Quel violino Guarneri sottratto a un negoziante ebreo durante il nazismo. Risarciti con 285 mila euro i discendenti
Si è conclusa la disputa legale che ha interessato la restituzione di un violino le cui sorti si erano variamente intrecciate nel corso degli ultimi 90 anni.
Il violino era stato messo all’asta per dieci milioni di dollari dalla Fondazione tedesca Hofmann-Hagemann attuale proprietaria dello strumento musicale ma questa operazione aveva spinto gli eredi dell’antico proprietario Felix Hildesheimer, un negoziante ebreo di strumenti musicali al quale lo strumento fu sottratto dai nazisti e dopo alcune traversie finito nella disponibilità della Fondazione, ad un’azione legale risarcitoria. La vicenda aveva riacceso i riflettori sull’impegno tedesco di risarcire le vittime del nazismo o, in alternativa, di restituzione agli eredi delle opere d’arte illecitamente sottratte.
Lo strumento in questione è un violino Guarneri del 1706 che Felix Hildesheimer aveva comprato nel 1938. Negli anni successivi, a causa delle leggi razziali, Hildesheimer aveva dovuto vendere sia il suo negozio sia la sua casa. L’epilogo fu tragico: il negoziante si tolse la vita mentre la moglie e le due figlie furono prima internate in un lager in Francia e, successivamente, riuscirono a fuggire negli Usa. Da quel momento, del violino si perse ogni traccia finché non venne acquistato da una violinista di Norimberga, Sophie Hagemann, nel 1974. Alla sua morte lo strumento divenne proprietà della Franz Hoffman und Sophie Hagemann Stieftung, Fondazione che sostiene i giovani musicisti.
I nipoti di Felix Hildesheimer avevano richiesto la restituzione dello strumento, anche in forza di un parere favorevole della Limbach Kommission, che si occupa appunto della restituzione dei beni sottratti alle famiglie ebree nel III Reich. Secondo gli esperti, lo strumento venne infatti ceduto da Hildesheimer sotto costrizione al fine di poter ottenere il visto per sfuggire alla deportazione. In un primo momento la Fondazione Hagemann si era dichiarata disposta ad un compromesso, che prevedeva il risarcimento di 100mila euro alla famiglia del commerciante ebreo, mantenendo però la proprietà del violino e assumendosi l’impegno di affidarlo a giovani musicisti di talento. La vertenza legale si è conclusa in queste settimane con il riconoscimento di un equo risarcimento economico ai nipoti di Felix Hildesheimer. La Fondazione Hofmann-Hagemann ha reso noto di aver corrisposto 285mila euro ai discendenti del commerciante Felix Hildesheimer, su indicazione della Commissione per i furti commessi dal nazionalsocialismo che ha reputato di innalzare la cifra a suo tempo proposta dalla Fondazione da 100mila euro a 285mila euro. Si chiude così, almeno legalmente, una vicenda che ha riportato alla luce vicende storiche non ancora pienamente risolte e che, come affermava Dante, mostrano su lo viso lo color del cuore.
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