Tutti dicono “vaffa” e poi che fanno? Spariscono. La storia insegna. Adesso tiene banco Grillo, e Giuseppi cerca di soffiargli il patrimonio di elettori ( comunque sempre meno, dicono i sondaggi ). I vaffa, andata e ritorno, non si contano. Ma prima del comico?
L’elenco è lungo e variegato. I vaffa sono addirittura cominciati all’indomani dell’Unita’ nazionale e non si sono più fermati. Salvo il ventennio. La Buonanima non gradiva certe parole e la Politica finì a donne di facili costumi.
Ma le graffiate insolenti, i primi vagiti dell’antipolitica cominciarono giusto con il primo Parlamento nazionale. A dir la verità non si è mai perso tempo. Mi viene in mente Ferdinando Petruccelli della Grattina ( 1815-1890 ), prolifico scrittore anticonformista, deputato di “Sinistra storica”, goloso mangiapreti. Ha inaugurato il filone letterario del romanzo parlamentare che si incarica di denunciare il malcostume della Politica italiana. Prima se la prendeva con il governo borbonico, poi con quello di Torino a cui dedicò un sulfureo pamphlet letto in mezza Europa. Titolo : “I moribondi di Palazzo Carignano”. Un testo che Indro Montanelli ha definito “la perla della nostra memorialistica del tempo”. Amen.
Prima della marcia su Roma ci ha provato Giuseppe Prezzolini proponendo la “Congregazione degli apoti”, cioè di coloro “ che non la bevono” e non vogliono farsi infinocchiare dai politici di ogni colore. Lo scrittore e aforista metteva nel mirino “la burocrazia, la corruzione, la furbizia, la scioperomania, l’eccesso di stato assistenziale, la mediocrità della classe politica”. È finito in America ad insegnare. Pertini al Quirinale lo premiò con la “Penna d’oro“. Fuori dal coro fino all’ultimo giorno. Poco prima di morire disse a Montanelli: “Se vado in bolletta, la vendo”. Testamento: “L’Italia va avanti perché ci sono i fessi. I fessi lavorano, pagano, crepano. Chi fa la figura di mandare avanti l‘Italia sono i furbi, che non fanno nulla, spendono, e se la godono “. Amen di nuovo.
Nel dopoguerra si è visto di tutto. I movimenti anti sistema non si contano. In comune hanno però tutti un dato: entrati a Palazzo cambiano pelle. Ne ricordo tre.
GUGLIELMO GIANNINI - Fondo’ "il Fronte dell’uomo qualunque “ nel 1946. Ottenne 30 seggi all’Assemblea costituente. Nel 1960 il partito si è sciolto come neve al sole.
CORRADO TEDESCHI - Nel 1951 l’editore fiorentino fondo’ il “Partito della bistecca“. Primo partito satirico in Italia. Prometteva una bistecca al giorno. Ha resistito due anni.
ANTONIO DI PIETRO - È stato il simbolo del pool di Mani pulite. Lasciata la toga, nel 1988 ha fondato “L’Italia dei valori“. Due volte ministro, con la sua retorica legalitaria ha anticipato e forse ispirato l’avventura grillina. Ora a 70 anni se ne sta sereno sul suo trattore. È vero: si nasce incendiari, si muore pompieri.
commenti
Michele de Crecchio
18 luglio 2021 19:51
Ricordo quando papa Montini, che per molte cose era una "testa fine", invitò pubblicamente Prezzolini a tornare a dialogare con gli italiani. Ancora più ignorante di quanto non sia ancora oggi, non avevo allora compreso la ragione di quell'invito.