S.O.S. Democrazia. A Roma per invertire la rotta anche per la vitalità democratica dei territori
Dovrebbe ormai essere sotto gli occhi di tutti: con il Governo Meloni l’obiettivo strategico principale è stravolgere la Costituzione, cambiare le regole del gioco democratico, cambiare la natura stessa dello Stato repubblicano. In gran parte dell’opinione pubblica italiana questa percezione non c’è. In verità anche in opinionisti di sinistra questa offensiva della peggior Destra di sempre non è colta nella sua reale portata, anzi viene considerata una operazione propagandistica, una specie di tentativo di distrazione di massa per non affrontare i nodi irrisolti della crisi italiana: i bassi salari, la bassa produttività, la crescita delle disuguaglianze e delle nuove povertà, l’incapacità di affrontare con efficacia l’emergenza climatica, le conseguenze sociali ed economiche della guerra in Ucraina, tra queste l’inflazione da conflitto, in particolare da choc energetico .
Propongo una analisi diversa che vede come la governabilità dei processi sociali, meglio il controllo sociale delle dinamiche più profonde della società italiana, secondo una visione conservatrice se non addirittura reazionaria, siano meglio assicurati da una riduzione degli spazi e della complessità della democrazia costituzionale e da una modifica profonda degli equilibri istituzionali e costituzionali.
Mi fa piacere riconoscere che il leader della Cgil Maurizio Landini abbia maturato questa consapevolezza e abbia lanciato con forza il progetto e la mobilitazione “Insieme per la Costituzione” e nel Documento si parli esplicitamente di “stravolgimento della nostra Repubblica parlamentare attraverso l’elezione diretta del capo dell’esecutivo (presidenzialismo, semipresidenzialismo o premierato che sia). Però la manifestazione nazionale del 7 ottobre non deve fermarsi a Roma: il movimento di energie suscitate e la piattaforma vanno portate nei territori e sviluppati nelle città e nelle Regioni con Reti e Alleanze più ampie a sostegno dei diritti al lavoro dignitoso, alla salute e all’ambiente, per il rilancio della sanità e della scuola pubblica, per l’uguaglianza dei cittadini come recita l’Articolo 3 della Costituzione, per la soluzione politica e non militare del conflitto in Ucraina come recita l’Articolo 11 della Costituzione, per un regionalismo solidale contro l’Autonomia differenziata che spaccherebbe il Paese legittimando la differenza strutturale tra Regioni con maggiori risorse, maggiori infrastrutture e servizi e Regioni con minori risorse, minore capacità competitiva, minori entrate fiscali.
Prepariamoci dunque a difendere Costituzione e Democrazia dall'attacco più insidioso da quando è nata la Repubblica italiana. Attacco alla Costituzione ben più insidioso rispetto a quelli portati prima da Silvio Berlusconi e poi dal PD di Matteo Renzi e respinti dai Referendum popolari del 2006 e del 2016. Questa volta il disegno politico della peggior Destra di sempre alla guida del Governo sembra godere di un’ampia maggioranza parlamentare, persino di qualche simpatia centrista e tiene insieme nazionalismo e iperatlantismo, neoliberismo e negazionismo climatico, populismo e militarismo, occupazione delle Istituzioni e riduzione dei diritti civili e sociali.
Siamo di fronte al rischio reale che si compia in Italia il progetto eversivo della P2 di Licio Gelli con l'adozione dell'Autonomia Differenziata tra le Regioni; con la proposta del "Presidenzialismo" per consentire la più alta concentrazione di potere politico mai tentata nell'Italia repubblicana; con la Flat Tax che riduce le tasse ai più ricchi; con la prevalenza data alla sanità privata riducendo gli investimenti al Servizio sanitario pubblico; con la cancellazione del Reddito di Cittadinanza, il rifiuto del salario minimo legale, la sottovalutazione del lavoro povero e la rimozione delle nuove povertà; con la riduzione degli ambiti e degli strumenti di indagine a disposizione della Magistratura; con la militarizzazione della sicurezza e la totale subalternità alla Nato in Europa e in politica estera; con il rilancio della dipendenza dalle fonti fossili e il progetto di ritorno al nucleare civile; con la criminalizzazione dei Migranti e l'ideologia reazionaria della sacralità dei confini.
La posta in gioco non è mai stata così alta dal 1945 a oggi: per il futuro della vita democratica del nostro Paese; per l'universalità dei diritti da garantire a tutti i cittadini e per l'uguaglianza "effettiva” da promuovere e assicurare in uno Stato che si vuole democratico; per il valore irrinunciabile del pluralismo culturale, sociale, politico irriso a destra dalla convinzione che sia legittimo affidare il comando dello Stato alla "dittatura della maggioranza", anche se poi è maggioranza solo per la percentuale dei votanti.
In questa lotta che è soprattutto impegno di pensiero, azione nonviolenta, mobilitazione per rigenerare una democrazia ferita, non ci aiuta la debolezza degli attuali partiti antifascisti; non ci aiuta la scarsità di una informazione libera e indipendente; non ci aiuta la frammentazione di tanto associazionismo troppo spesso imprigionato in logiche identitarie. "Insieme per la Costituzione" è una prima buona Piattaforma lanciata da Maurizio Landini segretario della Cgil e condivisa dalle Camere del Lavoro presenti in tutto il territorio italiano. Bisogna allargarla e rafforzarla: sul piano culturale, sociale e politico; sul piano giuridico e organizzativo; persino sul piano interreligioso. Bisogna radicarla nei territori e coinvolgere più attori sociali e più competenze: studenti, insegnanti, lavoratrici e lavoratori, associazioni culturali, associazioni ecologiste e dei diritti civili, movimenti pacifisti e gruppi femministi, ong e volontariato, settori professionali che vanno dai giuristi e dai costituzionalisti ai medici per l’ambiente e agli urbanisti, dai Centri di ricerca sulle energie rinnovabili agli economisti impegnati nel nuovo modello di sviluppo e nella conversione ecologica dell’intera società, dalle competenze scientifiche in grado di proporre misure per la sicurezza idrogeologica dei territori e la salvaguardia degli ecosistemi a esponenti della diplomazia e della geopolitica interessati alla soluzione politica dei conflitti e alla costruzione di un mondo multipolare, proprio come auspica papa Francesco nella sua ultima Enciclica “ Laudate Deum” quando invita a impegnarsi per un “ Multilateralismo dal basso”. .
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