Così una Fondazione ridarà vita alla vecchia casa-bottega di Stradivari. Cantiere da febbraio. Al piano terra un atelier per esporre strumenti
Oggi hanno ufficialmente riaperto le porte di quella che un tempo fu la prima bottega di Antonio Stradivari, il più grande liutaio di tutti i tempi, nonché, liutaio del mistero.
Intorno alla figura di Antonio Stradivari, infatti, veleggia un qualcosa di affascinante, una sorta di pozione alchemica fatta di conoscenze tramandate e di quegli scambi di energia di cui solo grandi menti sono capaci: Stradivari uno spirito inquieto alla ricerca della risonanza perfetta. Proprio con questa anima nasce Fondazione Casa Stradivari i cui soci fondatori, Antonio Gambardella, Fabrizio von Arx e Stefania Soldi spiccano per competenza e passione, spinti dal desiderio di alimentare la linfa della conoscenza artistica musicale. La Fondazione è stata creata nel luglio 2020 dai membri fondatori e si prefigge lo scopo di valorizzare il patrimonio artistico e culturale legato al nome di Antonio Stradivari partendo dal luogo fisico in cui il famoso liutaio ha operato.
Antonio Gambardella, italo – svizzero, importante figura nel mondo tecnologico, startupper e fund raiser, Presidente della Fondazione, sottolinea: “È un sogno che si realizza, un vuoto della città di Cremona che viene colmato. Il progetto è nato dalla volontà di Fabrizio von Arx, grande violinista, che ha il privilegio di suonare il suo “Madrileno” lo Stradivari 1720 che, proprio nel 2020, in occasione dei 300 anni dalla nascita di questo violino, decide di festeggiare il prezioso Stradivari con un viaggio musicale dalle Alpi svizzere e italiane per fare ritorno poi a Cremona. Qui abbiamo trovato terreno fertile per poter collaborare e creare sinergie con le istituzioni, dal curatore del Museo del Violino, Fausto Cacciatori, che è stato fondamentale nel guidarci in questa scoperta, così come con la famiglia Soldi, proprietaria della casa – continua - La nostra missione è dare una nuova vita a questa dimora partendo da un recupero delle origini. La bottega era qui, tutto è nato in questo luogo, la casa negli anni è stata molte cose ma alcune zone sono rimaste completamente intatte. Proprio la casa rappresenta l’inizio di un qualcosa di completamente nuovo partendo dalla centralità dello strumento per creare un intreccio tra compositore, interprete e pubblico.”
A fine febbraio partirà il cantiere di trasformazione ed in autunno assisteremo al via della nuova vita di questa “vecchia bottega”. Verrà effettuato un vero e proprio recupero alle origini. “C’è un piano terra, un seminterrato, un primo piano, un secondo piano e l’altana, dove venivano appesi i violini nella fase di asciugatura – spiega Antonio Gambardella - in una prima fase verrà recuperato lo spazio esterno, sarà messo in evidenza l’arco che dava la luce a tutto il laboratorio Stradivari, sarà un vero ritorno alla natura stessa della casa, ponendo al centro del tutto lo strumento e degli strumenti che saranno punto cardine di questa casa, ritorneremo all’atelier di Stradivari. Qui i liutai potranno esporre le loro opere, il gigante Stradivari ha creato un ponte per il futuro. Ogni grande strumento che sia antico o contemporaneo è sempre composto da un importante binomio: un grande artista ed un mecenate”. La ristrutturazione prevede grande attenzione per i portatori di handicap, ci sarà una zona uffici e laboratori.
La casa ha un ruolo fondamentale in ogni epoca ed in ogni forma di espressione artistica, per gli animi sensibili custodisce l’energia di cui le antiche mura che la compongono sono vive testimoni e possono trasmetterne la magia. Fondazione Stradivari sarà un luogo di richiamo sostenibile in cui l’artista potrà realizzare le proprie creazioni, potrà esibirle nel contesto adeguato ed i mecenate interessati a sostenere il mondo artistico potranno avere un chiaro punto di riferimento.
“Non esiste artista o violinista che non conosca questa casa o che non senta l’esigenza di visitarla, si assiste ad una sorta di pellegrinaggio anche nel passeggiare per le vie della città, si è come assaliti da un qualcosa di inspiegabile – racconta Fabrizio von Arx, Direttore Artistico della Fondazione – è un sogno che si realizza, ho studiato all’Accademia Stauffer, sono stato a lungo contatto con la città e con la vita di Stradivari, in questa casa vive la sua conoscenza, la sua esperienza. Tutto è nato quasi per caso. Cremona è capitale della musica, Stradivari ha incontrato artisti proveniente da ogni dove in queste stanze, il mondo, all’epoca, non era globalizzato, oggi lo è. La visione, l’idea della risonanza nasceva dallo scambio che proprio avveniva in questa casa. C’è commozione e venerazione per questo luogo, si avverte una sorta di forza della capacità di creare, stiamo assorbendo idee e siamo aperti ad ogni ambito di Cremona per mantenere vivo questo spirito“.
Stradivari ha creato un’altra magia. Il suo charme dimostra, ancora una volta, di superare il limite posto tra lo spazio ed il tempo. Se tutti cercano il segreto dei violini Stradivari nel legno, nella vernice, nelle misure, forse, potremmo trovare una risposta nell’idea di vibrazione che aveva il costruttore e nell’incantesimo che esercitava il luogo in cui creava.
Grande emozione anche per Gianluca Galimberti, sindaco di Cremona: “Il 2020 è stato un anno drammatico, ricordiamo cosa ha vissuto Cremona, ma è stato un anno in cui coltivare la speranza e le priorità energetiche – sottolinea - questa casa, quando facevamo i concerti, è stata un grande propulsore di energia positiva ed abbiamo sempre operato per renderla viva nella consapevolezza dei cremonesi, abbiamo sempre desiderato che fosse un luogo d’ispirazione e di espressione di grandezza della nostra storia, il progetto Fondazione Stradivari non è solo una semplice ristrutturazione ma alimenta la speranza per il futuro, alimenta la valorizzazione del nostro territorio, nello specifico, di rigenerazione di Corso Garibaldi e di accompagnamento per i giovani.”
Una Cremona che prende vita per superare i propri confini e ne è sempre più convinto l’assessore ai Sistemi Culturali, Giovani, Politiche della legalità, Luca Burgazzi: “La potenzialità di una città sta nella capacità di incontrarsi, questa esperienza in casa Stradivari rappresenta la possibilità di accorciare sempre di più le distanze tra possibili collaborazioni per aprirsi al mondo.” Una casa che sarà ricca di idee, di ispirazione per giovani musicisti, un luogo dove sviluppare il nostro brand. “Possiamo dire che Cremona mette le ali, #incontriamociacremona è stato ideato nel periodo natalizio per sviluppare proprio gli incontri in piazza, nelle strade, vorremmo continuare a creare occasioni di incontro e di sviluppo, questo progetto riabilita i nostri luoghi ed è un progetto straordinario per dare nuova vita alla città” aggiunge l'assessore al turismo e al City Branding Barbara Manfredini.
La casa nuziale in cui Stradivari visse fra il 1667 e il 1680 rigenera Cremona con l’effetto di una macchina del tempo. Antonio Stradivari torna a casa così come lo stesso Albert Einstein sosteneva: “Un tavolo, una sedia, un cesto di frutta e un violino; di cos’altro necessita un uomo per essere felice?”
Le fotografie il il video sono di Gianpaolo Guarneri/FotoB12
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