Davanti a quel quadro del cremonese Viani in San Michele a Monaco è passata la storia: dalla Controriforma all'arresto da parte delle SS del prete antinazista
I muri non possono raccontare ciò che vedono, almeno di solito, così come il vecchio motto nel quale si ipotizza che una struttura possa avere parola viene utilizzato spesso per cercare di capire o conoscere qualcosa di cui non si ha idea.
Da questo piccolo ma comprovato assunto parte la piccola narrazione di un dipinto, una pala religiosa, che ha attraversato i secoli come involontaria protagonista di alcuni dei passaggi più importanti della storia dell'uomo.
La chiesa di San Michele in pieno centro a Monaco di Baviera ha meno di 500 anni di storia quindi, dal punto di vista pratico, paragonandola con molte chiese italiane, è “ancora giovane” ma è già stata al centro di passaggi storici eccezionali. La struttura venne fortemente voluta dalla Casa Reale di Baviera e costruita nella seconda metà del 1500 e ospita, tra gli altri, diversi appartenenti alla stessa casa reale che hanno deciso di trovare l'eterno riposo all'interno della struttura.
Fin dalla sua costruzione quella chiesa parla un po' di cremonese, perché una delle pale presenti al suo interno, lungo il lato destro della struttura, è nata dal genio di un pittore cremonese, Antonio Maria Viani. Antonio era nato in città intorno alla metà del XVI secolo e, fin da giovanissimo, era entrato a bottega con Giulio Campi, bottega nella quale aveva cominciato a mettere a frutto le sue capacità con matite o pennelli. Campi lo invita a proseguire nella sua carriera fuori da quelle mura che oggi, praticamente, non esistono più e, intorno al 1585, arriva a Monaco alla corte di Guglielmo V di Baviera, per restarci alcuni anni. Antonio comincia a lavorare su precisa richiesta di Guglielmo V, destinato poi a trovare eterno riposo proprio nella chiesa di San Michele così, tra le varie opere, dipinge una pala “L'offerta dell'Antico Testamento” che verrà inserita all'interno di quella chiesa destinata a diventare il punto focale della nostra narrazione. Una pala che “parla” cremonese del XVI secolo mediamente non è in grado di capire il tedesco o il dialetto bavarese, al limite ascolta e comprende il latino, eppure quella bellissima opera d'arte dai colori brillanti, se potesse parlare, racconterebbe di cosa è accaduto all'interno della chiesa di San Michele nei secoli.
All'interno della monumentale struttura sono partiti, o si sono sviluppati, cambiamenti epocali che una pala di mano cremonese ha potuto osservare con il dovuto distacco e il necessario mutismo. Dalla chiesa di San Michele, storicamente considerata come la sede del potere cattolico oltre le Alpi, partì quel passaggio storico in Europa conosciuto come Controriforma, volto a far partire tutta quella serie di riforme teologiche ed istituzionali che, con l'arrivo di Martin Lutero, divennero fondamentali per ritrovare una unità di natura cattolica in tutta la Bavaria ma, concettualmente, in tutta Europa. Un passaggio storico quello che poterono osservare i colori scelti da Viani, un passaggio che porterà l'Europa a confrontarsi da quel momento, per diversi decenni a venire, in scontri o battaglie che culmineranno nella sanguinosa Guerra dei Trent'anni. “L'offerta dell'Antico Testamento” non si è mai mossa dalle pareti candide della chiesa di San Michele, i tratti unici lasciati dal genio di Viani sono rimasti da sempre all'interno di una istituzione tra le più imponenti e importanti del mondo cattolico, catalizzando l'attenzione di fedeli e turisti.
L'8 novembre 1923 la chiesa assisterà al prologo di quello che diventerà uno dei peggiori drammi del XX secolo, Adolf Hitler e il suo fedelissimo, nonché cittadino di Monaco, Ernst Rohm cercano di portare a termine un colpo di stato con il famoso Putsch nato in una birreria in città. Gli uomini fedeli al futuro Fuhrer attraverseranno le strade del centro cittadino dando origine a scontri e violenze di vario tipo prima di finire agli arresti ma, circa 10 anni dopo, Hitler diventerà il dittatore assoluto in Germania epurando, praticamente subito, Ernst Rohm. La storia dell'opera dipinta da Viani durante il periodo nazista non finisce però con quei tragici giorni; sotto quella pala e dentro la chiesa di San Michele, negli anni più bui del nazismo, un religioso, don Rupert Mayer, ebbe il coraggio fin da subito di criticare e contestare il nazismo come forma di governo. All'interno della chiesa di San Michele il religioso si opponeva, con la sua parola e le sue prediche, al violento strapotere messo in atto dai gerarchi nazisti, una dialettica che lo fece finire un paio di volte in un campo di concentramento. La pala era sempre lì mentre la Gestapo arrestava il religioso per strappargli di bocca cosa gli veniva raccontato durante le confessioni ma lui, con una forza d'animo unica, ebbe sempre la capacità di opporsi alle violenze fisiche e verbali dei nazisti. Per don Mayer, che riuscirà a vedere la tanto sospirata caduta del nazismo, San Michele rappresenterà un punto fondamentale nella sua dottrina tanto che, a novembre 1945, venne colpito da un malore fatale proprio sul pulpito di quella chiesa che in pochi secoli aveva vissuto momenti comunque straordinari.
Antonio Maria Viani lascerà un enorme bagaglio artistico sopratutto una volta tornato in Italia e arrivato alla corte dei Gonzaga, suoi parrebbero anche i bozzetti che hanno guidato l'affresco della stupenda cupola della chiesa di San Pietro al Po a Cremona. I muri non possono parlare, le pale neanche, purtroppo, ma possono raccontare storie uniche ed incredibili della vita quotidiana.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
commenti