11 agosto 2022

Rette per affidi di minori, Comuni in difficoltà: da 7 anni nessuno ci ascolta

Il 2 agosto il Comune di Cerreto Lomellina ha dichiarato il dissesto finanziario, in altre parole il fallimento.

Al default ha concorso principalmente il provvedimento del Tribunale dei Minori di Milano, il quale aveva disposto che dal 15 marzo 2018, tre ragazze minorenni venissero allontanate dalla famiglia di origine e collocate in una struttura comunitaria, con conseguente onere delle rette pari a 93.075 euro annui, posto a carico del Comune.

La notizia è stata pubblicata da giornali nazionali e locali nei giorni scorsi. Pochi se la sono filata.  Al contrario, avrebbe meritato l’apertura di un confronto politico locale e nazionale mirato a porre un rimedio a una questione che si trascina da anni: l’obbligo dei Comuni di pagare le spese per minori affidati a comunità protette. 

Nulla da obiettare sul provvedimento del Tribunale. E ancora meno da ridire sul dovere della società di farsi carico di questi interventi.

Molto da recriminare sul fatto che i Comuni debbano farsi carico di queste spese, le quali ammontano a molte decine di miglia di euro all’anno per ogni minore inserito nelle strutture in questione. 

Ad essere penalizzati sono soprattutto i piccoli e i medi comuni con bilanci risicati che possono vedere le loro previsioni di spesa stravolte da un imprevisto. Basta un cambio di residenza di un minore con problematiche sociali per ritrovarsi con il bilancio in affanno.

Già nel maggio del 2015 i comuni cremaschi avevano posto il problema, ma la situazione non è cambiata. 

In una lettera con oggetto: Pagamento delle rette concernenti gli affidi in strutture residenziali protette, inviata all’Anci Lombardia, alla Giunta Regionale, ai consiglieri regionali del Cremasco, ai parlamentari e firmata da una ventina di sindaci, venivano sottolineate le difficoltà economiche dei Comuni a sostenere le spese sociali.

  «Un esempio su tutti - scrivevano allora i sindaci – i decreti dei tribunali per i minorenni che dispongono nella maggior parte dei casi «l’affido dei minori ai servizi sociali, per l’inserimento degli stessi in idonee strutture residenziali. L’inserimento in strutture residenziali viene spesso esteso alla madre dei minori, previo consenso della stessa. Ovviamente questi provvedimenti, la cui opportunità nessuno mette in discussione, generano costi ingenti che ricadono sui comuni di residenza dei soggetti in affidamento ed aprono falle negli equilibri di bilancio».

I firmatari evidenziavano: «Per avere un’idea dell’incidenza sui costi dei bilanci comunali è sufficiente verificare il costo delle rette per l’inserimento in comunità o struttura residenziale idonea.».

I sindaci concludevano: «Chiediamo di istituire un tavolo di confronto all’individuazione di una ragionevole soluzione del problema».

Sono passati 7 anni. La situazione non è migliorata. Il dissesto finanziario di Cerreto Lomellina lo conferma. 

Della questione si erano interessati anche il parlamentare Luciano Pizzetti e la sua collega Cinzia Fontana, ma hanno dovuto arrendersi.

Che fare?

Innanzitutto si potrebbe chiedere ai candidati locali al parlamento nelle prossime elezioni del 25 settembre di prendere un impegno formale con gli elettori e con i sindaci della provincia di Cremona di porre la questione tra le loro priorità.

Poi, per quanto riguarda il Cremasco, si potrebbe sollecitare l’Area omogena affinché metta la questione all’ordine del giorno della prossima assemblea e di prendere iniziative politiche per sensibilizzare i legislatori sulla questione. Ma soprattutto di coinvolgere Provincia e Regione.

Riempirsi la bocca con il Pnrr e nel contempo mettere i piccoli e medi comuni nella condizione di trovarsi con voragini di bilancio nonostante una corretta gestione, non è il massimo della vita e della buona amministrazione. 

 

Antonio Grassi


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commenti


Nicola Marani

11 agosto 2022 20:08

Concordo pienamente con quanto scritto dal collega Grassi, perché sto tutt’ora intervenendo su un caso simile e posso toccare con mano i costi importanti a carico del bilancio che dobbiamo affrontare e con il risultato di modificare in corso d’opera tutti i piani di investimento in opere e servizi del comune per arrivare a sostenere la spesa. Non possiamo sottrarci nell’aiutare chi ha bisogno ma i comuni non possono farsi carico di questi costi in particolare, non hanno le risorse e per passare al dissesto finanziario ci vuole poco, un paio di casi in più. Senza l’aiuto da parte di Stato e Regione molti altri comuni chiederanno il dissesto avanti di questo passo. Spero che dopo questo appello i futuri candidati del territorio e non, alle elezioni del 25 settembre, possano prendersi a cuore questo importante tema sociale in modo da destinare risorse economiche a sostegno dei Comuni e delle famiglie a discapito di qualche inutile e futile bando. Un’altra considerazione, che qualcuno controlli o imponga certi costi in queste strutture perché a mio avviso si è persa un po’ la cognizione, saranno gli aumenti sarà la guerra ma qua ogni scusa è buona intanto ci sono i comuni pagatori. Grazie Antonio sei sempre sul pezzo.

Paolo

12 agosto 2022 13:19

Stessa spiaggia, stesso mare....così come recita una famosa canzone, anche per il comune da me amministrato la faccenda non cambia. Ogni anno siamo costretti a tagli su tutte le spese correnti e quindi, sempre meno servizi al cittadino per poter coprire i costi del sociale, prioritari certamente ma penalizzanti per tutti i cittadini . Solo lo scorso anno 13 bimbi in più certificati che comportano costi per i SAAP ( servizi assisestanza ad personam) spaventosi, richieste di SAD ( servizi a domicilio ) sempre più pressanti , gli anziani in RSA che non riescono a pagare la retta con la pensione, i disabili in RSD e il masso pesantissimo dei decreti del tribunale che impongono di farti carico delle spese dei minori in strutture.
Come possiamo noi piccoli comuni farci carico di tutto questo? È disarmante non riuscire a fornire altri servizi essenziali ai cittadini. I futuri parlamentari DEVONO spendersi per sostenere queste spese a carico dello Stato o delle Regioni , non bastano più le promesse elettorali, vogliamo e pretendiamo un impegno preciso e sottoscritto o il dissesto finanziario sarà il futuro di ogni piccolo comune. Grazie Antonio e Nicola.

Di Giuseppe Rosella

17 agosto 2022 09:43

Buongiorno a tutti,non posso che concordare con quanto affermato dal sindaco Grassi.
Sono vicesindaco a Trescore cremasco, e le spese per il mantenimento dei minori stanno diventando ingestibili.
Due giovani ragazzi,fratelli,vivono in struttura da una decina d'anni, e benché ormai maggiorenni sono tutt'ora a nostro carico.
Una bimba della scuola primaria è stata allontanata da qualche mese da casa,ovviamente è in struttura,e altrettanto ovviamente a nostro carico.
In realtà, la cosa che più mi lascia perplessa riguarda un adulto,ex tossico, il quale è stato condannato al carcere,ma essendo ritenuto "fragile" vive in una struttura per cui il comune si accolla la quota del 30% ogni mese!
Abbiamo necessità estrema di aiuti,le spese sociali raggiungono cifre insostenibili per tutti noi piccoli comuni!