106 anni dopo ritrovano la tomba del parente caduto nella Grande Guerra. La storia di Giovanni Bongiovanni di Casalbellotto
Era morto in trincea il 27 luglio 1915. Veniva da Casalbellotto, frazione di Casalmaggiore. Era considerato uno dei tanti figli d'Italia morti nei campi di battaglia della Grande Guerra e mai ritrovati. Uno dei tanti ricordati dal monumento al Milite Ignoto. Ma in questi giorni, centocinque anni dopo, i nipoti hanno ritrovato la tomba dove è stato sepolto. E' al Sacrario Militare di Redipuglia, in Friuli, e riposava nel parco di oltre cento ettari con altri centomila soldati caduti durante la prima guerra mondiale. La salma era custodita lì ma il nome che figurava sulla lapide era diverso, frutto di un errore di trascrizione, e mai fu trovato prima d'ora.
Ma riprendiamo la storia dall'inizio. Giovanni Bongiovanni era nato a Casalbellotto di Casalmaggiore il 7 febbraio 1893. Era figlio di Pietro Bongiovanni e Maria Ronda. Era terzo di sette figli. Il padre conduceva un piccolo appezzamento di proprietà e, con l'arrivo di cinque figli maschi, prese in affitto i terreni della parrocchia di Casalbellotto così da dare lavoro a tutti e cinque i maschi. Avrebbe dovuto svolgere il servizio militare con i compagni di leva, ma ottenne di essere messo in congedo illimitato fino al termine della ferma del fratello maggiore Luigi. Chiamato poi alle armi, raggiunse il 39° reggimento fanteria di Bologna di stanza a Napoli il 15 novembre. Allo scoppio della Prima Guerra Mondiale, arrivò al fronte il 29 aprile 1915 sulla linea dell'Isonzo. Il 27 luglio, in trincea, venne colpito da un proiettile all'emitorace sinistro con gravi danni ai grossi vasi sanguigni. Trasportato all'ospedale da campo n.63 a Turriaco, morì lo stesso giorno e venne inumato nel cimitero del paese.
Terminata la guerra, il padre Pietro si recò al fronte per recuperare i poveri resti del figlio da portare nella cappella di famiglia a Casalbellotto. Niente da fare, il corpo di quel suo figlio caduto per la Patria non si trovava più a Turriaco.
Solo lacrime, nessuna altra notizia per oltre cento anni.
In questo periodo di lockdown i nipoti cercano notizie dello zio di cui era rimasta solo una fotografia in divisa e il racconto delle peripezie del nonno Pietro per riportarlo a casa, ma non si sapeva quando e dove era morto e soprattutto dove era sepolto.
Tramite i siti internet si è giunti a conoscenza della località e della data di morte, ma della sua tomba nessuna notizia.
Mandarono quindi una richiesta a Ministero della Difesa, Commissariato Generale per le Onoranze ai Caduti, per conoscere il luogo sepoltura, temendo però di ricevere la notizia che lo zio fosse tra i militi ignoti mettendo finecosì alla ricerca. Invece qualche giorno fa hanno ricevuto una informativa dal Ministero in cui si precisa che, all’atto della morte era stato inumato nel cimitero di Turriaco, per essere poi riesumato e trasferito al Sacrario Militare di Redipuglia nella tomba n. 5773. Purtroppo per un errore sulla sua lapide venne scritto “BUON GIOVANNI “ ( Buon era il cognome secondo i militari) ed è per questo errore che il padre e i nipoti non sono mai riusciti a rintracciare il luogo dell’ultimo riposo dello zio.
Adesso, 106 anni dopo, Giovanni Bongiovanni, caduto per la Patria, può tornare nella sua Casalbellotto.
Nella foto Giovanni Bongiovanni e fanti in trincea
© RIPRODUZIONE RISERVATA
commenti
Salvatore Cingolo
14 luglio 2021 18:02
Secondo me, il finale e' diverso... cioe', i restidei caduti della I guerra mondiale sono considerati cimelio nazionale e non possono essere portatifuori dai Sacrari che li ospitano. Dico questo poiche' alcuni anni fa anch'io feci una ricerca del caduto Gennaro Nobile, morto il 15/11/1915 a S. Pietro all'Isonzo, poi portato a Redipuglia (scrivendo solo il cognome al 14^ scalone poiche' la croce in legno, sul lato del nome era marcita e non si leggeva) non ci fu consentito di portarli nella tomba della famiglia ma ONORCADUTI ordino' alla direzione del Sacrario di aggiungere il nome sull'urna.