Il segretario inizialmente ha puntato sui pentastellati. Conte, alle prese con una scissione e trambusti interni in un Movimento ancora senza una precisa identità, ha tergiversato a lungo, finchè ha rotto ogni accordi con i Dem e ha deciso di competere in solitudine. Però ha occupato diversi seggi blindati per garantirsi il posto a Montecitorio.
Enrico Letta, cercando altrove, ha individuato in Carlo Calenda un nuovo partner. Il fondatore di Azione, sponte et libenter, ha aderito all’invito di entrare nel Centrosinistra + Europa. Appena dopo cinque giorni, la retromarcia. Non sopportando la coesistenza con Nicola Fratoianni ed Angelo Bonelli (il duo Sinistra e Verdi) ha tolto la spina, volando da Italia Viva, per creare insieme a Renzi il cosiddetto Terzo Polo. Risolto l’inghippo delle aggregazioni, le forze politiche in campo hanno pensato ad Agende e programmi. A me sembrano tutti fax simili perché trattasi di promesse da chi vuole più spendere e spandere. Sono progetti irrealizzabili mancando le necessarie coperture. Sogni e false illusioni, insomma. La piantagione di un milione di alberi, per lo meno è esilarante. Parole, parole, parole su famiglia, lavoro, clima ecc..., ma diventano prioritari blocco dei porti per i migranti, flat tax che aumenta le disuguaglianze, presidenzialismo per far dimettere Mattarella sempre indigesto alle destre. Mentre è amato dal popolo italiano. Successivamente è avvenuta la presentazione dei simboli. A fare clamore quello di Fdl. La leader, su stampa estera, ha abiurato il fascismo. Ahi lei, smentendosi portando nel logo la Fiamma di Predappio, come fecero Almirante (MSI) e Fini (Alleanza Nazionale). Nelle liste, inoltre, c’è molta nostalgia nera. E le candidature?
Il taglio dei parlamentari (ora ridotti a 400 deputati e 200 senatori) ha complicato il puzzle delle assegnazioni, sacrificando la Società Civile ed i territori. Nomi paracadutati hanno suscitato diatribe e polemiche. Tutta ‘sta roba è il passato ormai. Preferisco guardare avanti per costruire il futuro. E’ diffusa la sfiducia verso la classe politica, testimoniata da un astensionismo esponenziale. E’ un allarme arrivato in alte sfere. Nell’intervista rilasciata a un quotidiano nazionale, il cardinal Matteo Maria Zuppi, arcivescovo di Bologna, presidente della Cei, ha dimostrato grande attenzione per questa situazione. Sua Eminenza è in sincronia con Papa Francesco che continua a lanciare accorati appelli agli uomini di potere per migliorare il mondo. Entrambi si rivelano preoccupati e chiedono loro di assumere le responsabilità finora disattese “per dare stabilità al Paese”. A me pare che tale richiesta di responsabilità venga rivolta pure a noi. Le prossime elezioni sono un’occasione propizia: l’avvenire o il destino della nostra cara Italia dipende dalla scelta del voto. E’ opinione generale che non esistano più né Sinistra né Destra. Ci sono, eccome. Tanto è vero che si sfidano in un conflitto diretto proprio per le tante differenze. Attenzione: progressisti democratici, europeisti, atlantisti contro conservatori, sovranisti, isolazionisti. Si sta di qua o di là, senza equivoci. Bisogna saper scegliere con raziocinio poiché è un impegno straordinario che designa la società che vogliamo: per non piangere sul latte versato.
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commenti
vittorio foderaro
8 settembre 2022 17:09
Corsi e ricorsi storici. Ma la Storia non ha memoria. Condivido il tagliente dilemma. Grazie