23 novembre 2021

Quella sera in cui è morto Fred Buscaglione, io c'ero

Il collega Gian Paloschi, cremonese doc, qualche anno fa ha raccolto in un agile e introvabile libretto dal titolo "Quelli eran giorni" le storie di orchestre, canzoni, musicisti e musicanti nella Cremona degli Anni Cinquanta e Sessanta. Il racconto è incentrato principalmente su un gruppo musicale cremonese, "I Vichinghi" di cui Gian era il batterista. Nel 1960 il gruppo si esibiva alla Rupe Tarpea, locale in della Roma della Dolce Vita in via Veneto. Prima di loro, a dicembre, si erano esibiti i complessi di Bruno Martino e Riccardo Rauchi. A gennaio e febbraio del 1960 toccava a loro alternandosi con i Campioni (quelli di Tony Dallara) e Paolo Zavallone, ex pianista di Henghel Gualdi che diventerà poi noto in televisione come direttore d'orchestra al Festival di San Remo e come cantante con il nome di El Pasador.

Oggi, 100 anni fa, nasceva Fred Buscaglione, cantante, autore, musicista diventato famoso per alcune sue canzoni come "Teresa non sparare", "Eri piccola...", "Love in Portofino", "Guarda che luna" e tante altre. Morì a soli 38 anni in un incidente stradale, il 3 febbraio 1960. Gian Paloschi era a Roma quella notte e "I Vichinghi" stavano aspettando Buscaglione. Un capitolo del libro di Gian racconta quella terribile notte. Il titolo è "L'ultima volta di Fred".

Paolo Zavallone - i nostri rapporti sono un po' competitivi ma buoni - ci ha detto che è arrivato a Roma il suo amico Fred Buscaglione, in quel momento all'apice della notorietà. Films, televisioni, canzoni in Hit Parade. Paolo non vede l'ora di incontrare quello che lui chiama il Maestro e ci trascina all'Hotel Parioli per dargli in benvenuto. Ma lui non c'è e Zavallone dovrà aspettare fino a sera quando Fred, da solo, arriva alla Rupe. Ce lo presenta e gli dice che i Vichinghi sono un po' specialisti nell'arrangiare le sue canzoni. Buscaglione mi sembra triste e compassato ma con noi è sorridente, affabile.

Più tardi lo vediamo sedersi a un tavolino proprio davanti alla nostra postazione, è solo con una bottiglia di whisky sul tavolino. Mentre ci ascolta (e sembra con piacere) la bottiglia è già quasi vuota e intanto Fred ha fatto amicizia con alcune ballerine che lavorano qui.

A fine serata Zavallone vorrebbe che andassimo tutti da qualche parte ma il Maestro dice di aspettarlo: farà una corsa all'Hotel, una doccia e tornerà da noi. Lo aspettiamo per parecchio ma Fred non torna. Ce ne andiamo un po' delusi da quella fine di serata, anzi di nottata. Poi la drammatica notizia.

Oggi mentre pranzavamo al Sebastian, abbiamo sentito che la radio trasmetteva questa notizia: "Stamattina all'alba è morto il noto cantante e musicista Fred Buscaglione. A bordo della famosa Thunderbird, nei pressi del suo hotel ai Parioli, si è scontrato con un autocarro. Per Buscaglione non c'è stato niente da fare. Il cantante, all'apice del successo, aveva solo 38 anni".

Ci guardiamo in faccia muti, ognuno ripensa alla notte precedente in cui ci è apparso come una meteora. Nessuno di noi ha il coraggio di dire una parola. Suonerebbe stonata in questa circostanza e la voce, forse, faticherebbe a uscire. Ho solo la forza di pensare: "Ciao, Fred".

Gian Paloschi


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