6 gennaio 2023

Guareschi preveggente o l'Italia dove nulla cambia?

«Ed ecco arrivare il nuovo anno recando sulle spalle la gerla piena di mistero. Guerra o pace ci porterà il 1953? L’avvenire è nelle mani di Dio ma, a lume di naso, il 1953 non dovrebbe portarci una pace più guerreggiata del 1952. Preoccupante è il fatto che già da un pezzo Stalin non abbia fatto uno dei soliti colpi. Lo riserva alla prossima primavera per danneggiare nelle elezioni i comunisti italiani come già accade nel 1948? Le dichiarazioni di Stalin non sono diverse dalle dichiarazioni fatte tante altre volte. E, pur se fossero diverse, ciò non avrebbe nessun valore perché provenienti dallo stesso Stalin, al quale l’URSS deve la sua più formidabile arma: la menzogna. Cosa farà Eisenhower? Non lo sa neanche lui: eccetto Stalin, non esiste nessuno al mondo che possegga dei piani prestabiliti». Questo scriveva Giovannino Guareschi sul n° 1 del Candido, uscito il 4 gennaio del 1953. Ora, provate a sostituire Stalin con Putin e Eisenhower con Biden, e immaginate le regionali del 2023 al posto delle politiche di settant’anni fa. Il gioco è fatto! E non basta: se non foste ancora convinti della preveggenza di Giovannino, eccovi un altro stralcio, stavolta di 62 anni or sono. «Come sarà il 1960? Meglio o peggio del 1959? Cosa ci porterà? Gli uomini si comporteranno meno saggiamente o più stoltamente? Ci avete fatto caso? Quando uno parla degli uomini o dell’umanità pensa sempre agli altri e mai a se stesso, si sente vittima della stoltezza degli altri. Questo fenomeno si verifica in modo particolare qui da noi: «Povera Italia!», «Poveri italiani!», «Gli italiani non sono più quelli di una volta», «Ma cos’hanno nella testa, questi italiani?». Non c’è italiano che, almeno una volta al giorno, non abbia pronunciato una esclamazione del genere e, dato che tutti si esprimono così, non si riesce a capire quali siano questi benedetti italiani che combinano tanti guai. Ognuno, insomma, cerca di far credere a se stesso di non avere nessuna responsabilità dei guai in cui si trova l’Italia. Anzi: il Paese, perché adesso usa così e dire «Italia» o «Patria» suona male. Comunque, se noi italiani siamo fatti in questo modo, meglio così perché gli altri sono fatti anche peggio». Voilà: Guareschi preveggente oppure Italia dove nulla cambia? Fate voi!

Egidio Bandini


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