1 marzo 2021

Turismo e Covid, va ripensata l'offerta con nuova progettazione

L’analisi sul turismo al tempo della pandemia ormai si riduce ad un unico termine: crisi! Quindi spendere ulteriori parole in merito, per arrivare ad una conclusione ormai nota da tempo, può risultare qualcosa che si disperde nel mare magnum del già noto.

A questo punto credo valga la pena, partendo dall’esperienza personale di guida turistica abilitata appartenente ad una associazione culturale, CrArT – Cremona Arte e Turismo che fa parte anche del consorzio turistico InCremona, di delineare alcuni punti, pilastri, sui quali costruire il “nuovo turismo” in un periodo dove le necessità sanitarie e le chiusure devono dialogare con la grande voglia di uscire e vivere che le persone, nel caso specifico i turisti, hanno dimostrato di avere. Il punto di partenza sta proprio qui; come avvenuto dopo la ripresa delle attività a maggio 2020 anche ora, dopo il secondo lockdown, c’è voglia di vedere e scoprire quello che ci circonda vivendo esperienze che nell’arte, nella storia e nella cultura trovano contenuti che “profumano” di vita.

Quello che stiamo vivendo da febbraio 2020 ha insegnato, lavorativamente parlando, che al centro del turismo ci sono due fondamenti, il primo è l’Uomo, sia come fruitore delle esperienze sia come offerente esperienze, il secondo è il Luogo, da intendersi nella sua variegata composizione tra natura, storia, arte, cultura, gastronomia, artigianato, società…

Da questi partono archi che connettono altri elementi portanti come quello della conoscenza.

La pandemia ha ridotto la possibilità di viaggiare ma non l’ha cancellata, seppur costringendola a periodi di pausa, rendendo vivace il cosiddetto turismo di prossimità: si scoprono i luoghi a poca distanza, a partire dalle proprie città o territori di appartenenza, quelle località che solitamente finiscono in fondo alla lista delle mete perché “troppo vicine quindi ci vado quando voglio” e che poi non si visitano mai. Bene, questa nuova visione del turismo deve spingere gli operatori di settore a conoscere, veramente però, il proprio territorio che spesso in passato veniva valorizzato solo per gli attrattori principali. Il punto di vista dal quale guardiamo attorno a noi ora deve partire dal presupposto che tutto il territorio è un attrattore perché al suo interno ci sono punti d’interesse per qualsiasi tipologia di turista. Conoscere però si deve legare anche ad una vera capacità di comprendersi; individuare i propri punti di forza è facile, meno è ammettere le proprie debolezze e lavorare su quelle.

La crisi che stiamo vivendo ha messo a nudo delle carenze, in tantissimi ambiti non solo quello turistico, che non si possono più nascondere e che potrebbero, se affrontate, fornire delle buone basi con le quali rinforzare quanto di buono esiste già. La conoscenza si connette poi ad un altro punto fondamentale, quello del tempo. Per far crescere il turismo locale è necessario investire il tempo, tempo per studiare, tempo per mappare il territorio, tempo per incontrare, adesso aiutato anche dalla tecnologia, tempo per costruire… Ecco che si arriva alla progettazione, una progettazione che deve anticipare i tempi, farsi trovare pronti a ripartire appena possibile in caso di ulteriori chiusure e riaperture, essere attenti alle esigenze dei turisti non solo in termini di sicurezza ma soprattutto in termini di contenuti e proposte così da far trovare qualcosa che sia d’interesse per tutti a partire dalle scuole. Ci deve essere poi attenzione, non solo alla tipologia di proposta ma anche alla tipologia di fruitore. Per qualche tempo la base principale del “gruppo turisti” sarà quella dei piccoli numeri con singoli, copie, famiglie, amici, che domineranno la scena. Diventa quindi necessario che l’offerta turistica tenga conto di questo arrivando a rispondere nella miglior maniera possibile alle necessità esperienziali che ogni “gruppo” può richiedere a partire dalla propria composizione. Sarebbero tanti ancora i pilastri da citare ma per concludere ne voglio indicare uno in particolare: la comunicazione.

È arrivato il momento di comunicare e promuovere il turismo in maniera corretta e onesta senza proclami o slogan che poi rimangono tali. Le persone hanno la necessità di comprendere a pieno ciò che stanno scegliendo perché risponde effettivamente alle loro esigenze, i lavoratori del turismo hanno il dovere di valorizzare i loro sforzi promuovendo la loro professionalità nella maniera corretta e onesta, il territorio ha bisogno che per il suo valore siano spese parole e intraprese azioni che rendano merito alle reali possibilità che può offrire in maniera che queste vengano esaltate e vissute nella miglior maniera possibile.

Queste poche, e sintetiche considerazioni che andrebbero approfondite in molti loro aspetti, sono state espresse in forma generale ma con una immagine ben chiara in testa, quella della Cattedrale di Cremona. Anche lei poggia su solidi pilastri fin dal 1107 ed è passata in mezzo a terremoti, 1117, riqualificazioni, apertura del rosone con conseguente innalzamento della struttura, e riforme stilistiche senza però mai perdere la sua base d’appoggio in quei mattoni e marmi che sorreggono archi e volte che mutano così da presentarsi ai nostri occhi ancora oggi come una “meraviglia del mondo”.

Credo che il turismo al tempo del covid-19 e dal tempo del covid-19 dovrà rigenerarsi per trovare forte solidità per il futuro in grado di sostenere gli inevitabili cambiamenti che ci attendono. 


                                                           

Tommaso Giorgi (Crart)


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