8 novembre 2025

I gioielli ritrovati degli Asburgo

Pare che si trovino in una banca del Canada I favolosi gioielli della famiglia imperiale austriaca, dati per smarriti da decenni e ora ritrovati. Tra di essi anche uno dei diamanti più grandi e preziosi del pianeta, il cosiddetto Fiorentino, un gigantesco diamante indiano giallo acquistato nientemeno che dalla famiglia Medici nel '500 e poi donato agli Asburgo grazie al matrimonio tra Cosimo II e Maria Maddalena d'Austria. 

Per la verità non si tratta di un miracoloso ritrovamento ma molto più semplicemente della rivelazione di un segreto familiare, divulgato (e chissà perché…) da uno dei nipoti dell'ultima Imperatrice consorte, Zita di Parma Borbone, moglie di Carlo I di Asburgo e figlia di Roberto Duca di Parma.

La pletora degli eredi è davvero corposa giacché la coppia ebbe ben 10 figli, facendo onore non solo al trisavolo Francesco I d Austria, che ne ebbe 9,  ma anche al duca Roberto di Parma, che di figli ne ebbe addirittura 24, ovviamente dovendo sostituire la prima consorte a metà dell'impegnativo, benché piacevole, cammino. 

Carlo I d'Austria è stato l'ultimo Imperatore austro-ungarico, erede dell'inossidabile Francesco Giuseppe e addirittura Beato della Chiesa Cattolica per volere nientemeno che di Papa Giovanni Paolo II. Fu beatificato nel 2004 per il suo risoluto impegno a porre fine alla Grande Guerra, anche a pena di perdere il trono e tutti i suoi averi. Morto in esilio in Portogallo a soli 4 anni dalla fine della guerra, lasciò quale unica erede la moglie Zita, nobile Italiana che gli è sopravvissuta quasi 80 anni, morendo centenaria in Svizzera, ultimo rifugio dopo tante peripezie.

La coppia è passata alla Storia per la straordinaria umiltà e per la condotta ineccepibile e modestissima, tanto che la stessa Zita è stata proclamata Serva di Dio, primo gradino verso la santità ufficiale. Tuttavia pare, dalle dichiarazioni di questi giorni, che in fondo  anche ai Santi talvolta scoccia separarsi dai gioielli di famiglia. Zita avrebbe confidato il segreto a due nipoti, uno dei quali pare abbia  recentemente confidato il tutto ad un giornalista tedesco.

Il valore dei gioielli, ça va sans dire, è incalcolabile, almeno quanto il loro valore di rappresentanza storica di una delle dinastie più potenti della Storia.

Del resto, a quasi tutte le dinastie cadute che si rispettino si associa la leggenda degli immensi tesori che esse avrebbero portato con sé e che poi sarebbero regolarmente e misteriosamente scomparsi. 

I più famosi sono ovviamente quelli dei Romanov, gli Zar trucidati nel 1918 dai rivoluzionari bolscevichi a Ekaterinburg, che possedevano secondo i racconti la più vasta e meravigliosa collezione di gioielli di tutto il mondo. Ma fu così anche per lo Shah di Persia Rheza Mohammed Palhavi, di cui si dice che l'enorme aereo  boeing privato che decollo’da Tehran nel 1979 fosse cosi carico di oro da rischiare addirittura di schiantarsi prima di salire in quota. E neppure i nostri Savoia furono immuni da tanti dubbi circa la scomparsa di una parte dei preziosi che avrebbero dovuto lasciare in dote alla neonata Repubblica italiana.

(La foto del professor Martelli è di Daniele Mascolo)

Sovrintendente agli Archivi del Comune di Milano

Docente di archivistica all'Università degli studi di Milano 

Francesco Martelli


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