Salsomaggiore, le prospettive del termalismo 2.0
Le vicinissime terme Berzieri di Salsomaggiore sono state da sempre punto di approdo e cura per tanti cremonesi. Per tanti anni le terapie con le acque salsobromoiodiche, utili per combattere diverse malattie, sono state le preferite da intere generazioni. Poi la lunga crisi. Adesso le prospettive di rinascita. Ecco cosa ne scrive per noi il giornalista e scrittore Egidio Bandini.
La vendita del Berzieri, peraltro rimasto in “mani” pubbliche, ha visto, oltre le opinioni e le considerazioni più disparate, anche qualche esercizio di dietrologia, nel tentativo di individuare di chi fossero le responsabilità che condussero Terme Spa al concordato, sfociato, prima con la vendita alla società privata Tst degli stabilimenti Zoja e Respighi, della clinica Villa Igea, dei prodotti termali e della palazzina Warowland, quindi con il bando e l’aggiudicazione a Cassa depositi e prestiti del Berzieri e pertinenze mobili e immobili. Come spesso accade, dovendo ripercorrere una storia che data quasi un secolo, le responsabilità appaiono di tutti e di nessuno: con ogni probabilità sono stati commessi errori da sinistra e da destra, ma la storia è comunque una: il declino della città termale data, alla fin fine, da ben prima degli anni ’90 del ‘900 e da più parti si imputa questo allo scollamento fra il settore termale-curativo, gestito dagli enti pubblici e l’indotto ricettivo e d’intrattenimento condotto, invece, da privati.
Non lo stesso accade, ad esempio, storicamente, a Montecatini, assurta da pochi giorni a patrimonio dell’Unesco. Sta di fatto che, mentre le proprietà delle acque di Salso e Tabiano si sono confermate ai massimi livelli per capacità terapeutiche, di prevenzione e di riabilitazione, la città e il territorio si può dire siano rimasti in qualche modo “al palo”, anche a causa dei mutamenti occorsi a livello normativo e societario, con l’abolizione dei giorni di ferie aggiuntive, concessi dal Ssn per le cure termali, la cessione dallo Stato a comune, provincia e regione della proprietà dell’azienda termale e il fallimento dei due tentativi di privatizzazione (anche se si trattava di un bando per creare una società patrimoniale a maggioranza pubblica e partecipazione privata e una società di gestione a maggioranza privata e partecipazione pubblica).
Oggi, però, la situazione appare ben diversa e le terme di Salso e Tabiano hanno dimostrato di saper ripartire, a dispetto della pandemia, assieme alle realtà alberghiere locali, con la carta vincente della rinascita del Berzieri. Magari si potrebbe provare a ripartire dall’Associazione nazionale comuni termali (A.n.co.t.) costituita il 4 ottobre 1989 a Salsomaggiore da 46 comuni che rappresentano le realtà più importanti del comparto termale nazionale.
Provare a fare sistema, ognuno con le proprie peculiarità, potrebbe essere davvero l’asso nella manica del termalismo 2.0
Nella foto Egidio Bandini e le fila agli stabilimenti Respinghi di Salso
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commenti
anna maramotti
26 settembre 2021 21:21
Forse la vicinanza con Cremona, Parma e Piacenza potrebbe consentire a Salsomaggiore d'essere un polo turistico attrattivo. Se ben ricordo le cure erano prevalentemente erogate il mattino e il pomeriggio era dedicato ad escursioni. Le ripresa di temi musicali potrebbe essere di un qualche interesse. L'importante è predisporre un programma accattivante visto che a Salso un tempo giungevano da ogni parte per le cure. E' solo un'idea