L'Archivio Vedovamazzei in Cittadella per la Settimana del Disegno
Il disegno non è un oggetto facile, vive nel limbo del non finito, a prima vista conferisce quel senso di fine incompiuta, di un pensiero che sarebbe potuto diventare quadro o scultura ma si è fermato lì a metà strada, qualcosa di abbozzato in bianco e nero che non ha meritato di trasformarsi in pittura.
Oppure il disegno è tecnica, allenamento, dimostrazione che si possiede la tecnica, che si padroneggia l'arte classica anche se poi non la si usa. Il disegno è anche studio: in accademia gli aspiranti artisti disegnano e ridisegnano un occhio, un naso, una mano, un cavallo, esercizi di padroneggiamento dell'arte verso il compimento della pittura.
Tuttavia il disegno ha un grande pregio, quello di mostrare il pensiero dell'artista nel suo svilupparsi, di farci vedere la prima manifestazione esterna da dentro la realtà di un pensiero intimo, una sorta di epifania abbozzata di una intuizione ancestrale persa nei meandri del talento creativo.
In questo senso il disegno diventa eccezionale strumento di comprensione dell'arte e del suo meccanismo genetico, e la rende qualcosa di molto più palpabile, tecnico e meno misterioso. Insomma il disegno avvicina molto l'arte alla sua originaria matrice, quella classica, che non per niente i Greci chiamavano techne’.
Del resto, se è vero che uno scrittore non può stare senza scrivere, è altrettanto vero che un artista non può stare senza almeno scarabocchiare di continuo.
In questo senso rende perfettamente l'idea quanto ieri sera hanno raccontato i Vedovamazzei alla inaugurazione della mostra del loro archivio privato di disegni: è una sorta di Instagram prima che esistesse Instagram. È in effetti è così: invece di fotografare e pubblicare ogni cosa che destasse in loro interesse e meritasse di essere condivisa con gli altri, l'hanno disegnata.
Ed ecco che una rassegna ragionata da Irina Zucca Alessandrelli tra le centinaia di schizzi a matita, pastelli e chine di ogni dimensione trova spazio all'interno di Cittadella fino al 21 di dicembre.
Si va dai piccoli minuti disegni di ciabatte dei luxury brands piu famosi fino ad un enorme paesaggio pastorale seicentesco in perfetto stile Nicolas Poussin. Il duo di artisti napoletani Stella Scala e Simeone Crispino ha impresso su decine di taccuini praticamente di tutto, facendo del disegno un esercizio quotidiano di racconto minuzioso, divertente, ed anche un po’ irriverente come nello stile del duo.
E siccome essere filologici è la prima regola quando si espone un archivio, ecco che la inaugurazione della mostra in Cittadella diventa tutta un omaggio ai due artisti napoletani e a quegli anni 90 che ne hanno visto il successo internazionale: il buffet è tutto un omaggio alla napoletanità con timballi coloratissimi di squisiti maccheroni accompagnati da una trionfale enorme mozzarella decorata di garofani rossi, mentre in un'altra sala della Cittadella viene ricreata una perfetta disco-lounge con musica rigorosamente anni '90.
Una festa speciale per un grande Archivio pubblico che si apre agli artisti per ospitare un piccolo prezioso archivio all'interno della Drawing Week, che di anno in anno si conferma sempre più come evento fondamentale per l'arte contemporanea milanese.
(La foto del professor Martelli è di Daniele Mascolo)
Sovrintendente agli Archivi del Comune di Milano
Docente di archivistica all'Università degli studi di Milano
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