3 agosto 2023

Quel palazzo Cittanova che la città non può perdere

Janis Joplin era consapevole del fatto che un piccolo pezzo del suo cuore se era andato e, in “Take another little piece of my heart” raccontava di come una relazione finta male possa portare via un piccolo pezzo di cuore.

La cantante, tanto brava da “poter incrinare un bicchiere di cristallo” con un acuto, rimuginava sulla consapevolezza di come una piccola parte di sé spariva con lo sparire di una persona amata. Lasciamo le canzoni dei buoni sentimenti amorosi e concentriamoci su quello stato d'animo, la consapevolezza, che spesso le accompagna. E' un passaggio tremendo quello della consapevolezza, se hai la capacità di ascoltarla può farti sentire fuori luogo, inadeguato e impotente davanti a determinati accadimenti. Ovviamente la consapevolezza andrebbe riservata a questioni ben più delicate ed importanti degli straordinari acuti della Joplin, questioni personali che pesano talmente tanto da farti perdere il sonno.

Palazzo Cittanova, piazzetta annessa, è il simbolo di una mancata consapevolezza di poter perdere qualcosa di unico, qualcosa che racconta molto di più di una storia che va ben oltre i secoli in cui si presentava alla città, storia che molti sembrano voler dimenticare.

Il Palazzo viene lasciato a se stesso, abbandonato e dimenticato, quasi come un vecchio angolo di una cittadina la quale, visti i fantasmagorici progetti di nuove costruzioni offerte per il “benessere cittadino”, vedrà come sostituto naturale di luoghi storici le “grandi e moderne visioni” di edifici proposti tra grandi sorrisi e grandi strette di mano. A vantaggio di questa visione sembra sempre più importante dimenticare quella “mentalità da Medioevo” che, secondo una visione attuale, andrebbe abbattuta in quanto retrograda, rozza e limitante. Eppure per i cremonesi, ma non solo, quel Palazzo ha saputo dare origine ad un rapporto unico, una sorta di complicità politica e sociale in grado di dimostrare come, tra quelle mura in cotto, persone eccezionali abbiamo saputo portare avanti il progresso nelle arti o nella società moderna. La Città Nova con annesso palazzo e piazzetta di allora, in contrasto con la Città Vecchia che nasceva da Piazza del Duomo, ha ispirato il pensiero politico di alcuni Padri Fondatori e Presidenti degli Stati Uniti i quali avevano visto, in quella contrapposizione politica ed economica nella Cremona di allora, un sistema di governo e sviluppo così avanzato da portare la città a diventare “la Capitale del Po”.

Tempi passati verrebbe da dire, sarà anche vero ma di certo da non dimenticare anzi da valorizzare, anche perché risulta difficile legare il pensiero politico di persone come John Adams o Thomas Jefferson ad altre città italiane, tenendo ben presente che uno ha il suo profilo scolpito sul monte Rushmore e l'altro è stato in grado di far diventare Presidente degli Stati Uniti anche il figlio primogenito, quindi di politica ne masticava parecchia. Dimenticarsi di mantenere viva la bellezza storica di luoghi come Palazzo Cittanova, di proporlo come punto di aggregazione per quel percorso di rinascita di circa un millennio fa è una decisione che taglierebbe quel filo immaginario, ma mica tanto, che ha contribuito a dare origine a Cremona e alla società cremonese, anche se spesso vedeva i cittadini in contrapposizione tra di loro su varie scelte. Proprio da quel proporre cose nuove e valori nuovi, magari anche litigando, nasce la bellezza di un palazzo che oggi sembra soffrire della mancanza di scelte e risposte, un piccolo scrigno lasciato a se stesso come risposta alla assenza di idee e scelte. E' uno fra tanti ormai dimenticati quell'angolo della città del Torrazzo, ma forse è il più simbolico perché si offre con i suoi colori e la sua storia nella maniera più semplice possibile, maniera che, nel 2023, sembra ormai sostituita senza possibilità d'appello. Allora ben venga la Joplin con il suo prenditi un altro piccolo pezzo del mio cuore, del resto sembra che ormai tutto sia rivolto al futuro, per cui quel Palazzo Cittanova rischia di essere uno di quei sassolini scomodi dentro una scarpa da migliaia di euro rigorosamente consigliata, anzi quasi necessaria, da coloro che “sanno guardare al futuro”.

Sarà anche vero, ma senza valorizzare le scelte e la storia passata nessuno può costruire un futuro, così come non potrà mai esistere un sostituto di un piccolo pezzo di cuore non potranno esistere copie di Palazzo Cittanova.

Marco Bragazzi


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commenti


Michele de Crecchio

4 agosto 2023 23:46

L'evidente degrado che, ormai da circa venti anni, caratterizza il palazzo Cittanova e la piazza antistante è già stato più volte segnalato, purtroppo senza minimamente smuovere l'assoluta inerzia, a quanto pare, degli attuali amministratori, Eppure molti degli interventi invocati non richiederebbero certo grandi impegni economici, ma solo un poco di maggiore attenzione da parte dei responsabili del decoro urbano. A costo di consolidare la mia fama di "laudator temporis acti", mi piace ricordare che il compianto ottimo sindaco Zanoni, si preoccupò, a suo tempo, persino di sollecitare personalmente un'opera pur minima come il rinnovo delle tinte sullo stemma comunale. Ricordo anche come si dichiarasse soddisfatto che una apparentemente inopportuna pioggerella avesse, poco dopo, leggermente smorzato, l'effetto di troppa vivacità che il rinnovo delle tinte aveva determinato rispetto al resto del palazzo, restaurato (credo) almeno mezzo secolo prima. Mi sembra doveroso ricordare anche il Sindaco Zaffanella che, aiutato dall'assessore Carletti, realizzò l'ultimo restauro radicale del Palazzo e il Sindaco Bodini che, aiutato dall'assessore Terzi, completò la sua opera riqualificando quasi integralmente l'arredo della piazza. L'attuale amministrazione, nonostante che l'edicola per giornali che impedì, a suo tempo, la riqualificazione integrale della piazza, sia da anni dismessa, non riesce nemmeno a farla allontanare e, anzi, ha lasciato collocare nella sua ombra una autentica "fungaia" di brutti armadietti tecnologici e nientemeno che una stazioncina per la ricarica delle auto elettriche! Decisamente "mala tempora currunt" per la nostra città!

Marco Vinicio bissolotti

12 agosto 2023 07:56

Il palazzo Cittanova, la chiesa di S.Agata, uno scorcio di palazzo Trecchi, il meraviglioso acciottolato della pavimentazione della piccola ma meravigliosa piazza, tutto questo è uno degli angoli più belli e significativi di Cremona ove i diversi stili architettonici convivono in armonia certificando la grande storia culturale della città. Chi non preserva e valorizza il proprio passato non ha nessun futuro.