26 giugno 2021

Edison, il sonoro del cinema e le prove con lo Stradivari del figlio

Diciamoci la verità: Archimede Pitagorico era insopportabile perché troppo bravo. Il gallinaccio biondo amico di Paperino era il genio dei fumetti Walt Disney, risolveva ogni problema con le sue incredibili invenzioni lasciandosi in disparte nelle dispute amorose tra il fortunatissimo Gastone e lo sfigatissimo Paperino o tra quelle finanziarie del malvagio Rockerduck con il taccagno Paperon de Paperoni.

Nomen omen e Archimede Pitagorico, che viene chiamato così in Italia grazie all'errore di un quotidiano, racchiude anche la perfida voglia di vendetta di quasi tutti gli scolari italiani, infatti già dal nome nessuno lo vorrebbe come compagno di banco. A conferma di ciò basti pensare che il suo nome è composto da Archimede come tributo a colui che, con il suo principio, ha rovinato il pomeriggio di alcuni scolari cremonesi impegnati nel cercare di applicare la sua teoria nella vasca da bagno inondando l'intera stanza, Pitagorico come “quell'altro rompiscatole” che con il suo teorema aveva fatto sbagliare interi compiti in classe di geometria, disgraziato lui e la sua ipotenusa. Archimede Pitagorico aveva un aiutante altrettanto geniale, una lampadina che si illuminava nel momento in cui il gallinaccio trovava la soluzione di un problema, Edi era il nome del piccolo ma brillante aiutante anche se, in realtà, il vero nome doveva essere “Lampadina Edison” ma suonava troppo lungo.

Lo statunitense Thomas Edison, l'inventore della lampadina e di altre cose, è infatti la fine e l'inizio di questa storia fantastica, storia che parte da Stradivari e arriva al magnate ed inventore americano. Herbert Senior vive nella campagna statunitense di inizio '900 insieme ai due figli, Herbert Junior e Jack, in quella casa abita anche Majorie, ragazza affidata a Senior fino al compimento della maggiore età. Majorie ha la passione della musica e suona il pianoforte, trasmette la sua passione a Jack che si applica nello studio del violino. Anche Junior ha passione per l'arte, ovvero l'arte di mettersi nei guai dividendosi e spendendo il suo tempo tra donne, corse dei cavalli e gioco d'azzardo. I due fratelli, dopo aver ricevuto un'eredità, decidono di investire la propria quota nella propria arte, Jack compra uno Stradivari mentre Junior investe tutto molto poco oculatamente nelle scommesse clandestine dove perde il denaro ricevuto.

Junior è furbo o, come sempre accade, pensa di esserlo, ed essendo completamente al verde fa in modo che il padre rinfacci a Jack l'inutile acquisto di uno Stradivari, riuscendo nell'intento di separare il figlio dal padre. Jack prende il suo violino cremonese, lascia la casa e se va in cerca di fortuna a New York, mentre il fratello maggiore, che è sempre più furbo o crede di esserlo, cerca fortuna trovandola nella giusta combinazione della cassaforte di papà, a quel punto Junior frega i valori contenuti nelle varie cassette e poi li usa come garanzia per varie scommesse con i biscazzieri. “Tutto va bene per chi è furbo” avrà pensato Junior, fino a quando uno di quelli che hanno il revolver facile non si presenta a casa davanti al padre per incassare il debito lasciato dal figlio maggiore. Disperato per l'atteggiamento di Junior e per la scomparsa di Jack il papà segue il consiglio di Majorie e si mettono in viaggio alla ricerca del figlio violinista. Dopo mesi di inutili tentativi i due vengono invitati ad un ascolto dei nuovi dischi serie Diamond all'interno del negozio Edison nel pieno centro della Grande Mela. Da un vinile Majorie riconosce subito il suono inconfondibile di Jack e del suo Stradivari e scoprono che Jack lavora al Laboratorio per registrazioni musicali Edison a Orange, nel vicino New Jersey. Una volta trovato il figlio, in una sorta di rivisitazione al contrario della Parabola del figliol prodigo, Jack spiega a suo padre e a Majorie che quell'enorme complesso industriale, costato due milioni di dollari di allora, è dove si creano le nuove serie di vinili Diamond, dischi creati grazie ai macchinari ai brevetti in materia di acustica dello stesso Thomas Edison.

La panoramica mette in mostra un grosso insediamento di studi ed uffici volto a perfezionare il suono tanto da non essere solo una fabbrica ma letteralmente un laboratorio di ricerca e sviluppo della musica, una struttura avanzatissima rispetto al quel 1915 in cui venne girato il film. Jack, negli ultimi secondi, esclamerà ai suoi due familiari “Eccolo qui Mr. Edison in persona” e, nell'ultimo fotogramma di quel film muto in bianco e nero, Thomas Edison compare per un istante, in una sorta di autentico cameo, mentre, con una elegante bombetta e il papillon, si allontana da uno studio.

Il filmato ha come titolo “Il suono del violino” e si inserisce in un progetto enorme che il detentore di oltre 1000 brevetti aveva cominciato con la fine del XIX secolo. Grazie ai suoi brevetti Thomas Edison aveva investito enormi somme per il perfezionamento della qualità dei filmati e del sonoro in quel nuovo mondo, il cinema, che cominciò a dominare le scene già negli ultimi decenni del 1800. Dal 1890 saranno decine i cortometraggi, di solito tra i 10 e i 30 minuti, prodotti da quelle industrie Edison di Orange, nel New Jersey, luoghi dove venivano sperimentati nuovi obbiettivi, focali, bobine, microfoni e tutto ciò che poteva rendere più godibile un filmato. Edison aveva capito che, per vedere se un nuovo materiale potesse risultare idoneo al miglioramento delle qualità di una pellicola, il modo migliore era quello di farne un cortometraggio, con attori registi e tecnici al lavoro come in qualsiasi altro giorno. Per il suo impegno nel miglioramento dei prodotti legati al mondo del cinema Thomas Edison ricevette, nel 1930, l'Oscar onorario, un riconoscimento che, di certo, avrebbe fatto piacere anche ad Edi e al suo amico Archimede Pitagorico.

Ecco il link per vedere "The voice of the violin" con uno Stradivari servito per sperimentare il sonoro al cinema:

The voice of the violin 

Nella foto Jack e Majorie Edison

Marco Bragazzi


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