Quelle barzellette sui carabinieri che venivano dal KGB
Era il 9 gennaio del 1950 quando a Modena 6 lavoratori delle Fonderie Riunite venivano uccisi dai Carabinieri mentre protestavano ai cancelli dell'azienda a causa delle vessazioni subite dal titolare della fabbrica. Assieme a loro furono nel complesso ferite circa 200 persone, a causa dell'utilizzo delle mitraglie di un blindato. Fu una strage assurda la cui eco incredibile fu tale da costringere alle dimissioni De Gasperi ponendo fine al suo quinto governo. In 300.000 parteciparono ai funerali con Togliatti in prima fila: tale fu lo shock in tutta la nazione che il ricordo di quei fatti fini perfino in un film di Don Camillo e Peppone.
Fu uno spartiacque devastante. Da lì in poi il rapporto tra la Sinistra Italiana e i Carabinieri non si sarebbe mai più ricomposto, ed anzi sarebbe peggiorato sempre più durante gli anni della Contestazione e quelli di piombo. E molti accadimenti degli ultimi anni, dai fatti di Genova al caso Cucchi fino al Corvetto di qualche sera fa, non fanno che confermare questa triste tradizione, che raggiunge livelli estremi quando si pensa che tutta Italia conosce il nome di Cucchi ma quasi nessun italiano conosce i nomi dei carabinieri che ogni anno vengono uccisi in servizio dai delinquenti mentre cercano di difendere la cosiddetta società civile.
Ma al di là di questi episodi a volte tragici altre volte riprovevoli in cui non si può negare una responsabilità di alcuni membri dell’Arma, c'è anche un altro motivo “storico” che ha negli anni avvelenato deliberatamente questo rapporto, e che sta in buona parte alla base di questo profondo dissidio: è il KGB di Yuri Andropov.
Andropov è stato certamente il più potente, geniale, temuto e longevo capo della più potente arma della guerra fredda, il Comitato per la Sicurezza dello Stato (il cui acronimo in russo è appunto KGB). Andropov fu il genio assoluto di quella perfetta strategia di guerra inventato da Stalin e che in russo si chiama Dezinformatsiya, che ha avuto un ruolo fondamentale in una enorme quantità di vicende italiane, dai colpi di stato più o meno presunti fino alla P2 ed alle barzellette…Si , perfino le barzellette sui carabinieri.
Vi siete mai chiesti da dove arrivano le barzellette sui carabinieri e perché non ci sono barzellette sulla Polizia o sulla Guardia di Finanza ? Ebbene, per lo stesso identico motivo per cui per anni si è creduto che il Generale De Lorenzo con il Piano Solo avesse ideato un colpo di stato: perché lo aveva studiato a tavolino il KGB. E tutto questo per un motivo molto preciso e molto semplice: che i Carabinieri erano secondo il KGB la forza di polizia più fedele, preparata e capillare sul territorio nazionale, e dunque quella che più delle altre andava presa di mira dalla Dezinformatsiya, cosa che peraltro lo stesso Cossiga ebbe ad affermare in tarda età.
Del Piano Solo abbiamo già scritto in più di un editoriale, ed è ormai storia recente e incontrovertibilmente riscritta che Scalfari e Iannuzzi ricevessero le notizie “avvelenate” contro De Lorenzo nelle loro cene alla Residentura del KGB dentro l'ambasciata sovietica a Roma.
Ma in pochi forse sanno che di questa raffinatissima e potentissima strategia del KGB facevano parte perfino le barzellette sui carabinieri, che secondo il Generale della Securitate rumena Iam Pecepa furono stimolate e messe in circolazione proprio dal Cremlino. Le barzellette sono la punta dell'iceberg un po’ ridicola di una eccezionale strategia a 360 gradi volta allo screditarmento di una forza armata nemica tipica dei Sovietici e che tante tracce ancora oggi trascina dietro di sé in queste tensioni che non cessano di acuirsi.
(La foto del professor Martelli è di Daniele Mascolo)
Sovrintendente agli Archivi del Comune di Milano
Docente di archivistica all'Università degli studi di Milano
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