Con Gambero Rosso alla Crepa di Isola Dovarese. Protagonista il coniglio
ISOLA DOVARESE - Imparare a conoscere un territorio non significa solo effettuarne uno studio idrogeologico ma, anche, comprenderne i sapori. Il buon cibo, alla fine, è un po’ come uno scrigno: custodisce emozioni, ricordi, studio e segreti tramandati di generazione in generazione, miscelati a materie prime d’eccellenza ed al lavoro svolto con passione da una grande squadra. Questo il riassunto della serata di giovedì 30 settembre alla scoperta dei sapori della Lombardia, evento ideato ed organizzato da Gambero Rosso presso il Caffè La Crepa di Isola Dovarese. Immersi nella bellezza della suggestiva piazza Matteotti, voluta da Giulio Cesare Gonzaga nella seconda metà del cinquecento, abbiamo assaporato una cena in cui il coniglio, cucinato nelle sue tante sfaccettature, è stato il protagonista indiscusso. Un menù studiato appositamente dallo chef Franco e da Vittorio, Matteo, Laura, Andreina e Ian perché, come in ogni ricetta che si rispetti, così come nella vita, l’unione fa la forza. “Il coniglio è uno degli animali da cortile che, per anni, è stato tra i capisaldi della nostra tradizione alimentare poi è stato accantonato – ci racconta Matteo Marini, che ha curato antipasti e secondi della serata – vi abbiamo proposto diverse ricette dalla nostra antica tradizione ed i conigli utilizzati provengono da un allevamento di Isola Dovarese; la base è la cottura in teglia, il tutto, rivisitato in chiave moderna”. Buon cibo e buon vino, si sa, sono il binomio perfetto per un momento di convivialità da ricordare e come scriveva Charles Baudelaire: “Bere del vino è bere del genio”. Così la maestria di Federico Malinverno, terza generazione nel campo della ristorazione, maitre e sommelier e attento selezionatore di vini, in collaborazione con gli esperti enologi del Gambero Rosso ci ha proposto abbinamenti ideati ad hoc per accompagnarci alla scoperta di alcune cantine lombarde.
“Siamo molto soddisfatti per questa serata che è il frutto di un grande progetto e di tutto il supporto del nostro meraviglioso gruppo – sottolinea Federico Malinverno – abbiamo proposto un menù cucinato espresso, riprendendo il concetto delle cose fatte come una volta, utilizzando ogni parte del coniglio, valorizzando completamente il prodotto, senza eliminare nulla, così come la scelta dei vini si è concentrata non solo sui prodotti più naturali ma, anche, sull’uso corretto degli ingredienti che vanno a definire un buon vino”.
Una serata realizzata in collaborazione con Gambero Rosso, editore di “Premiate Trattorie Italiane, Storie di uomini, di cibo, di territorio”. Un libro, una guida fuori dal comune, che rappresenta la raccolta dei luoghi del mangiar bene sparsi per il Bel Paese e premiati dal tempo, dalla storia, dalla clientela. Un viaggio nel mondo reale, dove scoprire la cultura del cibo come esperienza che narra spezzoni di vita vissuta accomunati dall’attaccamento alle proprie radici e sapori senza tempo.
Così è il Caffè La Crepa, di proprietà dei Malinverno. Una storia di famiglia arrivata alla terza generazione che ha fatto dell’arte dell’accoglienza dei propri clienti e della ricerca della genuinità i propri punti di forza. “Da sempre abbiamo a cuore l’ambiente ed il territorio che ci circonda. Non possiamo non raccontare del nostro attaccamento alla nostra terra. È la nostra vita – spiega Fausto Malinverno – Il Caffè la Crepa ha aperto come mescita di vini e liquori nella prima metà dell’800. Negli anni ‘70 del Novecento abbiamo trasformato l’attività in una trattoria a gestione familiare. Io e mio fratello Franco abbiamo proseguito con la trasformazione senza rinnegare nulla del passato. Mio fratello ha iniziato la rivoluzione in cucina con nuove idee, nuove competenze – continua – siamo sempre stati molto attenti alle materie prime, desideriamo che i clienti abbiano fiducia in noi, per noi è fondamentale essere autentici”. Orto e vigna sono fiori all’occhiello del famiglia.
Si può dire da sempre molto attenti al green e alla sostenibilità quando ancora non si utilizzavano queste terminologie, segnalandoli come precursori della cultura del vero km zero. Una storia di una famiglia sempre fedele alla gastronomia padana capace di proporre e di far apprezzare piatti di forte ispirazione territoriale. Vincitori del premio Stella Verde Michelin 2021 continuano a lasciarsi ispirare dalla tradizione, dalla semplicità dei sapori di casa senza dimenticare l’attenzione alla digeribilità ed alla presentazione dei piatti. Passato e presente che si fondono per regalare ai propri ospiti un’esperienza coinvolgente ed emozionante. Forse, proprio nel buon cibo e nel buon vino, è racchiuso l’elisir della bellezza e di una lunga vita
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