Tamoil, dalla chiusura alla condanna: dal 2015 il Comune in prima linea
Nel 2010 ero consigliere comunale di minoranza quando Tamoil, tramite un comunicato stampa, annunciò la chiusura della raffineria di Cremona.
Nei primi mesi del 2011 la priorità era il destino dei lavoratori. Ho un ricordo preciso: il consiglio comunale del 25 febbraio 2011, con gli operai in sala quadri e i vari interventi.
La stessa cosa, quando il 1° aprile 2011 le istituzioni a tutti i livelli decisero di firmare un accordo a Roma. Un accordo sicuramente positivo dal punto di vista occupazionale ma decisamente capestro sotto l'aspetto ambientale .Dubbi che si sono tramutati in decine di interrogazioni all'allora Sindaco Perri. Basta scorrere il testo di quell'accordo, ora a distanza di 10 anni, e la maggior parte degli impegni sono stati disattesi fin dall'inizio.
Chi firmò quell'accordo, decise poi, di conseguenza, di non costituirsi come parte civile e di accettare (inspiegabilmente) che Tamoil non fosse responsabile dell'inquinamento. Sbagliando.
Ma per fortuna negli anni successivi ci fu una serie di svolte.
La prima, il coraggio di Gino Ruggeri nel 2012 di costituirsi nel processo al posto del Comune di Cremona, e la seconda il grande lavoro del pool degli avvocati che svolse un ruolo fondamentale nella ricostruzione degli atti del processo; la terza, la presenza del Giudice Salvini.
Ma il vero cambio di passo politico ci fu a 15 luglio 2015, quando il Sindaco Galimberti raccolse il testimone dall'azione avviata da Gino Ruggeri, e con tutta la giunta decise senza alcun dubbio, di costituirsi come parte civile nel processo di appello Tamoil, per dovere istituzionale e atto di rispetto per una vicenda che aveva coinvolto e segnato pesantemente tutta la città.
Dopo tre anni, ricordo l'epilogo come se fosse ieri: la telefonata dell'Avv. Romanelli in data 26 settembre 2018; eravamo in giunta e ci informò della condanna per disastro ambientale colposo a carico di Tamoil. Credo, come allora, che fu una bella vittoria della città.
Infine, nella primavera del 2019, la medaglia d'oro a Gino Ruggeri, quale riconoscimento dell’alto valore civico e morale dell’avvio, con la sua azione nel primo grado del processo penale, a testimonianza a difesa della comunità cremonese per la salvaguardia dei diritti della collettività e il rispetto dell’ambiente e della salute dei cittadini e il vincolo in consiglio comunale di un milione di euro (come previsionale del processo penale) da destinare a progetti ambientali.
Ora sarebbe auspicabile, con la stessa determinazione di allora, intraprendere altre azioni perché il ripristino ambientale delle aree esterne, la bonifica e il risarcimento dei danni sono ancora temi molti incerti.
L'ex assessore all'ambiente
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