3 gennaio 2023

Malawi, fra i paesi più poveri del mondo. Il dono di una coppia di Covo

 

«Il Malawi è il paese più ricco del mondo: ricco di sorrisi, di valori e di colori ma tutto questo non si sostituisce a cibo, cure, acqua e istruzione». 

Coerenti con questo assunto, Giovanna Rubini e il marito Emilio Pesenti hanno deciso di impegnarsi per colmare in parte la lacuna. 

Da persone pragmatiche e legate alla cultura del fare, nel 2011, hanno fondato l’Associazione – onlus dal 2015 - Solidali per il Malawi, concetto che può essere declinato in molti modi.  Comunque, non semplice da realizzare.

Il rischio di essere generici e dispersivi è dietro l’angolo. Ma il gruppo, già dalla sua fondazione dimostra di avere idee chiare e definisce in maniera netta e inequivocabile il suo campo d’intervento: «La cura e l’istruzione dei bambini del Malawi sono i nostri obiettivi, solo in questo modo potranno contare su un futuro migliore a casa loro nella loro splendida ma sfortunata e povera terra». 

E quel casa loro è una precisazione di estrema e  di significativa importanza. È una discriminante. Una scelta di campo che caratterizza il lavoro dell’associazione, ma la obbliga anche all’assunzione di un impegno gravoso e non privo di difficoltà, senza la certezza di ottenere i risultati prefissati. A casa loro è una scommessa.

A dodici anni di distanza si può affermare che è stata abbondantemente vinta.

Governata da un consiglio direttivo di 8 membri, che sono anche i soci, l’associazione può contare su una trentina di volontari e un seguito di più di 4 mila persone sui social.

Giovanna ed Emilio risiedono a Covo, comune di poco più di 4 mila abitanti, in provincia di Bergamo, ma nella diocesi di Cremona, a un tiro di schioppo dal casello della Brebemi e dal Cremasco. 

Ai vertici di un’affermata impresa che opera nel settore di cave, strade e costruzioni, i coniugi Pesenti dedicano il loro tempo libero, vacanze comprese, all’impegno con il Malawi. Minuscolo stato dell’Africa sud-orientale, il Paese confina a sud e ad est con il Mozambico, a nord con la Tanzania e ovest con lo Zambia. Il 69 per cento della sua popolazione vive sotto la soglia di povertà e il tasso di malnutrizione raggiunge il 19 per cento.

 «Ho fatto - informa la signora Giovanna che è la presidente dell’associazione – 28 viaggi in Malawi e ogni volta è una grande emozione. L’idea di impegnarmi è venuta in modo naturale per dare una maggiore forza al desiderio di quanti vogliono aiutare un popolo che  nella più assoluta povertà, perseguitato da siccità, carestie e dalle emergenze sanitarie, riesce a mantenere una grande dignità e ad alimentare, lottando, la speranza di un futuro migliore soprattutto per i bambini. Mi sento in debito con questo paese per quello che mi permette di fare». 

E ha fatto molto.

Solidali per il Malawi, ha dato vita a 10 progetti, quasi tutti completati. Il più ambizioso è il Madalitso Nutrition and Rehabilitation Center a Monkey Bay. Iniziato nel 2017, operativo nel novembre del 2021, è costato circa 280 mila euro.  

«È stato realizzato – spiega la presidente - per sostenere e curare, anche attraverso il ricovero, di bambini malnutriti o malati tra zero e cinque anni. È gestito dalle suore Sacramentine di Bergamo e dispone di 14 posti letto. Il personale è di otto unità tra le quali tre infermieri. Contiamo di assumere anche un medico. Il problema è la casa. Chi dalla città viene da noi chiede un alloggio per la famiglia». 

L’associazione sostiene progetti per offrire cure di qualità ai bimbi denutriti o malnutriti. Lavora per realizzare asili, aule e fornire insegnanti preparati. Periodicamente distribuisce cibo nei villaggi più poveri e remoti del Malawi ed è impegnata affinché i bimbi possano frequentare la scuola da piccoli senza costi.

Concretezza, determinazione, idee chiare, volontariato da soli però non bastano se mancano le risorse. Soci e volontari ci mettono tempo, lavoro e finanziamenti in abbondanza, ma non sempre i  loro sforzi sono sufficienti per realizzare gli obiettivi prefissati e  allora si ricorre alle donazioni e  al buon cuore dei cittadini.

«Per continuare con i nostri progetti – sottolinea la presidente Rubini  - abbiamo bisogno dell’aiuto di tutti perché da soli non ce la potremmo fare. Associazioni piccole come le nostre faticano ad essere ascoltate perché non conosciute ma l’impegno, il tempo e il lavoro che ci mettiamo è tanto e tutto quanto ci è stato donato, è sempre interamente devoluto a favore dei progetti. La nostra associazione non può permettersi spese extra quindi anche i biglietti aerei per il Malawi dei soci, dei volontari e tutte le varie spese sono sempre completamente a carico nostro e nulla viene tolto dal conto della associazione».

L’associazione è in rete con un sito (www.solidaliperilmalawi.org) semplice con le informazioni necessarie per conoscerla meglio, per contattarla e per contribuire ai suoi interventi. Soprattutto c’è questa dichiarazione d’intenti che non necessità di commenti: «Non pensiamo di poter cambiare l'Africa. Crediamo però che i nostri progetti, seppur piccoli, siano fondamentali per cambiare la vita di molte persone che oggi hanno poco o nulla e che hanno il diritto, quanto noi, a un presente dignitoso e un futuro di speranza». Chapeau.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


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