Un anno dopo la chiusura, facciamo luce sui teatri!
Ricordo benissimo: era la mattina di sabato 22 febbraio di un anno fa, in biblioteca a Romanengo, Elena, la bibliotecaria mi consegnava i fogli sala per lo spettacolo della sera; poi di corsa al Galilei per controllare che sul palco tutto fosse pronto per il concerto delle 21. E poi a casa, in attesa di una altra bella serata teatrale con gli Aksak Project di Cremona, con la loro musica zoppa e mediterranea. Verso mezzogiorno mi arriva un whatsapp che non mi aspetto (anche se le avvisaglie c’erano state e il giorno prima Codogno aveva scoperto di possedere il primo caso ufficiale di Covid in Italia). Era il collega Enrico Tommasoni di Cremona, regista che avrebbe dovuto realizzare il suo spettacolo la settimana successiva in quel di Capergnanica; Enrico mi chiede che situazione ci sia a Crema, visto che, nella tarda mattinata cremonese, le autorità hanno deciso di chiudere tutto, proprio tutto, teatri compresi. Rispondo che non so nulla, che non mi risulta ci siano problemi, sono appena venuto via da un Comune e nessuno mi ha detto nulla. Però mi informo subito e chiedo a Federico Oneta, assessore alla cultura sempre molto attivo a Romanengo, poi al sindaco di Capergnanica, Alex Severgnini, anche lui sempre sul pezzo e mi viene risposto che è in corso una riunione straordinaria dei sindaci del territorio, al termine della quale si deciderà di chiudere tutto anche le sale teatrali.
Lo spettacolo del 22 non andrà in scena e da quel momento fino ad oggi nulla è più andato in scena nella consueta quanto adrenalinica normalità teatrale, se si esclude quel paio di mesi estivi, in cui qualcuno di noi ha improvvisato brevi rassegne negli spazi all'aperto, con tanto di norme rigide da rispettare, distanziamento, temperatura, identificazione del pubblico e posti limitati. Poi da fine ottobre si ritorna nel buio, anzi in quei colori da incubo che tingono di infiniti decreti del presidente del consiglio l'Italia delle regioni, dal giallo all'arancio fino al profondo rosso, quello che caratterizza particolarmente la Lombardia e il nostro territorio falcidiato dalla pandemia.
Da quel surreale 22 febbraio è passato un anno esatto, un anno di pandemia, un anno di Sars covid 19 che sta facendo ancora vittime, nonostante da un paio di mesi sia in circolazione il vaccino che viene somministrato con lentamente. Torniamo un passo indietro: era il 17 giugno, quando l’ennesimo decreto ci riempiva di gioia per la riapertura ufficiale dei teatri. In sostanza, una beffa temporale, anche perché in quel periodo dell’anno, quando si entra nella estate calda e afosa, i teatri, raramente dotati di aria condizionata, si chiudono. Pazienza, noi teatranti siamo dotati di molta fantasia, è una nostra necessaria prerogativa, e allora in qualche modo ci siamo arrangiati e per l'estate 2020 abbiamo inventato una improvvisa voglia di continuare a fare teatro anche e soprattutto per e con il pubblico. In questi ultimi mesi la situazione, sempre più caotica, con una continua raffica di norme settimanali, sta soffocando il mondo della cultura teatrale.
Così siamo arrivati a un anno esatto dalla chiusura e il 22 febbraio 2021, che è un normale lunedì, dalle temperature che cominciano a profumare di primavera, si celebra un anniversario di cui avremmo fatto decisamente a meno. Ma che ci vede convinti di poter dire la nostra e di farci sentire da questo nuovo e strano esecutivo appena insediatosi nella capitale. E dalla capitate parte proprio l’iniziativa programmata per questa data. Nasce da U.N.I.T.A., un’associazione di categoria fondata da più di 100 interpreti del teatro e dell’audiovisivo creata per sostenere e promuovere il mestiere dell’attore all’interno del panorama artistico e culturale e nella formazione sociale di ogni individuo.
Ecco che allora la sera del 22 febbraio dalle ore 19:30 alle 21:30 tutti i teatri del territorio italiano, piccoli e grandi che siano, sono stati invitati ad accendere le luci per dimostrare la volontà di riprendere a fare teatro, pur rispettando tutte le necessarie normative in vigore, Le adesioni arrivano da tutti gli angoli dello stivale; anche i teatri del territorio Cremonese partecipano all'iniziativa "Facciamo luce sul teatro!". Il sottoscritto, in qualità di presidente di un'associazione di teatro solidale che si chiama Rosso di Scena e come direttore del teatro Don Bosco di Capergnanica si è impegnato a portare termine questa iniziativa, immediatamente raccogliendo molte adesioni dal territorio ricchissimo da sempre di gente di teatro (Associazione Rosso di Scena di Capergnanica, Laboratorio teatrale Brains at Work, Gio Bressanelli, Giulia Riboli, Teatro dell’Incontro di Postino di Dovera, Compagnia Gagio Volonté di Crema, Pippo Marinoni, Labor’attori in corso di Bagnolo Cremasco, Progetto Officina Corpo di Crema).
Della serata, trasmessa in diretta su Facebook, il videomaker Simone Rota produrrà un docu-film disponibile in primavera. Un momento informale questo, un momento importante, per incontrarci, per dire che ci siamo, davanti ai nostri teatri, per salutarci, per dirci la voglia che abbiamo di continuare a esibirci sui nostri palchi. Adesso non ci resta che sperare e credere nella possibilità di rivitalizzare le scene teatrali, tenendo presente, per di più, che molti di noi vivono di teatro e in questo periodo il teatro, già di per sé povero, naviga nella più drammatica miseria economica.
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