2 aprile 2023

Ecco le foto di Cremona scattate dal principe di Sassonia e finite in un vecchio album che vediamo per la prima volta dopo 120 anni

C'era una volta un principe che aveva un sogno nel cassetto, scoprire la storia e l'arte di altri mondi e trasportarla nel suo reame. Non era un sogno campato per aria, era un progetto che doveva nascere scoprendo la bellezza di luoghi che molte persone avrebbero potuto soltanto vedere in un quadro o tramite una immagine. Il principe in quei giorni non poteva ancora sapere che quel suo sogno non avrebbe mai potuto realizzarsi, così come non poteva immaginare che quelle sue fotografie, disposte in maniera ordinata nel libro dei suoi sogni ben chiuso in un cassetto, non avrebbero visto la luce se non dopo più di un secolo. E' una storia triste, se vogliamo vederla dal punto di vista di un comune lettore, è una storia stupenda se vogliamo leggerla come parte della storia di una città. Un particolare interessante e comune a molte fotografie di piazza del Duomo è la presenza di qualche carretto in mezzo alla piazza. Stiamo parlando di immagini che, mediamente, hanno più di un secolo ma, nel bene o nel male, in quasi tutte le istantanee storiche fino alla Prima Guerra Mondiale si possono notare uno o più carretti di legno in giro per la piazza. Ovviamente era il mezzo di locomozione e trasporto più diffuso all'inizio del XX secolo ma vedere il fiorire di carretti e sacchi accatastati con ordine in vari luoghi della piazza, insieme a quelli presenti nelle altre piazze cittadine, rende più viva l'immagine e suggerisce anche qualcosa di diverso. Piazza del Duomo, oltre a legarsi alla storia di una città e della sua arte, sembrava il luogo deputato per un mercato che non conosceva giorni di riposo o, magari, per depositare temporaneamente sacchi che poi trovavano destinazione proprio tramite quei carretti spinti spesso da signori con un cappello scuro in testa. Sembra paradossale vedere che, più di un secolo fa, vi era nel centro cittadino un viavai di commercianti con la camicia bianca, le bretelle e il cappello scuro intenti a mantenere vivo il commercio di prodotti sia per i cremonesi che per i turisti. Era un modo per affermare come, attraverso la compravendita di beni più o meno primari, una città si manteneva attiva e viva offrendo, circondata dai muri di chiese e altre opere di secoli prima, un occhio alla storia e uno allo scambio di beni, senza stonare in nessuno dei due casi. Il principe osservava la piazza con la torre che la dominava alla ricerca di particolari ben diversi da quelli che gli appassionati cercavano di solito. Lui sapeva bene, perché aveva studiato storia e arte, che non era proponibile, se non addirittura pacchiano, che nel suo reame si arrivasse alla costruzione di una torre talmente alta da dominare buona parte di una pianura, ma i particolari di quella piazza erano merce ben più facile da proporre per vederli riprodotti anche a centinaia di chilometri di distanza. La macchina fotografica di cui disponeva nell'anno 1905 si sofferma sui quattro luoghi che che identificano Cremona, carretti e sacchi compresi, ma non va alla ricerca di una visione panoramica della piazza, preferisce soffermarsi su ciò di cui il principe aveva bisogno, ovvero piccole parti di una storia artistica che difficilmente avrebbe trovato eguali nei secoli. Il principe lascia la città e continua il suo viaggio con quattro immagini racchiuse nel suo libro dei sogni che, dal punto di vista fotografico, non sono di certo rivoluzionarieo di altissima qualità. Osservandole sembrano momenti catturati da un qualsiasi turista che lascia correre il suo sguardo ben oltre il primo colpo d'occhio che Piazza del Duomo può offrire, ma quelle quattro immagini rappresentavano il punto di partenza per lo studio di qualcosa di cui il principe non poteva fare a meno, l'arte e la storia. Il Principe Giovanni Giorgio di Sassonia era, dopo suo fratello Federico Augusto III Re di Sassonia, il candidato naturale come successore al trono di Sassonia, facente parte dell'allora Impero Austro Ungarico. Aveva 36 anni Giovanni Giorgio quando arrivò a Cremona e lui, a differenza del fratello maggiore, non era particolarmente interessato, se non per il ruolo formale che ricopriva, allo sviluppo della politica reale. Era un accanito “divoratore” di opere d'arte e di libri di storia, ed era sempre alla ricerca e alla scoperta di luoghi nuovi da valorizzare per la sua immensa collezione. Con la sconfitta subita dall'Impero Austro Ungarico nella Prima Guerra Mondiale del novembre 1918 Re Federico Augusto III fu costretto ad abdicare e il regno di Sassonia venne sciolto, rendendo Giovanni Giorgio un uomo “libero” dagli impegni reali ma non più in grado di sviluppare quei percorsi artistici che si erano interrotti con l'inizio della guerra. Continuò a viaggiare soprattutto in Medio Oriente e in Africa alla ricerca di parti di storia ed arte che tanto lo affascinavano, le sue quattro fotografie fatte a Cremona nel 1905 vedranno luce, stante all'istituzione che le ha in carico, solo oggi, dopo essere rimaste per più di un secolo in uno degli album fotografici del principe.

Marco Bragazzi


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