14 agosto 2022

Vivere il presente con passione: è la sfida che Dio ci lancia!

I maestri del sospetto di metà Ottocento – Karl Marx primo fra tutti – indicavano la religione come una forma di ottundimento generale, una sorta di stupefacente – celeberrima l’espressione “oppio dei popoli” del filosofo tedesco – che annebbia la ragione e che crea quasi un mondo onirico nel quale immergersi per evitare di pensare alle ingiustizie e ai soprusi dei più ricchi sui più deboli, ai privilegi delle classi più abbienti a discapito di quelle più povere. Un potente sedativo che permette alla società di stare tranquilla, senza scossoni, disordini, insubordinazioni. Il premio, infatti, non si ritira in questa vita, ma nell’altra: Dio metterà le cose a posto in Paradiso non sulla terra! Occorre, dunque, attendere, chinare il capo pazientemente, incassare umiliazioni e sopraffazioni senza mai ribellarsi.

Evidentemente questi grandi filosofi hanno mal compreso il messaggio che il giovane falegname di Nazareth consegnò Duemila anni fa ai suoi discepoli e che ancora oggi fa vibrare il cuore di milioni di persone in tutto il mondo. Gesù, con la sua vita, con le sue parole, con il suo stile ha insegnato ad avere gli occhi puntati verso il Cielo, ma i piedi ben piantati sulla terra. Il presente, per il cristiano, non è un lasso di tempo da “sopportare” in vista di un futuro radioso e splendido nel quale godere per sempre della bellezza divina, ma è l’opportunità che il Signore dona a ciascuno di rispondere alla propria vocazione, di assaporare l’amore del Padre, di gustare la bellezza della fraternità, della condivisione, dei beni della terra. Tutti fatichiamo a vivere il presente: spesso vorremmo essere da un'altra parte, con altre persone, sperimentando vite diverse! In questo, il mondo digitale ci ha dato una mano enorme: se si vive una esperienza impegnativa, delle relazioni faticose, delle relazioni imbarazzanti allora è gioco forza immergere la testa nel telefonino, vagando verso orizzonti virtuali alla ricerca di un paradiso artificiale che acquieti le nostre angosce e ansietà e sazi il nostro infinito desiderio di felicità. La grande sfida dell’oggi è proprio vivere il presente così come ci è offerto: esso, infatti, ci aiuta a capire chi siamo, quali sono le nostre debolezze e fragilità, quanto siamo capaci di resistere alla sofferenza e al disagio, in che modo riusciamo ad affrontare sconfitte, umiliazioni, fallimenti e, infine, quanto ancora dobbiamo lavorare dentro noi stessi per sentirci realmente liberi e realizzati con quel che abbiamo e non con quello che aneliamo! 

Il Demonio è terrorizzato dal presente e cerca in tutti in modi o di imprigionarci nel passato facendoci vivere solo di ricordi, di nostalgie, di malinconie e di rimpianti – uno dei casi più frequenti è l’incapacità di elaborare il lutto – o di proiettarci continuamente nel futuro immaginando che quando avrò cambiato lavoro, quando avrò trovato un altro partner, quando mi trasferirò in un'altra città… allora sì sarò felice, appagato, pienamente me stesso.

Cristo, invece, mi chiede di vivere intensamente il presente perché solo in esso posso davvero esercitare la mia responsabilità, mettere in gioco i miei talenti, instaurare relazioni arricchenti, contribuire alla costruzione del bene comune e, perché no, sperimentare anche le mie fragilità e le mie debolezze! Solo nel presente io posso decidere il mio futuro.

E tutto questo va fatto con “passione” cioè con entusiasmo, con creatività, con il desiderio grande di contribuire a costruire già qui su questa terra un pezzettino di Paradiso, un anticipo di quel Regno dove davvero trionferà per sempre la giustizia e la pace. 

Nel Vangelo di questa seconda domenica di agosto Cristo parla di un fuoco che è venuto a gettare sulla terra cioè nel cuore dell’uomo: l’amore di Dio! Quando una persona è raggiunta da questo fuoco la sua vita non è più uguale a quella di prima perché sente dentro di sé l’impeto di annunciare la verità del Vangelo denunciando le menzogne del mondo anche se ciò implica contrasto, disprezzo, emarginazione, persecuzione.

In realtà non è Gesù che porta la divisione sulla terra: egli, con la sua Parola, smaschera il peccato e in ultima analisi il demonio e la sua opera scellerata: essi sono i veri fautori della divisione, della confusione, della complicazione. Dio è tremendamente semplice e chiaro, tutto ciò che è contorto, ostico, macchinoso, tortuoso è sempre e solo opera del principe delle tenebre. In questo senso il Signore dice all’uomo: “Vivi il presente e la realtà in cui sei immerso e fidati di me!”, Satana, invece, ti lascia insonne, intere notti, al fine di trovare delle scuse, delle scorciatoie, delle menzogne… delle improbabili vie di fuga.

Gesù ha portato qui in terra la Verità su Dio e sull’uomo! Ciascuno è chiamato a confrontarsi con tale Verità: chi è umile e disposto a fidarsi del Cielo accoglierà con gioia il messaggio divino, viceversa chi ha deciso di autoproclamarsi il Dio di sé stesso e ha la presunzione di poter trovare da solo la via del bene e quella del male respingerà con fastidio e spesso con violenza la Parola di Cristo. La divisione nasce sempre dall’orgoglio, dalla superbia, da un io che si gonfia così tanto da pensare di poter divenire capo e arbitro assoluto del mondo.

Claudio Rasoli


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