"Le bionde del Benaco": il commissario, la pupa e il tocco, I protagonisti del nuovo romanzo di Marco Ghizzoni, ambientato sulle sponde del lago di Garda
Marco Ghizzoni, scrittore cremonese classe ‘83, è tornato in libreria con il suo nuovo romanzo ‘Le bionde del Benaco’ (Laurana). Cambiano personaggi ed ambientazione, che nelle storie precedenti i erano alle sue origini, Cremona, e quelli che lui chiama ‘i luoghi del cuore’, fino al ‘Benaco’(pronunciato con l'accento sulla ‘a’ Benàco), meglio conosciuto come Lago di Garda meta che, per la sua accessibilità ed il suo fascino, rimane un luogo molto frequentato dai cremonesi.
L’autore lo definisce ‘il luogo dell’anima’ e come dargli torto, visto che come lui, a partire da Dante nella Divina Commedia, fino a al ‘Vate’ Gabriele D’Annunzio e molti artisti che attraverso le loro opere, ne hanno declamato la bellezza e il suo fascino.
Ed è proprio da Gardone Riviera, le cui sponde si offrono alla maestosità del "Vittoriale degli italiani", che Ghizzoni sceglie di ambientare quella che lui stesso definisce una ‘commedia degli equivoci’, caratteristica che rappresenta il ‘Fil Rouge’ di tutti i suoi romanzi. Ghizzoni conferma la sua abilità di dar vita a personaggi intrisi di tutta quell’umanità, che ci riporta al vivere quotidiano. Anti-eroi per antonomasia, caricature dei personaggi che rappresentano e intrecciano le loro vite in situazioni e dialoghi intrecciano ricchi di sarcasmo, ironia ed umorismo, che fanno emergere le debolezze, i difetti e gli eccessi che la natura umana offre.
La lettura del romanzo, mi ha fornito gli spunti e le curiosità necessarie per confrontarmi con l’autore, come potrebbe fare qualsiasi altro lettore davanti a questo suo libro.
D- La prima curiosità è relativa a cosa, e dove nasce, la tua passione per la scrittura?
R- La scrittura nasce dalla lettura e dall'amore per le storie. Sono sempre stato un lettore vorace, di libri, di fumetti (da piccolo mangiavo leggendo Topolino, Paperino, Paperinik e Braccio di Ferro) e un amante di tutto ciò che poteva essere raccontato da me agli altri e dagli altri a me. Ammiravo la capacità di autori come Roberto Piumini, Roald Dahl, L.R. Stein, Giovannino Guareschi di creare mondi e storie meravigliose in grado di tenermi incollato alle pagine, così ho deciso di provarci anch'io. La vera folgorazione, poi, è arrivata intorno ai 20 anni con Aldo Busi, colui che ritengo il più grande scrittore italiano; è a quel punto che ho deciso di fare ‘sul serio’”.
D- Il tuo esordio risale a circa una decina di anni fa, come si è evoluto il tuo essere ‘autore e scrittore’ e come è cambiata la tua scrittura in questi anni?
R- Il tempo, come sempre, porta consapevolezza e spegne l'eccessivo entusiasmo della prima volta. Non sono più preda dell'ansia da produzione, ma scrivo quando mi va e, soprattutto, quando ho qualcosa che mi preme raccontare. Dal punto di vista tecnico, ho maggior padronanza del mezzo e maggior confidenza con la mia voce, il che mi consente di non dover più fare un lavoro titanico in fase di editing. E non è poco!”.
D-Partendo dal fatto che non si può ambire a diventare (o almeno a provarci) scrittori se non si è tenaci lettori, quali sono gli autori ed il genere in cui più ti avvicini?
R- Sono sempre stato un lettore onnivoro, pertanto non mi sono mai limitato a leggere ciò che sento più affine. Spazio dal giallo al romanzo storico, passando per le commedie, la narrativa sui generis e gli immancabili classici. Quando un romanzo è bello, scritto bene e ancor più fondamentale, va letto a prescindere dai nostri gusti. Esiste un giudizio di valore dal quale, a mio avviso, non si può prescindere”.
D- Ho una curiosità che mi porto appresso dal primo tuo romanzo che ho letto: i tuoi lavori prendono forma preferibilmente dai personaggi o da una storia?
R- “Da una storia, che viene poi resa viva dai personaggi”.
D- Passiamo al tuo ultimo romanzo ‘Le bionde del Benaco’. Da Cremona a Gardone Riviera è più breve di quello che si pensi, non tanto per la distanza, quanto per aver rappresentato un luogo di vacanza, molto frequentato dalle famiglie e dalle compagnie di amici (moltissimi cremonesi!), in cerca di svago ed ‘avventure’. Cosa ti ha spinto a sceglierlo come sfondo della tua storia?
R- Dopo aver raccontato i miei ‘luoghi del cuore’, Cremona e io cremonese, mi sono preso una pausa per raccontare un ‘luogo dell'anima’, ossia quella sponda del lago di Garda che frequento fin dall'infanzia e che amo molto. Luoghi ricchi di suggestioni e ispirazione.
D- I tuoi personaggi cambiano in base al contesto della storia e dei luoghi, mantengono però la loro vena comica e a volte inadeguata rispetto al contesto e alla scena.
R- Mi piace molto raccontare gli ultimi, gli inadeguati, gli stropicciati che abitano la provincia, e farlo con sguardo ironico e leggero. Divertirmi e divertire.
D- L’esempio lampante è il Commissario di Polizia De Tullio, bresciano di origini napoletano, uomo trasandato e sciatto di mezz’età, dedito all’alcool ed alla musica Jazz, con una madre ottantaduenne con un intuito da detective. Un perfetto anti-eroe, come Philip Marlowe di Raymond Chandler.
R- Questo romanzo è un omaggio in chiave parodistica del genere hardboiled, non solo Chandler, ma anche Hammet, Runyon e Spillane, e De Tullio - come giustamente hai notato - è un antieroe, stropicciato e spesso sbagliato. Non ha successo con le donne (le pupe), non è dotato di fascino alcuno, non ha insomma nulla in comune con i personaggi dei succitati autori né con quello con cui ha una vaga somiglianza, Fred Buscaglione, somiglianza che cerca di sottolineare con un paio di baffetti del tutto simili a quelli del cantante torinese. È il primo a nutrire un senso di inadeguatezza alla vita che cerca di annegare in litri di rum (e non di whisky come nei romanzi hardboiled), anche per colpa della madre oppressiva e ricattatoria. Tuttavia, è proprio la sua umanità a renderlo efficace nel suo lavoro di poliziotto, un lavoro di sensazione più che di azione.
D- Nei tuoi romanzi non manca mai una figura femminile, che generalmente ha il compito di ‘mescolare’ le carte delle indagini e gli ormoni degli uomini. Stavolta la parte tocca all’agente Sabrina Toniolo, che De Tullio definisce come una ‘figura mitologica femminile’ tra Audrey Hepburn e la Venere del Botticelli.
R- La novellina è la pupa del romanzo hardboiled, solo che è inconsapevole o più che altro disinteressata alla propria bellezza abbacinante. È molto sagace e intelligente, determinata ad imparare dal commissario a cui è stata assegnata per il tirocinio, e sarà lei ad avere le intuizioni migliori. Tuttavia, in un ambiente prettamente maschile, è inevitabile che la sua presenza porti scompiglio e anche un po' di invidia.
D- Tra le tanti personaggi che si alternano tra le pagine del libro, c’è anche il pescatore ‘Hemingway’ ed il proprietario tedesco del campeggio ‘La spiaggia incantata’ Jurgen Mann. Due personaggi ‘minori’ legano però tutta la storia.
R- “Come ogni commedia che si rispetti, il romanzo è corale e ogni personaggio riveste la propria specifica importanza. L'Hemingway, pescatore un po' ‘tocco’ e non sempre attendibile, è l'unico testimone oculare di quanto accaduto, non proprio il massimo per cominciare un'indagine, mentre Jurgen Mann è quello che trova il corpo arenato sulla spiaggia del proprio campeggio e che metterà in qualche modo i bastoni tra le ruote a De Tullio per due motivi tanto futili quanto di importanza capitale per lui: riempire il campeggio di clienti e conquistare Sabrina Toniolo”.
D- L’impressione che ho avuto leggendo i tuoi romanzi (e forse anche di più con i racconti), è che la forza della tua scrittura, sia insita nei personaggi. Visto il legame che hai con la tua città e la passione per la storia (correggimi se sbaglio) hai mai pensato di scrivere un romanzo storico a Cremona?
R- “Non sbagli, Daniele, i personaggi sono per me fondamentali per dare linfa vitale alla storia e spesso prendono il sopravvento su di essa, o perlomeno sull'idea che me ne ero fatto. Per quanto riguarda la tua domanda, devo ammettere che ci sei andato molto vicino: sto scrivendo un romanzo storico con protagonista un personaggio di importanza storica capitale nato proprio a Cremona, ma che ha deciso nel corso della sua vita di studiare, vivere e lavorare a Toledo. Per il momento, non dico altro”.
Marco Ghizzoni ha esordito un decennio fa con il primo romanzo della triologia di Boscobasso (‘Il cappello del maresciallo’ 2014, ‘I peccati della bocciofila’ 2015 e ‘L'eredità del Fantini’ 2016, pubblicati da Guanda), ambientati in un paese limitrofo al capoluogo cremonese, che per detta dello stesso autore, riconduce alla località Bosco ex Parmigiano, dove la famiglia per un ventennio ha gestito un bar/trattoria. Nel 2019 con ‘Gli accordi di Stradivari (TEA), ha spostato la sua ambientazione nel capoluogo lombardo, per poi uscire nel 2020 con una raccolta di racconti ‘Il muro sottile’ (Oligo). Successivamente, per la stessa casa editrice, con il saggio ‘Luci e ombre di Stradivari’ (Oligo).
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commenti
Stefano
18 ottobre 2024 16:49
La presentazione del romanzo è molto interessante e stimola la curiosità, soprattutto perchè si fa accenno ad un grande personaggio musicale ed artistico come Fred Buscaglione, che rappresenta con ampie somiglianze il protagonista ben descritto nei suoi ruoli e nelle sue caratteristiche fisiche. Mi piacerebbe avere l'immagine della copertina od eventuali tratti grafici presenti nel volume... Preciso inoltre, che sono un frequentatore della bellissima località di Gardone Riviera, il chè mi ispira molto, avendo fotografie del luogo nel mio archivio di giornalista. Grazie e complimenti per la recensione.