8 marzo 2023

8 marzo, non dimentichiamo le donne iraniane e afghane

E’ già un altro 8 marzo, Giornata Internazionale della Donna  o dei Diritti della Donna, e purtroppo dobbiamo constatare che il nostro Paese non ha fatto grandi passi verso l’estensione dei diritti e la parità di genere.  L’Italia è penultima in Europa per occupazione femminile, ultima se consideriamo la fascia di età 25-34 anni. Il tasso di occupazione dopo la pandemia è crollato dal 67.8% al 49,5%, ben lontano dagli obiettivi raccomandati dall’Agenda di Lisbona nel 2000. Una donna su cinque è costretta a smettere di lavorare per avere un figlio a causa della carenza di infrastrutture pubbliche che facilitano la conciliazione famiglia-lavoro. Permangono disparità significative in ambito politico, economico, programmatico e culturale che ostacolano il raggiungimento dell’obiettivo della piena partecipazione del genere femminile a tutti i livelli della vita professionale e sociale con pari dignità e opportunità. Competenze, formazione e contributi delle donne sono però un’irrinunciabile opportunità per la ripartenza anche economica nel difficile periodo storico che l’umanità sta vivendo provata dalla pandemia, spaventata dalla guerra inattesa e terribile alle porte dell’Europa e sgomenta dopo il devastante terremoto che ha colpito la Turchia e la Siria.

A Crema e nel Cremasco l’attenzione alla valorizzazione delle competenze e dei talenti femminili è sempre alta, ma in questo periodo dell’anno molte realtà del territorio, in collaborazione con l’Amministrazione Comunale e l’Assessorato alle Pari Opportunità, creano ulteriori occasioni di riflessione realizzando iniziative che mettono al centro la parità di genere, l’empowerment femminile, il superamento dei ruoli e degli stereotipi, senza trascurare le serie problematiche legate ai diritti ancora negati, quando non violati, in Paesi come l’Afghanistan e l’Iran.

Ed è proprio alle donne e alle ragazze afgane e iraniane che sono rivolti il mio pensiero e la mia solidarietà in questa Giornata Internazionale dei Diritti della Donna. E’ soprattutto a loro che in questi momenti è necessario esprimere vicinanza, donne che non hanno più diritti e che ci ricordano quanto sia facile perdere in un attimo ciò che nel tempo è stato faticosamente guadagnato.

Accogliendo una proposta di ANCI, l’Amministrazione ha illuminato con una luce gialla una finestra del Palazzo comunale nella notte tra il 7 e l’8 marzo per esprimere solidarietà alle donne afgane e iraniane e denunciare le gravi violenze e i soprusi di cui sono vittime.

Nell’ambito delle attività di sensibilizzazione organizzate, il 19 aprile in Sala Ricevimenti del Comune di Crema, su invito del Soroptimist International Club di Crema, l’ingegnera Shirin Abbassiasgabh terrà l’incontro “Donne Vita Libertà: racconti dall’Iran” e converserà con i presenti sui diritti negati alle donne nel suo Paese di origine.

Sabato scorso, sempre in Sala Ricevimenti, si è tenuto invece il bellissimo e commovente incontro con Fondazione Pangea Onlus, che dal 2002 lavora per favorire lo sviluppo economico e sociale delle donne, delle loro famiglie e comunità. I giovani del Rotaract Terre Cremasche, attraverso la loro presidente, Francesca Caravaggio, hanno invitato Silvia Redigolo, da vent’anni responsabile di Pangea, per presentare i progetti che l’organizzazione ha sviluppato in Afghanistan, dove è presente dal 2003.

Da allora gli operatori di Pangea hanno costruito una fitta rete di aiuto a Kabul dove sono andati per conoscere la realtà locale e capire i reali bisogni delle donne. Grazie ai microcrediti che Pangea erogava per la loro sussistenza e per quella dei loro bambini, sono state aiutate tantissime  donne afgane sia ad avere consapevolezza dei propri diritti, sia ad emanciparsi economicamente e socialmente. Purtroppo questa rete di azioni positive si è incrinata nell’agosto 2021, quando i talebani hanno assunto il potere, e si è definitivamente interrotta il 24 febbraio 2022, quando lo scoppio della guerra in Ucraina ha distratto i Governi e giornalisti occidentali dalla realtà afgana, dando di fatto carta bianca al regime talebano, che ne ha approfittato per negare alle donne, alle ragazze e alle bambine ogni diritto. Gli operatori di Pangea sono stati costretti a bruciare tutti i loro archivi, che contenevano dati sensibili delle donne aiutate a diventare indipendenti e a realizzare loro sogni. Se tali dati fossero caduti nelle mani dei talebani, avrebbero decretato la loro condanna a morte. Ora le venti attiviste afgane dello staff di Pangea a Kabul vivono nascoste nelle case e si teme che possano finire nei rastrellamenti che coinvolgono tutti quelli che hanno collaborato con le ONG occidentali. Per questa ragione sono state individuate modalità di comunicazione tra l’Italia e l’Afghanistan che non le mettano in difficoltà. Nonostante questo, vivono con la paura di essere scoperte e passano ogni notte augurandosi che nessuno bussi alla porta, perchè vorrebbe dire che i talebani sono venuti a prenderle.
Le donne aiutate da Pangea in questi venti anni sono state circa 50.000. Non bisogna però dimenticare che ognuna di loro aveva cinque, sei o più figli e che quindi c’è stata una ricaduta positiva su moltissime persone. Con i guadagni derivanti dalle imprese attivate grazie al microcredito ottenuto, le donne, infatti, non solo hanno migliorato il tenore di vita di tutta la famiglia, ma sono riuscite anche a mandare a scuola bambini e bambine. 

Ora, invece, donne e bambini afgani non solo vedono negato ogni diritto, ma combattono ogni giorno contro la fame e il freddo. I microcrediti che Pangea destinava alle donne per consentire loro di diventare imprenditrici, cosí da garantire un futuro a sé e ai propri figli, si sono ora trasformati in cibo e coperte per garantirne invece la sopravvivenza.

Non dimentichiamoci di loro e non lasciamole sole. Anche una piccola donazione a Pangea può fare la differenza!

Assessore a Istruzione, Formazione, Edilizia scolastica, Lavoro e Pari opportunità del Comune di Crema

 

Emanuela Nichetti


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