21 dicembre 2022

Le fiabe moderne del Natale: l'Angelino e l'astronauta solo nella notte

Ecco due fiabe moderne di Natale da leggere ai vostri bambini o nipoti scritte da Gianvi Lazzarini

L’Angelino che rubò un’aureola più grande  

Un giorno in Paradiso il Padre Eterno, nell’assemblea di tutte le anime beate, interrogò un Angioletto, un piccolo bellissimo cherubino, che aveva rubato, cosa mai avvenuta in Cielo! un’aureola a un altro Angelo, per giunta di livello superiore. Aveva fatto questa brutta cosa per apparire più importante? Se così fosse stato, la mancanza sarebbe stata davvero grave.

 Essendo l’Onniscente, Dio sa tutto di ciò che succede in terra e in Cielo, ma volle che il caso del primo furto avvenuto nel Regno dei Cieli fosse conosciuto da tutti i suoi abitanti. Chiese spiegazioni all’Angelino, il quale cominciò a tremare, a sudare, a diventare di tutti i colori. Tossì, balbettò e non riusciva a parlare. Ma poi con infinita dolcezza la Madonna lo calmò e lui riuscì a spiegare che cosa era successo. Disse che tutti gli anni, nella notte di Natale, anche in Paradiso (ci mancherebbe altro che non fosse così!) viene rievocato l’Evento degli Eventi: la Nascita del Bambino Divino. La Natività viene riproposta in Cielo tale e quale a come era avvenuta in terra. C’è la capanna, il bue e l’asinello, Giuseppe e Maria, i pastori…e, in alto, sulle nuvole e nel vento, schiere di angeli eseguono musiche e canti, per l’appunto, molto angelici. 

E, sempre, in quei momenti meravigliosi, c’è un piccolo angelo su una nuvoletta è così emozionato che, proprio quando il Bambin Gesù nasce, per la meraviglia e la felicità si emoziona così tanto che perde l’equilibrio, va giù a precipizio dalla sua nuvoletta e …bum! casca per terra a testa in giù. 

A recitare questa scena ogni anno è sempre Angelino. Lui, spiegò che ogni volta è contento di farlo: vede nascere il Salvatore! E poi, cascando, fa divertire tutti in Cielo, così come avveniva in terra molti anni fa, quando la notte di Natale in chiesa, con attori, animali e musica veniva rappresentata la Nascita, e c’era proprio un piccolo angelo finto simile a lui che sul più bello per la meraviglia e la commozione cadeva dalle nuvole finte. Proprio da lì è nato il detto “cadere dalle nuvole”, che ancora oggi si usa nel nostro parlare… 

Il giovane Cherubino aggiunse: “Io l’aureola grande la volevo sono in prestito per qualche giorno. Ogni Natale, quando nasce il Divino Bambino, io mi commuovo, mi emoziono e come allora e non posso fare a meno di cascare giù a capofitto. Ed è per questo che ho preso in prestito l’aureola al Grande Angelo…”.

Poi continuò: “Io cado ben volentieri, e mi precipito giù senza usare mai le ali, perché sono davvero emozionato e perché altrimenti non farei divertire più nessuno. Ma ogni volta che mi schianto a terra, la testa e la fronte si riempiono tutte di botte… Ecco, ho pensato che un’aureola più grande e più luccicante mi poteva nascondere i bernoccoli in testa… “

Il Sommo Giudice batté contento le mani. Era commosso e intenerito quasi come la Madonna, che a intenerirsi è sempre la prima. Commossi e inteneriti erano anche tutti gli abitanti del Cielo.  

E il Padre Eterno diede al giovane Cherubino una nuova e bellissima aureola di prima categoria (ovviamente, l’aveva già preparata, perché già fin dall’inizio conosceva la fine della storia) tanto luminosa da nascondere ogni tipo di bernoccolo, bozzo e botta che fossero apparsi sulla testa del dolce e buon angioletto. 

L’astronauta solo nella notte

L’astronauta stava ritornando sulla terra. Con l’astronave più perfezionata possibile, aveva potuto fare il più straordinario viaggio che mai un uomo avesse compiuto, andando ben oltre Marte e i pianeti più lontani. Aveva visto cose strabilianti, quasi impossibili da narrare. E adesso era quasi a casa, a poche ore dalla terra.

A un tratto, sugli schermi dei suoi computer comparvero delle figure stranissime. Anche se era abituato alle apparizioni più strane e incredibili, questa volta non poté non fare un salto sulla sua poltrona di guida: vedeva delle strane figure volare velocissime e armoniose per il cielo, e non erano astronavi o aeroplani o satelliti, ma proprio esseri viventi, simili a umani, ma con grandi ali. Ma ad accrescere la meraviglia, è che gli strumenti della navicella spaziale davano anche segnali di suono, meglio, di musica, anzi, di musica meravigliosa. Possibile? I lunghi anni passati da solo nello spazio ora gli facevano apparire visioni, allucinazioni? Oppure i suoi sofisticati apparecchi di bordo si erano guastati? 

Controllò tutti gli strumenti per bene: erano perfettamente funzionanti. 

Allora, con un po’ di vergogna perché temeva di essere preso per matto, si mise in contatto con la centrale radio-televisiva sulla terra. Esitando un poco, trovò il coraggio di raccontare che cosa gli stava capitando e di chiedere spiegazioni. 

Invece di ricevere domande e spiegazioni scientifiche degli scienziati degli studi terrestri, con sua grande sorpresa sentì solo delle risatine. Chiese arrabbiato: “Mi prendete in giro? Credete che sia ubriaco?”.

“No”, gli riposero gli scienziati delle centrale “Solo che sei stato troppo tempo lontano dalla terra…”

“E allora? Vuol dire che sono diventato matto?” domandò lui, ancora più preoccupato. 

Gli scienziati gli risposero: “Non sei per niente matto, solo che non hai ben chiaro che notte è questa…”.

“Che notte è?” chiese l’astronauta.

“È la notte di Natale! E quelli che tu vedi nel cielo, e che anche noi vediamo sui nostri computer, sono le frotte degli angeli che, come capita da più di duemila anni, stanno volando sulla terra a rivivere il miracolo, la meraviglia e la gioia della nascita del Bambin Gesù…”.

Nella foto la Natività di Altobello Melone

Gianvi Lazzarini


© RIPRODUZIONE RISERVATA




commenti


Enrica

21 dicembre 2022 12:14

Carissimo autore, ti ringrazio per i tuoi racconti, che mi hanno molto commosso e mi hanno fatto tornare bambina per qualche istante. Se Rodari potesse leggere le tue fiabe di Natale rimarrebbe sorpreso per la loro delicatezza e soavita'. Probabilmente si rammaricherebbe di non averle pensate o scritte. Grazie per tutti i bambini che potranno goderne