Biometano, quel pasticciaccio brutto di via Bosco
Quel pasticciaccio brutto di via Bosco. C’è un affare milionario legato a una centrale di biometano da realizzare nel comune di Cremona, in una zona già penalizzata da un inceneritore e da un impianto di biomasse legnose. C’è una multiutility, A2A, quotata in borsa, che vuole costruirlo. Che si autoproclama Life company. Che è più affine a una money maker. Che nel 2022 ha chiuso il bilancio con un utile netto di 401 milioni e un dividendo per i soci di 0,0904 euro per azione.
C’è un documento del 7 dicembre 2022 dell’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente della Lombardia (Arpa) che avverte: «Il proponente non ha presentato uno studio di impatto atmosferico volto a valutare le ricadute presso i recettori dei principali inquinanti caratterizzanti l’attività di progetto» e non solo questo (testo integrale in Vittorianozanolli.it, 30 marzo).
C’è una relazione del 9 dicembre 2022 del direttore del Settore area vasta, ambiente e transizione ecologica del comune di Cremona che evidenzia: «l’area di progetto si colloca all’interno del perimetro del parco locale di interesse sovracomunale Parco del Po e del Morbasco» e anche qui, altro ancora (testo integrale in Vittorianozanolli.it, 27 marzo).
Gianluca Galimberti, sindaco di Cremona - 74 mila abitanti - applaude all’operazione della multiutility. Michel Marchi, suo collega di Gerre de Caprioli - 1400 abitanti - comune confinante con il capoluogo, pianta il chiodo. Si oppone all’impianto. Minaccia un altro Forte Apache (Cremonasera, 19 marzo). Maciste contro lo hobbit.
Non manca la legge di Murphy: «Se ci sono due o più modi di fare una cosa, e uno di questi modi può condurre a una catastrofe, allora qualcuno la farà in quel modo», infallibile su questioni ambientali rilevanti. E il qualcuno è la sicurezza strafottente dei promotori dell’intervento. Poi arroganza, presunzione, sottovalutazione degli oppositori ci mettono il carico da undici. Stupidità e insipienza di relegare storia ed esperienze passate in posti inaccessibili alla memoria completano il quadro. Il fiocco lo fornisce l’ignoranza di credersi i più furbi del bigoncio per la semplice ragione di ritrovarsi in maggioranza e di essere pesi massimi, incuranti di possedere muscoli fasulli.
Quel pasticciaccio brutto di via Bosco. C’è un delitto con relativi mandanti, esecutori e sospettati. I comunicati per depistare le indagini si sprecano. Ci sono pagine pubblicitarie (27 marzo e 1° aprile) di A2A sul quotidiano La Provincia per acquisire consenso, scelta che non giova alla causa. Ma, insegna Enzo Jannacci, non tutti hanno orecchio.
C’è il centrosinistra, Pd in testa, che sulle questioni ambientali spesso sta dalla parte sbagliata. Comunque diversa da quella che molti cittadini si aspettano da lui e, sull’impianto di biometano, si trova spiazzato dal colpo di scena di un centrodestra più ecologista e di buon senso. Più sgaggio.
Michele de Crecchio, ex assessore comunale Cremona, uomo di sinistra, nel commentare un documento dei consiglieri comunali di Forza Italia Carlo Malvezzi, Federico Fasani e Saverio Simi scrive: «È decisamente sgradevole constatare che la tutela dell'ambiente, un tempo tradizionale cavallo di battaglia delle forze politiche di sinistra, venga oggi (temo solo strumentalmente) reclamata dalla destra. Purtroppo, da non pochi anni ormai, mala tempora currunt per la tormentata storia urbanistica della nostra città!» (Cremonasera, 29 marzo). Non una carezza per il centrodestra, ma per il centrosinistra cremonese è peggio. È un montante di Muhammad Ali. Devastante.
Quel pasticciaccio brutto di via Bosco. Ci sono tre moschettieri di maggioranza Roberto Poli (Pd), Enrico Manfredini (Fare nuova la città) e Lapo Pasquetti (Sinistra italiana) che difendono l’amministrazione comunale dai cattivoni di Fratelli d’Italia e Forza Italia, peggiori anche delle guardie di Richelieu.
«Anziché – chiosano - attaccare la maggioranza con allusioni criptiche e riferimenti sibillini il centrodestra farebbe meglio a spiegare ai cittadini cremonesi le sue proposte, sempre che le abbia, a fronte della necessità non rimandabile di produrre energia pulita avviando la transizione energetica con l’obiettivo di rendere l’Italia più autonoma rispetto al fabbisogno energetico» (Cremonasera, 30 marzo).
Gioverebbe ai tre moschettieri esprimersi in maniera più chiara e non in politichese.
Spiegare perché l’inceneritore imposto dal centrosinistra, contro la volontà dei cittadini, continua a rimanere in funzione di fronte alla necessità non rimandabile di produrre energia pulita.
Giustificare la loro reticenza a incrociare il ferro contro A2A per costringerla a spegnere l’impianto.
«Da subito – precisano - abbiamo sostenuto la necessità del massimo rigore nella valutazione dell’impatto ambientale e nessuno ha mai avallato eventuali scorciatoie, nel pieno rispetto dell’iter tecnico-amministrativo più corretto».
Cosa significa da subito? La valutazione di impatto ambientale (Via) è stata chiesta volontariamente da A2A pochi giorni fa, quattro mesi dopo le relazioni di Arpa e Settore area vasta, ambiente e transizione ecologica del comune di Cremona. A2A ha fatto un figurone e la maggioranza è rimasta con il cerino in mano. Come quelli della mascherpa.
Perché la Via non è stata imposta dal comune? Nessuno dei moschettieri del re aveva letto i due documenti citati? Perché si sono agitati a fine marzo dopo la dichiarazione di guerra del sindaco Marchi e non a inizio dicembre? E dopo ed essere stati superati in ambientalismo da una parte della minoranza. Non dalla Lega, non pervenuta. Quattro mesi per da subito, sono eccessivi, anche per le abitudini da bradipo di Cremona.
«Spiace - sottolineano - constatare che le minoranze, nonostante abbiano la responsabilità del governo regionale e nazionale, preferiscano il gioco delle parti anche su partite strategiche per il territorio e il Paese. Vediamo posizioni ondivaghe e addirittura poco credibili, travestimenti pseudo ambientalisti, pur di cavalcare alcuni malumori, come sempre accade quando ci sono progetti forti».
Spiace!!! Commovente.
Il moralismo in politica è la pretesa di entrare in un bordello e invitare le lavoratrici all’illibatezza, ma nel contempo usufruire delle loro prestazioni.
Quel pasticciaccio brutto di via Bosco. C’è implicita la richiesta di connivenza. Di tacere. Il centrodestra dovrebbe rimanere muto. Dopo la maggioranza silenziosa, l’opposizione silenziosa. Ma in comune non esiste un cartello con l’avvertimento: non disturbate il manovratore. Anzi se si è opposizione più si disorienta l’autista meglio è. È anche vero che un rincoglionimento costruttivo è più apprezzato e l’accordo è assicurato.
Quel pasticciaccio brutto di via Bosco. In un giallo il mistero è un obbligo.
Un paio di giorni prima dell’entrata in scena dei tre moschettieri, il Pd divulgava un documento firmato dal vicesegretario provinciale Roberto Galletti e dal segretario cittadino Luca Burgazzi. Il testo (Cremonasera, 28 marzo) è più sgamato di quello dei tre moschettieri. Non afferma nulla di eccezionale. Difende l’operato dell’amministrazione comunale. Si arrampica sui vetri. Come si dice oggi, ci sta. Stupisce, invece, che sia sottoscritto dal vicesegretario provinciale e non dal segretario Vittore Soldo.
Se il Pd intendeva sottolineare che la questione fosse di pertinenza della segreteria cittadina la sola firma di Burgazzi sarebbe bastata e nessuno avrebbe eccepito. Ma l’autografo di Galetti indica che la questione è stata allargata a quella provinciale. E allora perché Soldo non ha firmato?
Quel pasticciaccio brutto di via Bosco. La sinossi del romanzo è completata. Ma chi è la vittima? La politica. Ancora una volta, l’ennesima. Elementare Watson. Abbandonata a se stessa e prona all’economia. E un paio di documenti colmi di buone intenzioni non la rianimano. E non basta un Michel Marchi in versione Mister Smith va a Washington per accendere la speranza di cambiamento. Cremona non è l’America. Il sindaco di Gerre non James Stewart. Il film di Frank Capra un reperto da cineteca. Un ricordo. E poi i film hanno quasi sempre l’happy end. La realtà molto meno.
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commenti
Giuseppe Zagheni
2 aprile 2023 08:38
Bell' articolo, Bel riassunto delle delle carte e delle posizioni partitiche ,Adesso che si fa?
Lo chiedo non per fare polemica ma per capire se ci sono possibilità per fare una cosa fatta bene ( giusto per non incappare nella legge di Murphi ) qualche proposta alternativa?
alvaro dellera
2 aprile 2023 12:13
no comment , sottoscrivo , le avrei scritte io stesso quelle parole di Michele De Crecchio chapeau , e l'autorevole pezzo di A.Grassi
Gualtiero Nicolini
2 aprile 2023 16:20
Un Pd sempre peggio non dalla parte dei cittadini
Una vergogna
Paola Tacchini
2 aprile 2023 17:34
Inseriamo pure chi ha preso posizione tra i primi, l'ex consigliere regionale, ora referente provinciale del Movimento 5 Stelle Marco Degli Angeli, che ha fatto interventi anche sui media locali:
"Molti cittadini hanno protestato e raccolte firme per l'ennesimo mega impianto di biometano in un territorio giá compromesso dal punto di vista ambientale e sanitario.
Nel gennaio 2021 scrivevo queste righe, preoccupato a causa di un piano energetico assurdo.
I nostri sindaci sono stati commissariati dalle aziende?
Che decide il futuro dei nostri territori?
Prendetevi 2 minuti.
Ormai tutto viene proposto a scatola chiusa dalle aziende e calato sulla testa dei cittadini senza nessun coinvolgimento.
Ovviamente tutto ben confezionato, tutto infiocchettato con nastri verdi, anzi... green!
Perché ormai lo sappiamo tutti, basta un colpo di verde ed è tutto più bello.
La domanda nasce spontanea.
In questi mega progetti di transizione energetica, vengono presi in considerazione i dati epidemiologici preoccupanti (soprattutto per tumori al polmone e leucemie) e quelli ambientali che vedono soffocare il bacino padano?
Questo quello che succede a Cremona e che ho raccontato in questa intervista :
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"Cremona punta di diamante delle biomasse" con la benedizione del sindaco Galimberti? Spero che l'AD Renato Mazzoncini e il sindaco Galimberti, prima di fare questi annunci, abbiamo letto i dati ATS sullo stato di salute dei Cremonesi ed i nuovi report che vedono la nostra provincia soffocare per i livelli di smog, con valori di pm10 e pm2.5 alle stelle, e le 400 morti nel 2018 causate dall'inquinamento.
Quando si parla di “energia verde” si gioca con le parole: la provincia di Cremona sarà la nuova frontiera dell'incenerimento, questa la verità, altro che termovalorizzazione, economia green e circolare.
Vorrei capire come è stato costituito e chi ha fatto parte dello steering committee che ha deciso il destino della nostra provincia. Ormai i sindaci e la politica non servono più a nulla, ma si delega la pianificazione territoriale ai gruppi industriali, che ovviamente rispondono ai propri interessi economici e non alla cittadinanza, se non solo in maniera di facciata.
Chi sono i referenti chiave che hanno programmato e ipotecato il nostro futuro senza coinvolgere il territorio, i consigli comunali democraticamente eletti, i cittadini e le associazioni?
Quali garanzie sono state date in termini di saldo delle emissioni? Qui si fanno politiche aziendali senza interpellare nessuno e si presenta il prodotto quando è già confezionato.
I sindaci ed i consigli comunali hanno ancora un ruolo o sono stati commissariati dalle aziende?
Sibillina è anche la posizione del sindaco Bonaldi che sulla vicenda del termovalorizzatore cremonese, che rimarrà in attività per altri nove o dieci anni, si limita a dichiarare che: «Si tratta di una scelta di natura industriale». Tradotto, noi sindaci abbiamo delegato ad altri le strategie energetiche e di tutela della salute e dell'ambiente.
È gravissimo e lascia sconcertati.
Perché nessuno parla dei ritardi dello studio epidemiologico e del preoccupante stato di salute dei nostri cittadini? Perché non se ne chiede l'estensione anche per il cremasco e il casalasco? Questi elementi e gli impatti emissivi cumulativi sono stati considerati?
Prima di prendere delle decisioni o avallare un piano di "sviluppo", i sindaci, che dovrebbero ricordarsi di essere i primi garanti della salute dei cittadini, dovrebbero richiedere il completamento dello studio epidemiologico e su questo mettere dei paletti e definire le linee guida.
Nella nostra provincia, prima di accendere un cerino in più, sarebbe meglio aver ben chiara la situazione epidemiologica, sanitaria e ambientale.
Quello che è certo è che l'inceneritore avrà ancora lunga vita e che fanghi e i rifiuti da stoccare e bruciare nelle centinaia di impianti a biomasse e di trattamento delle acque diventeranno, per qualcuno, il nuovo oro, ma a quale prezzo per i cittadini? Rischiamo di diventare la pattumiera d'Italia? Ad oggi abbiamo grandi titoli, grandi annunci, parole accattivanti e strategie note solo ai 30 che hanno partecipato al tavolo.
Ora Galimberti chiarisca la sua posizione: o ha avallato queste scelte oppure non è stato neanche preso in considerazione, con un ruolo di notaio a giochi già chiusi. L’unica cosa certa è che i Cremonesi ed il Consiglio Comunale che li rappresenta democraticamente sono stati tagliati fuori da questo percorso e tenuti all’oscuro di queste decisioni che avranno un impatto duraturo sul nostro territorio."
Marco Degli Angeli
Mario
4 aprile 2023 12:33
Godo ,godo perché i cremonesi, volutamente con la c minuscola hanno quello che si meritano...avete voluto anzi rivoltato questa amministrazione? ....tenetevela! E pigliatevela non dico dove ma non è difficile immaginarlo
Pierpiero
4 aprile 2023 15:49
Ci sono vari modi per esprimere un concetto, anche critico.
Sarebbe bastato un veritiero "Chi è causa del suo mal, pianga sé stesso" al posto di frasi ingiuriose rivolte al popolo cremonese che, magari, non ha votato questa amministrazione.
Ma non tutti hanno il dono dell'eleganza.
Condivido il senso, non il modo.
Manuel
5 aprile 2023 04:52
Fai bene a godere, dal tuo punto di vista, ma l’alternativa era il cinghiale, peraltro già inviso ad una parte dei suoi. Credi che le tematiche ambientali e paesistiche, sarebbero assurte a interesse prioritario, viceversa? Le opposizioni (non tutte) si stanno stracciando le vesti adesso, con il Galimba che prova a dare il meglio di se’ a pochi km dal traguardo. Ricordo che gli argomenti cari al cinghiale e sodali, risultavano: strada sud, gronda nord, autostrada CR-MN, etc. Non li ho mai visti strapparsi i capelli per porta Mosa, S. Felice, parco I Maggio, etc. Mi sa che tra un anno avrai modo ancora di godere di tante capacità e perspicacia, perché i candidati sindaco vengono scelti in sedi diverse da quelle di partito.
Vincenzo Montuori
4 aprile 2023 15:28
Infatti doveva essere il Comune a imporre la VIA e non A2A a concederla graziosamente. Inoltre la storia locale insegna che certe VIA a fronte di grossi interessi aziendali possono essere edulcorate. In ogni caso, avendo A2A la maggioranza delle azioni nelle società energetiche cittadine, fa come gli pare e nessuno può obiettare nulla. Queste le ragioni per cui fin dall'inizio (2014-2015) ho sempre pensato che la vendita di AEM sia stata un errore e che quella vendita doveva essere fatta tramite gara pubblica (cosa che non è stata) visto che AEM era azienda municipizzata partecipata al.100 per 100 dal Comune: insomma AEM era proprietà di tutti i cremonesi e non solo di questa o quella amministrazione pro tempore
Monica
6 aprile 2023 07:21
Esco un po’ dal …seminato … ma dato che come al solito si parla di ….Amministrazioni …..mi piacerebbe anche sapere …chi … intendo Ente Provincia …Comuni ….Regione ecc ecc si sono presentati come parte civile anche nella …bella … storia …..dei fanghi contaminati sui campi delle nostre zone ……..
Cecilia
6 aprile 2023 07:47
L'iniziativa ci sta, è il posto che è stato scelto che non è idoneo. Perché sacrificare un'area agricola di pregio, sita pure in un "parco" locale già vessato da due impianti di combustione di rifiuti, con una viabilità inadeguata? Vadano a farlo in un'area industriale dimessa, ce ne se sono tante.