Un torrione, una croce e possenti mura: così Matthew Paris nel 1250 disegnava Cremona per la mappa del viaggio da Londra a Gerusalemme
La stanza odorava di cera per candele e di grasso da pergamena, la luce era fioca nonostante dai candelabri si udiva distintamente il tenue strepitio degli stoppini che mandavano il chiarore appena necessario alla lettura in quella parte dell'angusto locale. Matthew era chino sullo scrittoio, la penna con l'inchiostro in una mano e il coltellino pronto all'uso nell'altra, per poter correggere eventuali errori di ortografia o nei disegni, perché la pergamena perdona poco gli errori di ortografia, le correzioni vanno fatte prima che l'inchiostro si asciughi altrimenti non ci riesci più. Nei corridoi della abbazia il lento mormorio delle orazioni si percepiva appena, nonostante i monaci fossero un bel numero e tutti assorti nel loro lavoro di studio e preghiera.
“Cremona? Ma come si scrive Cremona?” pensava Matthew “Cre-mu-ne mi sembra perfetto, suona esattamente come la si pronuncia. E' una città importante Cremona, città delle torri, con le mura per difenderla ed è al centro dei commercio e dei traffici di tutti i tipi; già è proprio al centro della grande pianura ed è il luogo che aveva come vescovo Liutprando da Cremona. E' importante di certo”.
Quella di Matthew Paris è una storia densa di fascino, è una storia che porta indietro nei secoli e che racconta di come una persona, intorno al 1200, potesse vedere le cose in una maniera differente ma, soprattutto, farle vedere in maniera differente. Il nome di questa persona è praticamente sconosciuto, Matthew era nato nell'anno 1200 esatto nel bel mezzo dell'Inghilterra da una famiglia verosimilmente facoltosa, ma il giovane Matthew decise di dedicare il resto della sua vita vestendo l'abito monacale in uno dei monasteri più famosi d'Inghilterra. Ancora adolescente Matthew si presenta alla porta della abbazia di Saint Albans, distante allora alcune decine di chilometri a nord di Londra. E' un novizio il giovane Matthew, un novizio che entra in una abbazia per proseguire i suoi studi in teologia e nelle dottrine legate allo studio del mondo cristiano; nel XIII secolo una abbazia fondata nel 1077 rappresentava di certo il miglior punto di partenza per una scelta del genere. Letta così la storia sembra quella di Adso da Melk, l'adolescente uscito dalla penna di Umberto Eco ne “Il nome della rosa” il quale, decennio più o decennio meno, entrerà in un noviziato benedettino seguito da Guglielmo de Baskerville con cui vivrà incredibili avventure, dando origine, anche a livello cinematografico, ad uno spaccato della vita quotidiana in quel Medioevo che ha rappresentato un periodo di svolta nella storia della umanità.
Matthew Paris quelle avventure farà in modo di farle vivere realmente, nella sua immaginazione e con le sue capacità fornirà uno strumento che, per l'epoca, è da considerare come qualcosa di unico ed irripetibile. La città di Cremona è rappresentata da un torrione con una croce ed è localizzata al centro della pergamena, il torrione è protetto da una cerchia ovale di mura, quasi come a ricordare che la città, in una sorta di importanza strategica per il passaggio di merci e persone, è ben protetta proprio grazie della sua collocazione al centro della pianura Padana. Una posizione che non deve stupire dato che, da diversi decenni durante il Medioevo, la città del Torrazzo era il centro di uno sviluppo sociale ed economico unico, sviluppo che trascinava con sé storia e grandi possibilità economiche di crescita, accompagnate da uomini altrettanto grandi. E' al centro della pergamena e con dimensioni enormi rispetto alle altre città quella Cremune, al centro di quei fogli dove le strade, dritte come fusi, arrivano da Lodes e portano a Genue sul la mer, o per dirigersi verso Parme e Regio, perché Paris aveva deciso di far vivere e rivivere, a tutti coloro che avrebbero preso in mano le sue pergamene, un immaginario viaggio da Londra a Gerusalemme, passando da Cremona. Siamo a metà del 1200, in un periodo in cui viaggiare all'interno della stessa regione poteva essere un rischio enorme, figuriamoci farlo lasciando l'abbazia di Saint Albans per arrivare al Po e da lì a Gerusalemme. Matthew Paris racconta e disegna quel viaggio, unico e difficilmente immaginabile, che dal centro dell'Inghilterra ha come destinazione la Città Santa, lo fa per descrivere e far vivere una sorta di pellegrinaggio immaginario dove i punti di passaggio sono ben definiti sulla sua mappa in pergamena. I colori e i disegni sono semplici ma racchiudono un messaggio che è quello di una sorta di allegoria dei luoghi per eccellenza che si dovrebbero incontrare nella abbazia così come lungo quel cammino. Paris era un incisore ma neanche tanto bravo rispetto ai suoi colleghi, però era anche un esploratore e un narratore, perché nei suoi testi e nei suoi disegni era in grado di far vivere nella mente di altri luoghi mai visti, come solo i grandi narratori e i grandi esploratori sanno fare. Le sue opere, considerate la base di una sorta di “guide turistiche” del XIII secolo, sono considerate tra i migliori spaccati della storia di quella parte di Medioevo densa di cambiamenti, con la città di Cremona, anzi Cremune, al centro di una sua mappa. Il successo di questi scritti fu enorme tanto da portare altri monasteri a crearne delle copie, del resto erano cronache di un viaggio restando fermi in una stanza, apprezzando le mura e i torrioni delle principali città europee.
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