26 luglio 2021

La storia del violino Stradivari di David Hochstein e la tragedia della Grande Guerra

La scuola, che ha poco più di 100 anni, è in un edificio a mattoni rossi del XIX secolo la quale, prima della sua attuale destinazione, era una chiesa presbiteriana. La facciata molto razionale e dalla colorazione tipica non getta direttamente lo sguardo sul lago Ontario ma si incunea nel pieno centro di Rochester, stato di New York. Qui d'inverno fa freddo ma tanto freddo tanto che, uscendo dalla scuola e volendo superare il confine con Canada, converrebbe andare a piedi fino a Toronto dato che la superficie è così ghiacciata da non permettere la navigazione.

Dentro la fila di quei quei mattoni, dietro quei rosoni o quelle monofore e bifore che sembrano scrutare con occhio attento i passanti, gli insegnanti della Hochstein school of music and dance oggi non spiegano, come 200 anni fa, i concetti di un culto religioso ma la tecnica per suonare e danzare. La scuola nasce da una tragedia, una delle tante che quotidianamente colpiscono buona parte del pianeta ma, in questo caso, quel fatto racconta di come dal coraggio e dalle scelte di una persona possa nascere una istituzione che ne ricordi il talento. David Hochstein era nato nel 1892 proprio a due passi da quella chiesa che oggi porta il suo nome.

David non era esattamente un ragazzo “comune”, aggettivo da usare solo per far capire il talento di una persona, ma fin da piccolo era un virtuoso del violino. Anche in questo l'aggettivo è necessario perché David non era “bravo bravissimo” come la trasmissione televisiva, ma letteralmente un virtuoso al di sopra di quei già rari talenti che potrebbero essere definiti “bravo bravissimo”. A cinque anni comincia a studiare lo strumento e a 10 anni i vicini di casa, invece di lamentarsi delle ore di studio del violino con secchiate d'acqua o lettere all'amministratore di condominio, aprivano le finestre e stavano ad ascoltare per ore il virtuoso. Il primo pubblico anche se non pagante di David furono proprio i vicini e i passanti, ovviamente d'estate era comodo stare sui marciapiedi ad ascoltare il virtuoso con le finestre aperte, d'inverno le finestre restavano chiuse e i 20 gradi sottozero rischiavano di offrire un perfetto congelamento invece che un buon ascolto.

David a 18 anni è già a Vienna e poi a San Pietroburgo per perfezionarsi nello studio dello strumento, ormai la sua carriera ha preso il volo con concerti in tutti gli Stati Uniti, ma gli manca qualcosa, qualcosa che, in tempi rapidi, sembra impossibile avere dato che la famiglia è di origini modeste e vive in un piccolo appartamento. Uno Stradivari. Nel 1914 quel qualcosa che gli mancava viene trovato e sarà grazie a quei concerti sulla strada e per la strada che David proponeva quasi ogni giorno. La sua vicina di casa che non ha mai lanciato un secchio d'acqua o scritto una lettera all'amministratore di condominio era “l'anonima” signora Emily Sibley Watson, nome sconosciuto a quasi tutti, ma in realtà la figlia più giovane di Hiram Sibley, “soltanto” il fondatore e padrone della Western Union. Nel 1914 David riceve due violini, uno del 1735 del liutaio milanese Landolfi e, soprattutto, uno Stradivari del 1715. Per Hochstein sarà il coronamento della carriera che, da crisalide, si trasforma in una bellissima farfalla.

Europa, Stati Uniti, Sud America, i teatri più importanti lo cercano per sentire la voce del virtuoso e del suo violino cremonese. David suona, registra e mette il suo talento a disposizione di tutti come d'estate a casa quando, in quei pochi giorni senza impegni, lascia ancora le finestre aperte e fa esercizi o suona parti di concerti. Per i suoi concittadini il virtuoso è sempre il virtuoso in più con uno Stradivari, magari in pieno inverno fa sempre troppo freddo per stare fermi sul marciapiede ad ascoltarlo ma il gruppo di passanti e di persone alle finestre diventa sempre più corposo ogni giorno.

L'Europa entra in guerra e il papà di David si spegne lasciando al figlio l'incombenza di pensare alla madre e alla sorella. Il virtuoso continua a fare concerti in tutti gli Stati Uniti, concerti da “tutto esaurito” con i biglietti prenotati già mesi prima. Nel 1917 la guerra, ai tempi inchiodata solo in Europa e nel Mediterraneo, fa sentire la sua voce anche anche oltreoceano e richiama le armate statunitensi nel vecchio continente. La famiglia di David e i suoi amici non hanno dubbi, il virtuoso non finirà con divisa e fucile, con il suo Stradivari fa letteralmente impazzire gli statunitensi.

Nell'ottobre 1917 David torna a casa, prepara il suo zaino e comunica a mamma e sorella che si è arruolato come volontario nelle truppe d'assalto. Il virtuoso ricorda gli amici e quei ragazzini che lo ascoltavano per strada, giovani che adesso sono finiti nelle liste d'arruolamento, lui non era un bambino “comune” ma tale aveva voluto sempre essere. La pressione per non farlo partire o, almeno, per lasciarlo con impieghi amministrativi nelle retrovie è enorme, a fine addestramento, nel marzo 1918, David suonerà il suo Stradivari nella sua caserma a Long Island per Margaret, la prima figlia del Presidente degli Stati Uniti Woodrow Wilson. Potrebbe essere l'occasione buona per convincerlo a desistere dalla sua scelta ma niente da fare, il virtuoso vuole partire con la nave lo aspettava pochi giorni dopo. Nel tornare a salutare la famiglia prima della partenza il sergente Hochstein del battaglione 306 deciderà di portare con sé lo Stradivari, il bus si ribalta lungo la strada senza procurare feriti ma danneggiando lo strumento che, a Rochester, verrà affidato nelle mani di un liutaio per la riparazione. David non suonerà più il suo amato Stradivari, morirà sul fronte francese nell'ottobre del 1918 verosimilmente colpito dalle schegge di un mortaio in uno degli ultimissimi assalti prima della fine delle ostilità, proprio quando il violino, riparato, veniva consegnato alla famiglia in attesa del rientro dal fronte del legittimo proprietario.

Ora quello Stradivari, che porta il suo nome, continua ad impressionare il pubblico in tutto il mondo, dopo aver allietato i pomeriggi di alcuni cittadini di Rochester.

Marco Bragazzi


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