29 dicembre 2023

Quei violini cremonesi voluti da Rosalynn Carter che suonarono per la pace alla Casa Bianca per l'incontro tra Carter e Sadat

Lo sguardo della bambina è attento verso le indicazioni che il suo maestro di violino, con molta cautela, le chiede di seguire per apprendere al meglio lo studio dello strumento musicale. La mamma della bambina, seduta dentro casa a fianco della piccola, guarda con occhi quasi sognanti il progredire della figlia nello studio dello strumento “nato” a Cremona, sembra quasi affascinata dalla maturazione in termini musicali che la piccola ha saputo dimostrare in quegli anni dedicati alle quattro corde e all'archetto. E' una semplice foto del 1978 come migliaia di altre immagini dove una bambina di neanche 10 anni si adopera, sotto gli occhi attenti della mamma, a seguire i consigli del suo maestro di studi, ma è tutto tranne che un momento comune rispetto a quelli che normalmente fanno parte della vita quotidiana.

La mamma si chiama Rosalynn, il maestro Shinichi e la bambina di nome fa Amy, ma ogni passaggio di questo elenco va spiegato per capire il contesto di questa immagine. Amy di cognome fa Carter, figlia di quel Jimmy Carter il quale, in qualità di 39° Presidente degli Stati Uniti, viveva alla Casa Bianca insieme a sua moglie Rosalynn e alla figlia nata nel 1969. L'immagine è stata scattata all'interno proprio della residenza ufficiale del presidente statunitense e il maestro di violino della piccola Amy non era esattamente un “comune” maestro di violino ma Shinichi Suzuki, meglio conosciuto come il più famoso didatta di violino per bambini, colui che ha scritto l'opera per eccellenza per lo studio del violino rivolto ai più piccoli. Quello che colpisce è lo sguardo di Rosalynn, la mamma sembra quasi più felice della figlia nel poter sentire il suono dello strumento e, dando un'occhiata agli archivi presidenziali, si può capire come questa affermazione racchiuda una cristallina verità. Il 4 aprile 1977 tutto lo staff della Casa Bianca era in subbuglio, il presidente egiziano Anwar Sadat metteva piede nella residenza presidenziale di Washington per incontrare il suo collega neo eletto Jimmy Carter. Era un incontro storico, che aveva come pilastro portante la preparazione per i colloqui di pace arabo-israeliani mediati dagli Stati Uniti, colloqui che si formalizzeranno con gli accordi di Camp David del settembre 1978. La pressione su Carter era enorme, l'incontro del 4 marzo 1977 doveva mettere a suo agio Sadat per poter intraprendere quel percorso di pace che, in pratica, tutto il mondo vedeva come una soluzione possibile durante i tormentati anni '70. E' interessante vedere come, circa 50 anni fa, si parlasse sempre più spesso e con crescente insistenza di pace che neanche oggi, dato che nel XXI secolo la soluzione proposta per svariati problemi sembra essere l'altra faccia della medaglia: la guerra.

Comunque la diplomazia stava muovendo passi da gigante per prepararsi a quel 4 aprile del 1977, Jimmy Carter si sentiva regolarmente con altri leader in giro per il mondo e sua moglie Rosalynn dedicava il suo tempo alla organizzazione formale di un evento che avrebbe segnato la storia dei rapporti diplomatici tra vari paesi. Dagli archivi presidenziali spunta il memorandum dell'incontro; è datato 31 marzo 1977 e definisce con attenzione il programma della serata che i presidenti e i loro invitati potranno seguire all'interno della Casa Bianca. Il memorandum è estremamente analitico, spiega i gusti culinari e gli interessi del presidente Sadat, tutto deve essere studiato con attenzione per mantenere interessante, ma soprattutto produttivo, il dialogo tra i protagonisti della serata. Oltre al presidente egiziano l'ospite più atteso, e fortemente voluto dalla First Lady Rosalynn, è un violino Stradivari. Anzi, non un solo violino ma direttamente un quartetto completo di quegli archi creati a Cremona. Già, Rosalynn Carter, da poco First Lady, aveva una passione incredibile per i violini cremonesi e, come naturale conseguenza per soddisfare la sua passione, chiese ed ottenne che, per un incontro così importante, la musica arrivasse specificatamente da strumenti nati sotto la città del Torrazzo. Mica poco per la liuteria cremonese, ad essere sinceri, perché questa richiesta è finita nel memorandum ufficiale che avrebbe letto anche il presidente Sadat il quale avrebbe potuto apprezzare il suono del legno lavorato nei dintorni di Piazza del Duomo. Nel memorandum compare certamente un errore; Stradivari non era ancora nato nel 16° secolo, quindi, al limite il violino era del 1600, ma davanti ad una passione così sentita verso la liuteria cremonese è un errore più che perdonabile. Paganini suonò quasi sempre un violino cremonese dei Guarneri, il famosissimo “Cannone” ma, almeno parrebbe, era il legittimo proprietario anche di uno Stradivari oggi conosciuto come Le Brun. La storia del quartetto che suonò quel 4 aprile 1977 alla Casa Bianca è tutta ancora da scrivere, ma quello che Rosalynn chiese ed ottenne era racchiuso nel far sentire a suo agio un ospite così importante come Sadat.

 

Marco Bragazzi


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