5 luglio 2024

Sorpresa. Per rilanciare il commercio in centro, due giorni feriali la settimana di parcheggio gratuito. In una località lombarda l'hanno fatto. Perché non a Cremona?

In un primo momento temevo di essere finito in una Candid camera, una di quelle dove, magari da dietro un cespuglio, vedi spuntare la testa di un orso affamato o qualcosa di comunque spaventoso. Sono in un parcheggio a pagamento, con strisce blu, di una località turistica lombarda, sono le dieci e mezza di un giovedì mattina di inizio luglio; il parcheggio si sta riempiendo per cui una Candid camera diventerebbe più collettiva che neanche per una singola persona.

Sono pronto davanti alla macchinetta, o colonnina il nome esatto non mi è dato di conoscerlo, con qualche moneta o una carta di credito, il momento è ferale dato che dovrei svolgere il naturale – ma spesso fastidioso – compito che attanaglia tutti coloro che si approcciano ai parcheggi a pagamento, pagare per parcheggiare per ottenere il famoso biglietto a garanzia del versamento effettuato. Le multe costano care, di solito, per cui il comunque fastidioso momento trova compensazione davanti ad eventuali problemi futuri. La colonnina non ne vuole sapere, non è partecipativa di quegli attimi tremendi in cui dovresti programmare quante ore o minuti la tua macchina dovrà restare ferma in quel parcheggio, è muta davanti alle mie richieste sul totale da versare e mi ricorda, tramite il suo display, che la sosta è gratuita. Smontata l'ipotesi candid camera penso ad un problema tecnico, attraverso il parcheggio e trovo una coppia di turisti austriaci che stanno lasciando la colonnina gemella, mi confermano che la sosta è gratuita, ma la perplessità resta, non sia mai che mi ritrovi con una multa senza averne consapevolezza rifugiandosi in un gap linguistico non può essere una scusante dato che la macchinetta è poliglotta.

Non dispongo di applicazioni o tecnologie varie per il parcheggio, mi affido a ciò che ho in tasca e a ciò che vedo, di più non mi è dato sapere, però non sono abituato, a Cremona, a vedere i display con la scritta “sosta gratuita” in un giorno feriale. Faccio una foto al display sia come ricordo che, nella peggiore delle ipotesi, come forma di tutela da pessime sorprese, al limite la terrò sul telefono come “stranezza estiva”. Mentre mi dirigo verso il centro della cittadina, praticamente in prossimità del parcheggio, penso che quella sosta gratuita potrebbe essere dovuta a svariati motivi: malfunzionamento tecnico, un operatore distratto, una nuova festa locale o nazionale, un assessore comunale felice per il matrimonio della figlia e quindi dispensatore di parcheggi gratuiti, moti rivoluzionari in corso nella cittadina come a Parigi il 14 luglio del 1789; insomma tra le infinite variabili possibili qualcuna potrebbe essere valida.

Mi vengono in mente le cavallette di un impaurito John Belushi davanti ad una inferocita, ed armata, Carrie Fischer, ma John stava scappando da impegni ben più gravosi di un parcheggio, quindi non era un'ipotesi sostenibile. Però la stranezza rimaneva: la sosta era gratuita. Passeggio e osservo le vetrine, incrocio uno di quei negozi storici gestiti da generazioni a livello familiare, mi fermo a fare due chiacchiere con il titolare il quale, di certo, conosce bene l'ambiente commerciale di quel luogo. E' partecipativo, non vorrei fargli perdere del tempo ma lui si dimostra ben disponibile al dialogo con un turista che ha appena trovato un display con scritto sosta gratuita. Il commercio di prossimità risente, ovviamente, di svariati problemi, problemi che sono a conoscenza di molti se non di tutti, di certo quella località non è esente da una conformazione commerciale di vicinato sempre più ridotta, magari meno acuta rispetto ad altre città ma comunque in fase restrittiva. Mi spiega che si sta provando a rendere i parcheggi gratuiti alcuni giorni feriali della settimana per rendere più agevoli, se possibile, i flussi di persone verso le vetrine locali, rendere gratuita la sosta può essere un passaggio che aiuta. E' solo una prova, è vero, ma da qualche parte bisogna pur incominciare per trovare una buona strada, l'immobilismo sperando che le cose migliorino da sole non è mai una soluzione lungimirante. Siamo concordi sul fatto che una scelta del genere può essere più o meno valida, forse ai fini pratici si rivelerà completamente inutile ma dentro una scelta del genere vi sono quelle variabili che tendiamo spesso a dimenticare: dialogo e condivisione.

Il Comune in questione si è fatto carico di un problema che lo riguarda direttamente, i commercianti, evidentemente, hanno portato quel dialogo su alcune tematiche condivise. L'insieme di persone che si confrontano e sanno ascoltare genera idee o possibilità le quali, senza confronto, sono semplicemente decisioni buttate su un tavolo. Una sorta di prendere o lasciare, insomma, ma non funziona esattamente così. Aumentare il costo orario dei parcheggi o il numero degli stalli a pagamento non è di certo una soluzione lungimirante, sembra la foglia di fico da usare quando degli amministratori si lamentano che le casse comunali sono a secco, avere posti auto a pagamento davanti agli ospedali è fin paradossale come concetto. Il ragionamento che affronto con quel commerciante si lega anche al fatto che, con una disponibilità oraria limitata, un turista sarà costretto a girare una città controllando l'orologio per paura che possa scadere il fantomatico biglietto, farlo tornare apposta per rinnovare il parcheggio vuol dire farlo salire in macchina per tornare a casa, non per proseguire una gita. Magari limitando il costo orario dopo un certo periodo di tempo potrebbe rappresentare un incentivo a godersi alcune ore in giro per una località, il costo un parcheggio non può essere l'unico responsabile di tanti problemi, ma almeno che non diventi un problema.

Le tematiche legate al mondo del commercio sono infinite e delicate, questo è fuori discussione, ma trovare un punto di partenza per affrontarle potrebbe aiutare ma mantenere saldo quel dialogo tra istituzioni e cittadini.

Marco Bragazzi


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